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Acquasanta in Liguria tra cartiere, luoghi di fede, terme e natura

Il museo della carta a Mele

Acquasanta nell’entroterra genovese è stata una gradevolissima scoperta della scorsa primavera quando, partecipando agli Oltregiogo Days, ho potuto visitare ma soprattutto conoscere le particolarità e le bellezze di questo borgo della città metropolitana di Genova. Fino al giorno prima Acquasanta era solo la semplice fermata del treno sulla linea ferroviaria Genova – Acqui Terme.

Gli eventi degli Oltregiogo Days come pure le varie Giornate di primavera ed autunno del Fondo Ambiente Italiano hanno il pregio di mettere in luce anche piccole realtà che spesso sono fuori dai soliti circuiti turistici ma che invece hanno comunque molto da offrire al visitatore più curioso ed amante dei luoghi non ordinari e meno noti.

La mia proposta odierna, ideale per trascorrere una singola giornata oppure un fine settimana, è dunque quella di andare alla scoperta di un patrimonio di archeologia industriale, spirituale e naturale nell’entroterra di Genova. Andiamo dunque a conoscere Acquasanta, frazione di Mele (Ge), che già in epoca molto antica era famosa per le proprietà curative di una sua sorgente di acqua solforosa. Il nome deriverebbe proprio dalla presenza di questa fonte che era considerata miracolosa.

Questo borgo di circa 250 persone, incastonato in mezzo ai fitti boschi dell’appennino Ligure e bagnato dal torrente omonimo e da altri ruscelli, è posto a circa 165m di altitudine. Nonostante le piccole dimensioni, vi sono alcuni edifici che meritano di essere visitati.

Cosa vedere dunque ad Acquasanta?

L’ex cartiera ed il museo della carta

Avete mai preso un foglio di carta tra le mani e vi siete mai chiesti cosa occorra per arrivare a quel semplice pezzo di carta? Una gita ad Acquasanta vi può svelare i segreti ed i retroscena di un oggetto all’apparenza banale ma che racchiude in sé una storia lunga oltre duemila anni.

La carta fu inventata in Cina attorno al 105d.C. anche se secondo alcuni studi esistevano già carte o comunque qualcosa di molto simile nel secolo precedente. Rapidamente si diffuse in altri paesi asiatici. Gli Arabi, grazie agli scambi commerciali, impararono le lavorazioni per ottenere la carta ed iniziarono a produrla nei loro paesi fino a quando queste tecniche furono esportate anche in Europa intorno al XI secolo. Nel medievo la produzione della carta si diffuse nel vecchio continente, sorsero sempre più cartiere che migliorarono il sistema produttivo degli Arabi meccanizzando alcune fasi e creando carte di maggior qualità e diverse consistenze. Con l’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg nel 1453 la diffusione della carta aumentò in modo esponenziale.

Museo della carta di Acquasanta

L’intera zona di Acquasanta, circondata da densi boschi e bagnata da vari ruscelli e rii, è stata caratterizzata nel corso dei secoli dalla presenza di mulini ad acqua, ferriere ma soprattutto si è prestata allo sviluppo dell’industria cartaria. Basti pensare che le cartiere di Acquasanta acquisirono così tanta importanza tra la metà del 1500 e la fine del 1700 che alcune delle principali corti reali europee vollero utilizzare solo ed esclusivamente la carta prodotta in questo borgo ligure per la sua eccelsa qualità. Era nota come “carta di Genova” ma si produceva in questo borgo del suo entroterra.

La massiccia presenza di corsi d’acqua era fondamentale in quell’epoca per far funzionare i macchinari ed Acquasanta si trovava in una posizione perfetta per lo sviluppo degli opifici per la produzione di carta.

L’acqua, nel bene e nel male, ha giocato un ruolo fondamentale per lo sviluppo di questa frazione. I rii talvolta ingabbiati dalla mano dell’uomo hanno purtroppo anche sfogato la loro veemenza in modo disastroso causando alcuni morti e la distruzione di cartiere e ponti come durante l’alluvione del 1970.

