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Viaggio in Irlanda (prima parte): Dublino

Quest’anno niente montagna ma viaggio on the road di 10 giorni in Irlanda, l’isola di smeraldo dal 6 al 15 Luglio compresi.

Sicuramente non si sceglie l’Irlanda per il meteo, in dieci giorni abbiamo trovato tre giorni di sole o tempo seminuvoloso e gli altri sette di pioggerellina spray ma anche pioggia intensa e continua, per fortuna, grazie all’abbigliamento tecnico da trekking leggero abbiamo limitato un po’ i danni altrimenti in alcuni giorni ci saremmo trasformati in rane. Non a caso, su un libro ho letto che “l’Irlanda è così pulita perchè il buon Dio la lava ogni giorno”. Anche le temperature sono state piuttosto bassine (se paragonate a quelle che c’erano in Italia in quel periodo) con minime di circa 12-13°C e massime di solito intorno ai 17°C con punte di 19°C il giorno che siano andati a Derrynane Beach.

Ho scelto l’Irlanda poichè è una terra che mi ha sempre appassionata, qualche anno fà ero stata in Scozia in estate e mi era piaciuta molto (anche in quell’occasione più pioggia che sole); al rientro dal viaggio posso dire che sono rimasta affascinata dai suoi paesaggi ma anche dalla gentilezza e dalla disponibilità delle persone, gli unici un po’ scorbutici si sono rivelati gli autisti di bus di Dublino ma, forse, vedendo il tanto traffico che c’è in città si capisce il perchè del loro modi di fare.
Prima di partire avevo dato un’occhiata a qualche itinerario postato su Internet che avesse la durata di 10 giorni e ne avevo trovati alcuni che avevano effettuato l’intero giro dell’isola, la nostra idea era invece quella di concentrarsi un po’ di più in alcune zone e, soprattutto, prendere il viaggio con calma, quindi ho optato per la metà inferiore dell’isola. Tuttavia ho dovuto traslasciare comunque alcune zone anche perchè, a parità di distanza, ci vuole molto più tempo a coprire le distanze in Irlanda rispetto all’Italia per via delle strade che in alcuni punti sono molto strette.
Per quanto riguarda i pernottamenti, ho prenotato da casa solo le strutture per i primi 4 giorni di soggiorno poi le restanti le ho prenotate via via che il nostro viaggio proseguiva anche perchè non ero sicura di riuscire a rispettare il programma che mi ero prefissata. A casa mi ero segnata un po’ di indirizi web di strutture in cui alloggiare e anche un paio di siti per la ricerca di B&B e guesthouses e, sfruttando il wifi onnipresente in ogni alloggio, non ho avuto molti problemi a prenotare, nelle zone più turistiche ci sono tante possibilità di alloggio. Il sito che da un po’ di tempo a questa parte sto utilizzando per trovare sistemazioni e ristoranti è Tripadvisor, ovvio che “de gustibus non disputandum est” però il fatto di leggere una serie consecutiva di recensioni positive su un locale fatta da Italiani mi fa ben sperare che lo standard sia più consono alle nostre abitudini e che quel posto sia davvero meritevole di essere preso in considerazione.

Nella mappa sottostante potete vedere, a grandi linee, quello che è stato il nostro giro effettivo:

In quest’altra mappa invece sono riportate, in ordine alfabetico per facilitarne la ricerca, tutte le località che abbiamo toccato durante il tour:


Visualizza Viaggio in Irlanda in una mappa di dimensioni maggiori

L’Irlanda mi è sembrato un paese nè più nè meno costoso rispetto agli altri paesi Europei come per esempio i Paesi Bassi e la Germania:  il volo con Aer Lingus è costato abbastanza (anche perchè non abbiamo prenotato con largo anticipo), idem il noleggio dell’auto. Per quanto riguarda i pernottamenti abbiamo optato sempre per B&B e devo dire che vi sono ottime soluzioni anche a partire da 30Euro/persona/notte e, per quanto riguarda il cibo, ci sono alternative per tutte le tasche ovviamente.
Questa è stata la mia prima vera vacanza senza glutine fuori dall’Italia da quando sono stata diagnosticata celiaca a Giugno 2009 e devo ammettere che è stata un’esperienza più che positiva; se a volte la celiachia limita un po’ nella scelta di una meta per una vacanza, l’Irlanda è sicuramente uno di quei posti in cui un celiaco ha un’ampia scelta sia dal punto di vista dell’acquisto di alimenti, che della ristorazione come pure dell’ospitalità. La celiachia è molto diffusa nel paese poichè l’Irlanda è uno dei paesi con il maggior numero di celiaci diagnosticati e si trovano quindi molte persone informate su questa patologia. Ho capito che bisogna sempre chiedere nei locali se hanno qualcosa da mangiare senza glutine anche perchè spesso nei menù appesi fuori non vi sono indicazioni in merito oppure non sempre sono chiare ma, dopo aver chiesto, il più delle volte ci si sente rispondere che qualche pietanza è idonea ai celiaci oppure può essere facilmente modificata e adattata. Occorre tuttavia tenere alta la barriera difensiva e ricordare sempre al cameriere (anche a costo di sembrare noiosi), quando si ordina qualcosa, che si è celiaci altrimenti c’è il rischio di vedersi portare una pietanza accompagnata da pane glutinoso anche se in precedenza ve ne era stata portata un’altra con il pane senza glutine. Questo vale soprattutto nei locali che sono molto affollati oppure quando si è serviti da camerieri diversi. Se siete celiaci e state per affrontare un viaggio in Irlanda forse vi può interessare anche questo altro post in cui parlo più in dettaglio di questo argomento.

Il viaggio è stato lunghetto e abbiamo visto molti luoghi, per evitare di fare un post unico chilometrico, ho suddiviso il racconto più o meno in base alle giornate: questa prima parte è dedicata ai primi due giorni trascorsi a Dublino mentre, in quelli successivi, vi racconterò delle tappe successive.

Siamo partiti per l’Irlanda con un volo diretto Aer Lingus da Amsterdam anche perchè Andrea vive e lavora da quelle parti. Il volo EI0603 è decollato abbastanza puntuale poco dopo le 09:30 da Schiphol e atterrato alle 10:10 (il fuso orario dell’Irlanda è UTC+1) all’aeroporto di Dublino, terminal 2. L’aeroporto è posto a una decina di chilometri a nord della capitale e il terminal 2, inaugurato a Novembre 2010, è una struttura piacevole e moderna. In questo aereoporto, secondo dati presi dal loro sito, transitano da circa 60.000  fino a 80.000 passeggeri al giorno nei periodi di alta stagione e più di 600 aerei atterrano e decollano ogni giorno.
Dopo aver recuperato la valigia che avevamo imbarcato, ci siamo diretti al banco di noleggio auto Avis presso il quale avevamo già prenotato una vettura di gruppo A per l’intera durata del soggiorno, formalizzate le classiche pratiche e dopo aver fatto aggiungere sia la seconda guida che trasformato la polizza assicurativa standard in kasko (poi vi spiego il perchè), siamo scesi al piano terra dal quale partiva la navetta Avis che conduce al parcheggio vero e proprio in cui ritirare l’auto noleggiata e che dista poche centinaia di metri dall’aerostazione.
Prima della partenza avevo letto qualche diario di viaggio e molte persone concordavano sul fatto che, dovendo guidare dalla parte opposta e su strade che sono inversamente proporzionali in larghezza rispetto al loro limite di velocità, sarebbe stato meglio optare per un tipo di assicurazione più garantista e così abbiamo fatto. Per la cronaca ci è stata rifilata una Opel Corsa 1.2 con circa 83.400 chilometri, convergenza da rifare ma ha fatto il suo dovere per l’intera settimana. In particolare mi aveva colpito quanto scritto da un blogger Americano di Denver a proposito degli Irlandesi “guidano dalla parte sbagliata della strada e hanno strade così strette che le nostre ciclabili di Denver sono molto più larghe“, spero di avervi reso l’idea.