Museo della carta ad Acquasanta

Delle numerose cartiere che sorsero ad Acquasanta e nelle zone limitrofe tra il 1400 ed il 1800 è rimasto ben poco, molte sono ormai in rovina o ridotte a pochi ruderi. Si dice che fossero almeno un centinaio nel periodo di maggior sviluppo. Dal 1900 in poi con la diffusione della corrente elettrica per far muovere i macchinari, le cartiere iniziarono ad essere costruite in zone pianeggianti e più facilmente accessibili. Aumentando la concorrenza, il numero delle cartiere di Acquasanta e dintorni si ridusse sensibilmente. Dopo il secondo conflitto mondiale scesero ad una quarantina ed attualmente sono solo due quelle ancora in funzione.

Nei locali della ex cartiera Piccardo, sorta nel 1765 e che cessò la sua attività nel 1985, si decise di creare un museo per raccontare e tramandare alle future generazioni la storia di questa piccola porzione di territorio genovese che altrimenti sarebbe andata perduta.

Questa cartiera, a gestione familiare, occupava circa una decina di persone, era una piccola attività. In zona ne esistevano altre più grosse. Vicino alla cartiera c’era anche l’abitazione del proprietario che non rientra nel percorso di visita. Queste attività erano strutturate in modo che la residenza del proprietario fosse dentro l’azienda.

All’esterno dell’edificio è ancora visibile la ruota che, alimentata dall’acqua del torrente, faceva funzionare i macchinari presenti all’interno.

Sala asciugatura della carta
La sala in cui si asciuga la carta

La cartiera in disuso di Acquasanta venne ristrutturata all’inizio degli anni 90 e trasformata in un museo che aprì i battenti nel 1997. In anni più recenti, grazie ad alcuni finanziamenti europei e regionali e all’interesse del Dott. Giovanni Traverso, è ripresa la vera e propria attività di produzione artigianale di carta. Alla cartiera di Acquasanta si è così ripreso a produrre e vendere carta a mano come si faceva secoli fa, in un espositore all’ingresso ci sono alcuni esempi dei prodotti acquistabili ed ordinabili. Anche questo fa parte della particolarità di questo stabilimento di Acquasanta perché le cartiere totalmente artigianali in Italia si contano praticamente sulle dita di una mano.

La cartiera di Acquasanta è visitabile su prenotazione, la visita guidata di circa un’ora è un viaggio attraverso i secoli sulla storia della carta e sulle fasi di produzione di questo materiale che negli ultimi anni è stato soppiantato da tablet e smartphone. I numerosi macchinari di varie epoche ed ancora presenti raccontano come si sia sviluppata l’industria cartaria e tutti i i passaggi e processi necessari per produrre fogli di carta partendo da carta ricliclata ma anche da stracci e fibre come lino, canapa … ecc. Ci sono anche alcuni modellini di impianti che venivano usati in epoche remote.

Cartello per i lavoranti

Il tempo scorre via veloce tra aneddoti e spiegazioni sulle varie lavorazioni, il profumo particolare del pisto ed i rumori dei macchinari in funzione. Il percorso di visita si snoda attraverso i tre piani della cartiera.

Si comincia dalle diverse attrezzature usate per triturare stracci ed ottenere la poltiglia che veniva poi setacciata più volte in appositi telai con una fitta rete per rimuovere parte dell’acqua presente fino alle presse che servivano a rimuovere ulteriormente l’eccesso di acqua. All’ultimo piano trova posto il sistema per l’asciugatura dei fogli di carta con numerosi fili ove venivano appesi i fogli di carta bagnati ed un sistema di finestrelle per aerare il locale e permettere l’asciugatura. Questo ingegnoso essicatoio si è mantenuto nel tempo perché usato dalla cartiera fino alla cessazione della sua attività.

Il nostro cicerone ci fa vedere alcuni macchinari più datati ed altri più recenti e ne spiega il funzionamento. 

Sinceramente ho trovato affascinante e molto interessante questa visita che mi ha permesso di scoprire tutte le molteplici le attività necessarie per arrivare ad ottenere la carta ma anche la storia e l’evoluzione di questa frazione attraverso i secoli.

Modalità di visita della cartiera e del Museo della carta di Mele

  • Famiglie, singoli e gruppi: le visite si effettuano su prenotazione in due turni di visita  sia il sabato che la domenica alle ore 11:30 oppure alle 14:30. Per prenotare occorre chiamare il numero di telefono 347 1679042 o cliccare sul tasto “prenota” del sito web.
  • Scolaresche ed associazioni: è possibile prenotare visite dal lunedi alla domenica telefonando al numero sopra indicato.

Inoltre vengono organizzate alcune tipologie di corsi e laboratori sia per bambini che adulti durante i quali si impara l’antica arte per fabbricare fogli di carta o altri oggetti e tingerli partendo sia da fibre che da carta riciclata. I bambini si divertiranno sicuramente a creare un foglio di carta con le proprie mani.

Cartiera di Mele-Acquasanta

Costi della visita guidata alla cartiera di Acquasanta

  • singoli (dai 3 anni in poi): euro 6/persona
  • gruppi di almeno 8 persone): euro 5/persona
  • disabili: euro 5/persona
  • bambini sotto i 3 anni: ingresso gratuito

I prezzi si riferiscono al 2024, quando è stato scritto l’articolo. Per vedere i costi aggiornati dei vari biglietti di ingresso, consiglio di visitare il sito del museo che indico più sotto.

Per quanto riguarda i corsi ed i laboratori per creare e tingere fogli di carta che vengono organizzati sia per bambini ed adulti vi rimando al sito del museo.

Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare
[tratto da “Il gioco dell’angelo” di Carlos Ruiz Zafon]

Santuario di N.S. dell'Acquasanta
La parte centrale della facciata del Santuario

Santuario di N.S. dell’Acquasanta

La grandiosità di questo santuario in stile barocco di Acquasanta fa si che lo sguardo sia subito convogliato ed attirato verso questo edificio non appena si giunge nella frazione.

Verso la metà del 1400 venne ritrovata una statuetta della Madonna da alcuni pastori e si decise di erigere sul luogo del ritrovamento una cappella ove custodire la statua lignea. Secondo altre fonti la statuina venne invece portata da pescatori o marinai.

Secondo alcune credenze però, questa zona era già luogo di culto fin dai tempi più remoti data anche la presenza di una fonte d’acqua solforosa. Sopra questa polla era stato eretto un tempio pagano circolare dedicato alla ninfa fluviale Eja, sulle cui rovine venne costruita la cappella del 1400. Nel corso dei secoli furono apportate modifiche alla cappella originaria.

Santuario di N.S. dell'Acquasanta
L’interno del Santuario di Acquasanta

Un paio di secoli dopo, tra il 1683 ed il 1718, venne iniziata la costruzione di un Santuario mariano a poca distanza dalla cappella. Il progettista fu probabilmente l’architetto lombardo Carlo Muttone. La costruzione iniziale prevedeva la chiesa e l’ala sinistra che era destinata ad ospitare i pellegrini, l’ala opposta venne poi aggiunta un secolo dopo mentre i due campanili furono ultimati nel XX secolo.

La facciata della chiesa, piuttosto severa e dal colore quasi uniforme, è movimentata da alcune lesene e da quattro nicchie in cui si trovano le statue dei Santi Pietro e Paolo, di Maria Cristina di Savoia e della religiosa genovese Giovanna Battista Solimani. Bello il timpano spezzato del portone principale di accesso al di sopra del quale spicca un affresco dell’Assunta che è anche l’unica nota di colore. Le due ali laterali con alti porticati contribuiscono ulteriormente ad alleggerire la possente struttura.