Caricati in bagagli in auto, ci siamo diretti, sotto una pioggerellina fitta, verso il B&B che avevo prenotato dall’Italia e che si trova a una decina di minuti d’auto dal parcheggio, così abbiamo avuto modo di sperimentare per la prima volta la guida sul lato sinistro della strada, il percorrere le rotatorie in senso orario e il trovare i cartelli triangolari rossi e bianchi con la scritta YIELD che indicano che si deve dare la precedenza. Dopo pochi minuti avevo già la nausea a guidare dalla parte opposta, mi sembrava che il mondo stesse girando al contrario!
Due brevi considerazioni sul fatto di guidare in Irlanda:

  • le strade si dividono in strade locali (contraddistine dalla lettera L), strade regionali (R), strade nazionali (N) e autostrade (M). Basta dare un’occhiata alla carta stradale per rendersi conto che, a volte, le strade nazionali non sono necessariamente più larghe delle regionali.
  • i limiti di velocità sono di 50km/h in città, 80km/h sulle strade extraurbane locali e regionali, 100km/h sulle strade extraurbane nazionali, 120km/h sulle autostrade. Tuttavia a volte questi limiti sono un po’ folli poichè le strade sono molto strette e presentano spesso curve a gomito o piccoli dossi e percorrerle a 100km/h sembra quasi un’azzardo (fortunatamente in alcune strade più strette il limite è stato ridotto a 80km/h ma, a mio avviso, pur sempre esagerato).
  • abbiamo trovato in diversi punti, specie in prossimità dei centri abitati i cartelli con il simbolo della macchina fotografica che segnalano il controllo della velocità e, puntualmente, ci siamo imbattuti in mezzi mobili di controllo; quindi rispettate i limiti.
  • il nostro navigatore, aggiornato con le mappe più recenti poco prima della partenza, ci ha portato ovunque e non ha mai perso la bussola. Tuttavia, prima della partenza, oltre alla guida turistica, avevo acquistato anche una carta stradale dell’Irlanda in scala 1:300.000 che ci è stata comunque utile specie quando il navigatore decide di farti passare in una specie di mulattiera perchè quello è il tragitto più corto.
  • i cartelli stradali riportano sempre i nomi delle località o dei luoghi turistici sia in Inglese che in Gaelico.
  • le distanze chilometriche le ho sempre viste espresse in chilometri.
  • le strade secondarie sono una specie di pista da bob con muri di vegetazione rasente i bordi della strada, fate attenzione a non marciare troppo vicino alla riga di sinistra perchè c’è il rischio di cozzare contro qualche ostacolo nascosto dalla vegetazione e danneggiare seriamente il pneumatico o il cerchione.
  • le autostrade non si pagano, si paga però l’autostrada M50 a Dublino dove è in vigore il sistema eFlow che si basa su un sistema di telecamere che registrano i numeri di targa delle vetture che passano. Chi utilizza regolarmente la M50 solitamente ha un proprio account e il sistema provvede a accreditargli gli importi dei pedaggi, chi invece (come per esempio i turisti con auto propria o a noleggio) non ha registrato la propria targa, può pagare online sul sito o deve recarsi presso una delle Payzone Station entro le ore 20 del giorno successivo se vuole evitare di dover pagare una sanzione oltre al costo del pedaggio. Quest’ultimo è basato sia sul fatto se un utente ha registrato la targa (paga tariffe ridotte) che sulla tipologia del veicolo; all’Avis ci han detto che con l’auto noleggiata avremmo dovuto pagare 3€ al giorno. Sul sito eFlow potete comunque documentarvi meglio su questo sistema, sulle tariffe e vedere dove sono posizionati gli uffici per il pagamento.