Santuario di N.S. dell'Acquasanta: interno
L’altare maggiore e l’abside

La pianta è a croce latina con una sola navata. L’interno è grandioso e custodisce dipinti e sculture del periodo fra 1600/1800. Tra questi spiccano un crocifisso di Anton Maria Maragliano (1664/1739) ed un dipinto della Sacra Famiglia del pittore ligure Domenico Fiasella (1589/1669).

Sui fianchi vi sono quattro cappelle con relativi altari. Varcato l’ingresso, quello che si nota a sinistra, è l’altare dei cartai dove sono raffigurati i santi protettori di questa categoria di lavoratori. Degna di nota è anche la cappella dedicata a S. Anna.

L’altare maggiore in marmo è dello scultore genovese Francesco Schiaffino (1689/1765), le numerose statue poste in questa zona della chiesa sono di diversi maestri.

Acquasanta: Scala Santa
L’imponente Scala Santa

Uno scalone imponente con 33 gradini si innalza tra la Cappella ed il Santuario. Questa Scala Santa è la copia di quella che percorse Gesù Cristo per andare da Ponzio Pilato. Annualmente per la Festività dell’Assunta, il 15 di agosto, i confratelli salgono questa scala con i crocifissi e le pesanti casse processionali portati a braccia. Questa festa è molto sentita dalla popolazione della frazione e dei comuni vicini.

Il santuario fin dalla sua costruzione è stato meta di pellegrinaggi di fedeli e delle confraternite liguri. Inoltre qui si sposarono il Re di Napoli Federico II di Borbone con Maria Cristina di Savoia nel 1832.

Mostra presepi Acquasanta
Uno dei presepi esposti

Tra uno scroscio di pioggia e l’altro la guida ci accompagna poi a visitare una mostra di presepi che sono custoditi in alcune sale nell’ala sinistra del complesso. Ci sono presepi di diverse epoche e parti del mondo, costruiti con le tecniche ed i materiali più disparati. Uno ad esempio è stato fabbricato quasi interamente con varie parti di pannocchie di granoturco.

Santuario mariano dell'Acquasanta
La cappella che custodisce la statuina della Madonna

Le Terme

Dopo la visita al Museo della Carta ed aver magari creato un foglio di carta a mano, la visita al Santuario potrebbe essere una buona idea godersi un po’ di relax nello stabilimento termale di Acquasanta. La struttura è piccola ma consente di godere dei benefici di queste acque termali in un contesto non usuale tra un Santuario ed una antica cartiera.

I poteri curativi delle acque sulfuree di Acquasanta erano già note da tempi remoti; nel 1830, grazie all’Opera Pia di N.S. dell’Acquasanta, venne edificato uno stabilimento termale. Durante la seconda Guerra Mondiale l’edificio venne però requisito dal comando tedesco che lo occupò trasformando gli interni. Un paio di vasche in marmo delle terme vennero spostate fuori per abbeverare i cavalli. 

Dopo alterne vicende, tra il 2000 ed il 2011, le Terme di Acquasanta sono state ristrutturate e riaperte al pubblico. Sia la piscina interna che quella esterna sono alimentate con acqua termale, ci sono poi anche una sauna, il bagno di vapore, una sala per le cure inalatorie ed altre per trattamenti di bellezza o massaggi. L’elevato PH di quest’acqua la rende idonea per chi soffre di problemi alle vie respiratorie e per la cura delle malattie della pelle.

Per avere maggiori informazioni è meglio consultare direttamente il sito della struttura al link indicato più sotto; alle Terme di Acquasanta si accede solo su prenotazione. La verifica della disponibilità di slot e l’acquisto dei biglietti può essere effettuato online.