Non abbiamo avuto difficoltà a trovare il B&B Flyover anche perchè il proprietario mi aveva detto che si trovava sulla Swords Road, nel quartiere di Santry, vicino al Comet Pub. Tom, il proprietario, ci ha accolto con calore e ci ha fornito alcune indicazioni sugli orari della colazione, sul modo più economico di raggiungere il centro e come ritornare al B&B, dopo di che ci ha mostrato la camera e ci ha dato le chiavi sia per la camera che per l’apertura della porta di ingresso. Abbiamo alloggiato due notti in questo B&B poichè la mia intenzione era di visitare anche la città di Dublino visto che non c’eravamo mai stati. La camera era all’ultimo piano, graziosa, discretamente ampia con due finestre velux e un bagno funzionale ma piuttosto piccolo (specie il lavabo). Anche se Swords Road è una strada abbastanza trafficata, la notte non abbiamo sentito rumore; probabilmente, in caso di temperature più alte, quella camera può risultare un po’ calda ma, quando abbiamo pernottato noi, all’esterno c’erano circa 12°C alle 9 del mattino e la temperatura massima non ha mai superato i 17°C. La nostra camera era dotata di asciugamani, asciugacapelli, asse e ferro da stiro, cassaforte, tv lcd e lettore dvd con una scelta di film da vedere, insomma c’era tutto il necessario. Il B&B era dotato di piccolo parcheggio con 4 posti auto, wifi gratuito con buona copertura, inoltre, nell’atrio al piano terra c’era un computer con webcam e stampante ad uso della clientela. Al piano terra c’era anche la graziosa stanza della colazione che era sempre usufruibile dai clienti a qualunque ora del giorno e della notte, il bollitore dell’acqua veniva sempre lasciato acceso e c’era quindi la possibilità di prepararsi un tea o caffè istantaneo oppure consumare qualche snack o tipo di corn-flakes e mix di cereali. Per quanto riguarda il senza glutine, non avevano pane e/o prodotti specifici per celiaci, tuttavia, spiegando il problema al proprietario è stato possibile farsi portare una Irish breakfast ridimensionata con solo uova strapazzate, bacon e pomodori al forno ma senza fette di pane non idoneo. Al mattino, oltre alla Irish breakfast tradizionale che comprendeva due tipi di pudding, salsicce di Dublino, bacon, uova all’occhio di bue e pomodori al forno si potevano avere anche solo uova & bacon , fette di diversi tipi di pane sia tostate che nature, latte, caffè, tea e succo di frutta; sul tavolo erano sempre disponibili, per chi preferisce la colazione continentale, delle confezioni monodose di marmellate, miele e burro. La prima colazione veniva servita dalle 08:00 alle 09:30 in settimana, mentre, la domenica dalle 08:30 alle 09:30.

Seguendo i suggerimenti di Tom, abbiamo lasciato l’auto nel piccolo parcheggio e preso l’autobus nella fermata a meno di cento metri di distanza dal B&B ma sul lato opposto della strada. I bus che portano verso il centro sono i numeri 16, 16A, 33, 41, 41A, 41B, basta comunque chiedere all’autista se va in centro. La corsa singola dal B&B fino alla  fermata all’altezza della Spire in O’Connel Street (The Spire è la lunga asta di acciaio che svetta in quella via) è costata 1,9€ a persona e l’abbiamo pagata in contanti a bordo, è bene avere il denaro contato perchè l’autista non da resto ma rilascia un biglietto con l’importo pagato in eccesso che viene rimborsato presso l’ufficio della Dublin Bus (molto scomodo se ci si ferma a Dublino per poco tempo). Una volta raggiunto il centro, i principali monumenti cittadini sono tutti facilmente raggiungibili a piedi.
A bordo del bus a due piani abbiamo avuto modo di interfacciarci con i locali e ci siamo subito resi conto che gli Irlandesi sono persone loquaci e disponibili; vedendoci un po’ spaesati, un paio di signore ci hanno suggerito quale fermata scegliere per il centro e quali monumenti vedere.

La prima giornata prevedeva la visita di:

  • O’Connel Street, O’Connel Bridge, Bank of Ireland (solo esterno), Trinity College (solo esterno), Grafton Street.
  • National Museum of Ireland, National Gallery of Ireland, Leinster House (solo esterno), Kildare Street.
  • Parco St. Stephen Green (visita spostata al giorno successivo per il maltempo)
  • Guinees Storehouse o Jameson Distillery (a scelta)
  • Quartiere Temple Bar (nel tardo pomeriggio e serata).
Per quanto riguarda i singoli monumenti, non mi dilungo più di tanto anche perchè su qualunque guida turistica potete trovare tutte le informazioni necessarie, diciamo che mi limiterò a fare qualche considerazione personale su quanto visto (noi ci siamo concentrati principalmente alla visita della città Georgiana, a sud del fiume Liffey che taglia in due Dublino). Quando possibile, è comunque consigliato effettuare escursioni guidate per poter avere una spiegazione più dettagliata di quanto si sta visitando; in taluni casi la visita guidata è d’obbligo poichè non è possibile visitare alcuni monumenti per conto proprio.
O’Connel Street e O’Connel Bridge sono entrambi dedicati a Daniel O’Connel, politico e patriota Irlandese vissuto a cavallo fra 1700 e 1800, nella O’Connel Street c’è anche un monumento che ricorda questo personaggio. Più volte durante il nostro viaggio ci imbatteremo in questa importante figura.

O’Connel Street di prima mattina: al centro la statua di Daniel O’Connel e a destra The Spire, l’ago alto 120mt, eretto a fine 2002.

 

O’ Connel Street, come la maggior parte delle strade nel centro di Dublino, è assai trafficata e i suoi marciapiedi sono percorsi da numerose persone in qualunque ora del giorno e della sera, nei palazzi che la fiancheggiano si trovano uffici pubblici, banche, hotels. Decisamente più particolari sono Mary Street, una traversa di O’Connel Street e la sua perpendicolare Moore Street. Il ponte O’Connel, quasi un naturale proseguimento della grossa arteria, invita a passare il fiume Liffey e a addentrarsi alla scoperta della città georgiana. Dopo essere passati a fianco degli edifici del Trinity College e della Bank of Ireland (sul lato opposto della strada) siamo giunti in Grafton Street che è una lunga via pedonale, piena di catene di negozi, artisti e musicisti di strada, qualche fast food, ragazzi che sorreggono cartelli pubblicitari di negozi e locali, piuttosto caotica e collega l’aerea in cui sorge il Trinity College con il bel parco St. Stephen’s Green; anche nelle vie laterali vi sono molti negozi e anche qualche locale in cui degustare sia la cucina tipica Irlandese che quella internazionale o etnica come si conviene a una città cosmopolita come Dublino.

Se si raggiunge Grafton Street dal Trinity College ci si imbatte nella statua bronzea di Molly Malone (monumento assai fotografato) che raffigura la giovane pescivendola che spinge il suo carretto.

La statua di Molly Malone

Meritano sicuramente una visita il National Museum of Ireland (sezione di archeologia) di Kildare Street e la National Gallery of Ireland  (l’ingresso di quest’ultima è in Clare Street), nei quali sono conservate opere che meglio aiutano a comprendere la storia e l’evoluzione di questo paese sia dal punto di vista archeologico che artistico. Gli ingressi a entrambi sono gratuiti ma è possibile noleggiare delle audio guide multilingue dietro il pagamento di una piccola somma oppure, a seconda del tempo che si ha a disposizione, partecipare a una visita guidata a pagamento; presso le reception si possono ricevere tutte le informazioni necessarie. Il National Museum of Ireland si compone di 4 sezioni (archeologia, arti decorative e storia, storia naturale, vita di campagna), le prime tre si trovano a Dublino mentre l’ultima è a Castlebar nella Conte di Mayo (nord-ovest dell’Irlanda); la sezione di archeologia oltre che essere di per se interessante, specie nelle parti che riguardano la sola Irlanda, è stata allestita in un maestoso palazzo inaugurato nel 1890 che presenta una bella cupola di vetro e una struttura a colonnato che richiama gli edifici delle civiltà greca e romana. Sui relativi siti potete trovare ulteriori dati http://www.museum.ie , http://www.nationalgallery.ie .
Il programma prevedeva la visita del Parco St. Stephen Green (posto non lontano dal complesso che racchiude National Museum e Gallery) ma, a causa del maltempo, ho preferito spostare la visita al giorno successivo visto che le previsioni davano un miglioramento per la sola giornata di sabato e sostituirla con la visita alla St. Patrick’s Cathedral. Per raggiungere la chiesa ci siamo comunque inzuppati per bene!