Santuario dell'Acquasanta di Mele

Escursioni a piedi

Il territorio appenninico si presta ad essere esplorato dagli escursionisti, tra i vari percorsi che sono indicati in una bacheca vicino alla fermata del bus 101 vi segnalo:

  • Dalla Colla di Prà (310m slm) alla Cappella della Baiarda (703m slm): segnavia quadrato rosso vuoto, sentiero E (escursionistico). Dalla stazione di Acquasanta si raggiunge in auto la Colla di Prà da dove parte l’itinerario.
  • Da Acquasanta (165m slm) al Monte Penello (995m slm) e Punta Martin (1.001m slm): vicino al Santuario c’è una palina con le indicazioni, segnavia: linea e punto rossi. Il sentiero EE (escursionisti esperti) presenta tratti ripidi ed alcuni su rocce, il dislivello è di circa 850m. Occorrono due ore e mezza abbondanti di cammino in salita per la Punta Martin, al ritorno si impiega leggermente meno tempo.
  • Da alcuni di questi sentieri ci si può collegare all’Alta Via dei Monti Liguri creando così dei veri e propri trekking.

Prima di effettuare escursioni consiglio di procurarsi carte della zona.

La cartiera di Mele

La cucina e l’enogastronomia

L’enogastronomia acquasantese è marcatamente ligure e genovese anche se la frazione si trova racchiusa in zone appenniniche. Il territorio offre il cavolo navone che si usa per preparare il minestrone con pezzi di trippa, le immancabili borragini che si mettono nei ripieni di ravioli e pansotti ma anche nelle frittate e torte salate, i salumi come la testa in cassetta,  le castagne ed i funghi dei boschi circostanti, il profumatissimo basilico genovese DOP della vicina Genova Prà con il quale si prepara il pesto nel mortaio, le patate Quarantine ideali per gli gnocchi, formaggette …

Dagli antipasti ai secondi è un tripudio di pietanze tipiche genovesi come i frisceu (frittelle), i ravioli ed i pansotti, la cima, la trippa alla genovese con 4 diversi tagli di trippe. Tra i dolci ricordo la Sacripantina (tipica torta genovese con pan di Spagna inzuppato di liquore e farciture di creme al burro) ed i gobeletti (deliziose frolle con ripieno di marmellata).

Mi fermo qui perché l’elenco sarebbe troppo lungo, direi che vale la pena fare una sosta e pranzare o cenare in zona. Ad Acquasanta, nella vicina Mele ed in località Fado non mancano i ristoranti e le osterie “vintage” ove poter sostare e gustare la buona cucina genovese. Tra l’altro un’osteria di Fado è stata recentemente insignita del titolo di “migliore trattoria d’Italia” durante la XIX edizione di Golosaria Milano.

Su consiglio di un acquasantese ho poi acquistato un souvenir dolce da regalare: i canestrelli della storica pasticceria di Acquasanta che dal 1912 sforna prodotti da forno dolci e salati ma anche pasta fresca. Non ho potuto assaggiarli perché sono celiaca ma chi li ha ricevuti mi ha detto che erano squisiti. Il locale, a pochi passi dal Santuario, è retrò e sembra quasi di fare un tuffo in una bottega di paese degli anni 50.

Cos’altro vedere nei dintorni di Acquasanta

A Mele nell’Oratorio settecentesco di Sant’Antonio Abate c’è la bella cassa processionale di Anton Maria Maragliano scolpita nel 1710 che viene portata in processione al Santuario dell’Acquasanta ogni anno a Ferragosto. Dentro una nicchia è custodita una cassa più piccola e probabilmente più antica di autore ignoto.

Il Maragliano scolpì anche la cassa lignea con la decollazione di San Giovanni Battista che viene portata in processione ad Ovada il 24 giugno.