L’interno della St. Patrick’s Church

Come nella maggior parte delle chiese, si paga il ticket di ingresso (6€) per visitarla, sono disponibili delle brochures in varie lingue (anche in Italiano) e, su richiesta, delle visite guidate a pagamento. La chiesa è nel complesso bella ma ho preferito la Christ Church.
La pioggia in questa prima giornata non ha dato praticamente tregua e è caduta, a tratti anche copiosamente, dal nostro arrivo in città fino all’ora di cena. A metà/tardo pomeriggio abbiamo cercato un luogo da visitare che ci permettesse di stare un po’ all’asciutto, le opzioni erano il Guiness Storehouse o la Jameson Distiller anche perchè altri monumenti a quell’ora stavano ormai chiudendo o erano già chiusi. La scelta è caduta sulla prima ma, con il senno di poi, devo ammettere che la visita non vale secondo me la spesa di 16,5€/testa per il biglietto di ingresso. Bello il panorama sulla città che si gode dal Gravity Bar che si raggiunge a fine tour, simpatico vedere la tecnica usata per la perfetta spillatura della birra più famosa d’Irlanda, interessante la struttura che coniuga elementi di vecchia architettura industriale con altri più avveniristici e funzionali ma, tutto sommato, sono rimasta delusa da questa escursione. Noi eravamo andati nel tardo pomeriggio verso le 18 e non c’era coda però, a giudicare dai lunghi percorsi per incanalare le persone, credo che, in determinati momenti della giornata, vi siano code molto lunghe e tutto fa pensare che questa sia la meta più gettonata dai turisti.

La caldaia di ammostamento e bollitura nel Guiness Storehouse

Nel corso dell’anno il Guiness Storehouse chiude alle 17 ma in Luglio e Agosto la chiusura è spostata alle 19, oggi ho visto che prenotando i biglietti online si risparmia il 10%, per i celiaci non vi sono birre senza glutine ma alla degustazione finale sulla terrazza si può optare per una coca cola (a mio avviso sgasata). Con una camminata di media lunghezza si raggiunge agevolmente il Guiness Storehouse dalla St. Patrick’s Cathedral o dal centro città (dista poco più di 2km dall’ingresso del Trinity College in College Green), tuttavia è possibile prendere il bus n° 123 da O’Connel Street e Dame Street.
Usciti dal Guiness Storehouse sempre sotto una fitta pioggia e sferzati da qualche raffica di vento che sembra volerci distruggere gli ombrelli, abbiamo raggiunto a piedi il Temple Bar alla ricerca di un ristoro. Questo è il quartiere della movida Dublinese fatto di tipici pubs Irlandesi, locali alla moda, qualche ristorante Italiano e etnico, qui si viene per bere birra e ascoltare buona musica dal vivo, per ballare sulle note di allegre Irish musics, per entrare e uscire da un pub all’altro alla ricerca dello spirito locale, per vedere e farsi vedere.
La scelta per la cena è ricaduta sul Farrington’s of Temple Bar al civico 28E di East Essex Street. Al piano terra è un caratteristico pub Irlandese con musica dal vivo e piuttosto caotico, al piano superiore c’è il ristorante con piatti tipici e luci soffuse, locale decisamente più tranquillo di quello sottostante. Il menù comprende degli starters (antipasti), insalate varie, piatti speciali della casa a base per lo più di vari tagli di carne di manzo, petto d’anatra e pollo, panini e toasts con varie farciture, finger foods e desserts. Nel menù non vi sono indicazioni per i celiaci però chiedendo ai camerieri si son dimostrati disponibili a prepararmi una gustosa bistecca di carne Irlandese con contorni senza glutine, conviene chiedere sempre allo staff prima di ordinare. Dopo la lauta cena e un ultimo giro per il quartiere con breve sosta di rito al Temple Bar Pub, siamo ritornati su O’Connel Street per prendere il primo bus di passaggio verso il B&B. Dal centro dovete prendere i bus con indicazione “Dublin airport” come per esempio 16, 16A, 33, 41 (per maggiore sicurezza conviene comunque chiedere all’autista se ferma a Santry anche perchè i percorsi potrebbero cambiare).
Dopo una bella dormita e una ricca colazione, ci siamo apprestati a trascorrere la seconda e ultima giornata a Dublino che prevedeva la visita di:

  • Trinity College (visita)
  • Dublin Castle (visita) e City Hall (solo esterno)
  • Christ Church (visita)
  • St. Patrick’s Cathedral (visita già effettuata il giorno precedente a causa del maltempo)
  • Parco St. Stephen Green
  • Ha’penny bridge
  • Howth (porticciolo a pochi km da Dublino, raggiungibile con il treno Dart che parte dalla Pearse Station poco lontano dal Trinity College).

Per la visita al Trinity College abbiamo deciso di affidarci a una delle visite guidate che vengono effettuate, in lingua Inglese, dagli studenti.

Alcuni studenti con la caratteristica tunica marrone prendono le prenotazioni per l’Official guided walking tour al Trinity College

Subito dopo essere arrivati in centro, pochi minuti prima delle dieci, ci siamo recati a un banchetto nel cortile interno del Trinity College dove gli studenti vendono il biglietto cumulativo che permette di effettuare sia la visita guidata a piedi con guida che l’ingresso alla Old Library (si chiama “official guided walking tour”). A quell’ora non abbiamo fatto coda, dopo aver effettuato il giro completo ci siamo però accorti che c’era parecchia gente in attesa di entrare alla Old Library.

Parliament Square all’interno del Trinity College: al centro il Campanile e a sinistra l’edificio detto Graduates Memorial Building, sede degli istituti di storia e filosofia.

Le visite si effettuano alle 10:15, 10:40, 11:05, 11.30, 11:55, 12:25, 12:55, 13:35, 14:00, 14:25, 14:50, 15:15, 15:40 , durano una trentina di minuti, si svolgono nei cortili interni del complesso (la guida lascia il gruppo in prossimità dell’ingresso della Old Library) e costano 10€ a persona. La Domenica l’ultima visita è alle ore 15:15.

“Sfera nella sfera” la scultura di Arnaldo Pomodoro di fronte all’ingresso della The Berkeley Library al Trinity College

Oltre che una bella lezione di inglese, la visita ha assunto un connotato diverso anche perchè il tizio aveva un modo divertente di raccontare la lunga storia del famoso college, aggiungendo anche qualche simpatico aneddoto.

Sullo sfondo l’edificio della Old Library e alle mie spalle la Fellows’ Square

Il meteo è stato variabile per tutta la mattinata, il sole usciva e poi spariva poco dopo e ho cambiato le impostazioni della reflex digitale in continuazione. La Old Library mi ha molto colpita: bello il Book of Kells (un codice miniato ben conservato, creato da monaci Irlandesi nell’anno 800 e contenente la traduzione latina dei quattro vangeli oltre che numerose illustrazioni variopinte) ma anche la galleria lignea su due piani con volta a botte che custodisce numerosi e preziosi testi e che costituisce la più grande libreria del paese.

Un altra vista della Parliament Square: a sinistra l’edificio con timpano e colonne del Public Theatre (aula degli esami) e diametralmente opposta c’è la Chapel, al centro l’edificio della Regent House

Dopo la visita abbiamo girovagato con calma fra i cortili del college e, successivamente ci siamo diretti verso il Dublin Castle. Il castello è visitabile solo tramite dei tour guidati che si effettuano ogni 30 minuti circa, c’è anche un tour in Italiano nel primo pomeriggio, l’ingresso è al piano terreno nella corte superiore di fronte alla Bedford Tower. Nell’attesa che iniziasse il tour ci siamo concessi una sosta al rilassante caffè vicino alle casse che ha una bella vista sui Dubhlin Gardens. Con mia sopresa ho trovato due tipi di torte senza glutine, è piacevole fare una sosta e trovare qualcosa di aglutinato da sgranocchiare.

A sinistra la Chapel Royal e a destra la Record Tower all’ingresso del Dublin Castle

La visita in lingua Inglese è stata molto istruttiva anche se il gruppo era piuttosto numeroso. Abbiamo visitato sia gli State Apartments che la sotterranea Gunpowder Room in cui gli scavi hanno messo in luce le fondamenta di un preesistente edificio; la visita alla neogotica Chapel Royal è invece libera.

L’Upper Castle Yard, il cortile principale del Dublin Castle
La facciata della Bedford Hall

La Christ Church si trova a breve distanza dal Dublin Castle, è un’edificio che mi ha colpito molto, soprattutto la parte esterna per la sua imponente mole; iniziata nel 1038 la chiesa protestante ha poi subito molti e drastici rimaneggiamenti e modifiche. Un’imponente arcata collega all’esterno la chiesa alla Sala del Sinodo in cui si trovano Dublinia & Viking World, musei in cui si descrive la vita in città fra il medioevo e la metà del 1500 e il periodo dell’era Vichinga.

La Christ Church