La meraviglia è intorno a noi … è una finestra verso l’infinito, che possiamo spalancare per trovare un po’ di sollievo in questi tempi cupi e claustrofobici.
[tratto dall’articolo “Gli effetti prodigiosi della meraviglia” pubblicato dalla saggista Annamaria Testa sulla rivista online Internazionale in data 19/01/2021]

Mastro cartaio al lavoro

Come arrivare ad Acquasanta

Coordinate di Acquasanta: 44°27’30.3″N 8°46’10.2″E

  • in auto: il casello autostradale più vicino è quello di Voltri/Prà sull’autostrada A10  che dista poco oltre 6km da Acquasanta. Da qui occorre poi percorrere la  provinciale SP456 del Turchino verso nord fin quasi a Mele dove si svolta a destra su Via Acquasanta. Dopo circa 3km si arriva a destinazione. Quest’ultima strada è strettissima e con curve, occorre prestare attenzione perché non è infrequente incrociare pullman di linea e camion che si recano presso una cartiera. Volendo evitare l’autostrada, l’alternativa è la provinciale SP456 del Turchino sia per chi proviene da nord (Ovada, Alessandria) che da sud (Genova, Ventimiglia). Nei pressi del Santuario e dell’ingresso delle Terme ci sono diversi parcheggi.
  • in bus: da Voltri, fermata in Piazza Rosa Parks/Via Don Verità vicino alla Stazione Ferroviaria, partono alcuni bus AMT giornalieri con destinazione Acquasanta Santuario e Stazione. Le linee sono la 101 ed il 101 barrato, quest’ultima effettua pochissime corse nell’arco della giornata. La domenica il numero degli autobus è molto ridotto. Per gli orari occorre consultare il sito AMT che è indicato più sotto.
  • in treno: fermata alla stazione di Genova Acquasanta sulla linea ferroviaria Genova – Acqui Terme o viceversa. Meglio verificare che il treno scelto fermi in questa piccola stazione poiché in alcune fasce orarie potrebbe non essere prevista la sosta. La domenica il numero dei treni che viaggiano su questa linea è purtroppo ridotto. Inoltre, durante le vacanze scolastiche estive, la ferrovia viene chiusa per lavori e c’è un servizio sostitutivo su gomma che però non ferma ad Acquasanta. Dalla stazione di Acquasanta che dista circa 1km dal centro si può andare a piedi oppure con la navetta. Per gli orari occorre consultare il sito Trenitalia che ho indicato più sotto. 

Oltregiogo Days

Da cinque anni si svolgono sia in primavera che in autunno due weekend gratuiti all’insegna della scoperta e valorizzazione di alcuni borghi e paesi dell’oltregiogo genovese che sono iscritti all’Associazione Oltregiogo. In queste due giornate vengono organizzate visite guidate in alcuni paesi e borghi associati.

Gli Oltregiogo Days sono una sorta di trasposizione dei RolliDays. I secondi sono un appuntamento irrinunciabile della città di Genova da diversi anni mentre i primi si svolgono appunto in terra d’Oltregiogo. Quest’area che in passato era controllata dalla Repubblica di Genova, era nota anche con l’antico nome di Marca Orbetenga.

Inutile dire che ogni anno le visite, quasi esclusivamente su prenotazione, raccolgono un gran numero di adesioni. Sul sito ed i vari canali social di questa associazione si possono visionare i prossimi appuntamenti in programma. Salvo variazioni, gli Oltregiogo Days si tengono solitamente nei mesi di maggio e settembre.

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2 commenti su “Acquasanta in Liguria tra cartiere, luoghi di fede, terme e natura”

  1. È proprio vero che a volte si fanno km per andare a vedere un borgo senza conoscere i dintorni di casa. Non mi vergogno a dire che pur abitando in Liguria ad una cinquantina di km da Acquasanta non conoscevo la storia di questo minuscolo borgo alle spalle di Genova. Mi hai dato l’idea per una gita in uno dei prossimi weekend non appena il meteo migliorerà 🙂

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