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Vacanza on the road in Alta Provenza con il cane

Vacanza in auto nel Vaucluse con il cane

L’anno scorso ci siamo concessi una vacanza on the road in Alta Provenza in Francia con il cane al seguito; ci siamo mossi tra Vaucluse, Gard e Luberon. In realtà è stata proprio la nostra segugia Daisy a darmi l’input per la scelta della nazione di vacanza perchè lei è un segugio francese, un Gascon Saintongeois.

Chissà che un giorno non si riesca ad andare a scoprire proprio la sua zona di origine, l’antica provincia (non più esistente) della Saintonge. 

Vacanza on the road in Francia: Briançon
Scendendo da Montgenèvre si notano due dei forti di Briançon

Con Daisy tutti gli anni ci concediamo vacanze di più giorni assieme in montagna e la portiamo  anche durante gite di un giorno in borghi o città d’arte. Questa però è stata la prima volta che abbiamo affrontato una vacanza on the road di più giorni con lei con l’intenzione di visitare soprattutto borghi perché il Vaucluse ha numerosi paesi inseriti nella lista dei “borghi più belli di Francia”.

Buona parte della nostra vacanza l’abbiamo trascorsa nel dipartimento francese della Vaucluse che appartiene alla regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra ma abbiamo effettuato qualche piccola fuga fuori dai confini di questo dipartimento per vedere alcuni luoghi che avevamo saltato durante un precedente viaggio. 

Il Vaucluse, il cui centro principale è Avignone è situato nella parte sud-est della Francia. Confina a sud con il dipartimento Bouches-du-Rhône (Marsiglia), ad est con Alpes-de-Haute-Provence (Digne-les-Bains), a nord con Drôme (Valence) ed a ovest con Gard (Nîmes).

Vacanza on the road in Francia con il cane
Il belvédère du Pelvoux tra Briancon e Gap

Alloggio: scelta del luogo e della struttura

Ancora una volta mi sono affidata ad un noto portale di affitto case-vacanza per trovare una sistemazione perché non avevo alcuna idea di che tipo di struttura scegliere. Avendo viaggiato tra fine settembre ed inizio ottobre non è stato difficile trovare luoghi disponibili a prezzi decisamente più bassi rispetto ai tre mesi precedenti, c’era l’imbarazzo della scelta. Il numero però si era un po’ ridotto perché alcuni non accettavano cani grandi e Daisy con i suoi 31kg non è proprio piccola.

Nei ristoranti non abbiamo mai avuto problemi durante tutta la vacanza, ci è sempre stato permesso di portarla con noi anche in un paio di locali più eleganti. Sarà stato il suo “fascino tipicamente francese” a convincere i ristoratori ad accettarla? In effetti di complimenti ne ha ricevuti parecchi sia per il suo buffo muso che per essersi comportata benissimo a tavola.

Solo il primo giorno di vacanza, quando ci siamo fermati a mangiare a Savines-le-Lac durante il nostro viaggio da Montgenèvre verso il Luberon, in una Brasserie ci è stato detto di sistemarci nei tavoli in terrazza poichè avevamo il cane.

Vacanza on the road nel Vaucluse
Siamo arrivati, che la vacanza cominci!

Dopo aver scelto le mete che avrei voluto visitare, ho cercato una località che fosse in posizione abbastanza centrale. La scelta era così ricaduta sulla colorata e pittoresca Roussillon posta nel cuore del Parc Naturel Regional du Luberon. Tra l’altro, manco a farlo apposta, Daisy arriva proprio da un paese italiano che si chiama Rossiglione. Strane coincidenze!

Un paio di settimane prima della partenza mi ero fatta dare i prezzi da alcune strutture, alberghi inclusi e poi avevo confermato e prenotato una villetta con giardino e piscina, appena fuori l’abitato di Roussillon che mi era sembrata la soluzione migliore con Daisy perché ci avrebbe concesso maggiore libertà rispetto ad un hotel.

Secondo alcune recensioni lette online dalla casa si poteva raggiungere il paese tranquillamente a piedi. Effettivamente la distanza era di soli 1,5km però la Route de Goult che avremmo dovuto percorrere non era illuminata da lampioni e pure priva di marciapiede. Il rischio di farci investire rientrando al buio dopo cena sarebbe stato alto, così ci siamo sempre spostati in auto.

Il giorno del nostro arrivo ho contattato Gilles, il Superhost proprietario della struttura, e ci siamo accordati per l’orario per la consegna delle chiavi ed il giro di perlustrazione della sua Villa Le Mazet di Roussillon.

Dove abbiamo soggiornato a Roussillon

Al nostro arrivo è stato davvero piacevole scoprire che la casa che avevamo affittato fosse ancor più bella delle foto viste sul sito e posta in una magnifica e tranquilla posizione in mezzo alla rigogliosa natura del Parco Naturale del Luberon.

Dopo il lungo viaggio da Montgenèvre, reso un po’ più pesante da un violento acquazzone che ci aveva accompagnato per diversi chilometri tra il lago di Serre-Ponçon ed Apt e che ci aveva costretti a ridurre di molto la velocità, non vedevamo l’ora di rilassarci un po’.

I chilometri tra le due città erano circa 240 ma avevamo fatto comunque qualche sosta per far sgranchire le zampe a Daisy, mangiare un boccone sul lago di Serre-Ponçon ed avevamo accumulato un po’ di ritardo per la pioggia battente.

Parco Naturale Regionale Luberon
Un tratto della nostra passeggiata mattutina

La villetta in stile provenzale ad un solo piano è ben tenuta e dotata di tutti i comfort incluso un giardino privato con piscina. E’ immersa in un bosco di macchia mediterranea, un luogo tranquillo in cui rigenerarsi.

La strada privata di accesso alla casa di Gilles prosegue oltre fino a diventare sterrata ed addentrarsi nel bosco dove si può passeggiare tra rocce rosa, rossastre e color d’ocra e la tipica macchia mediterranea. Sparse tra la vegetazione si notano altre villette, una più bella dell’altra, ben distanziate e tutte dotate di piscina e tanto verde attorno. Questo territorio fa parte del Parco Naturale Regionale del Luberon, riserva della biosfera e geoparco mondiale Unesco, che ospita un grande numero di specie animali e vegetali.

Ogni mattina è estremamente piacevole portare a spasso il cane in questo tranquillo angolo di paradiso tra mille profumi di pini ed altre essenze ed il canto degli uccelli come sottofondo.

La scelta di questa villetta si è rivelata molto azzeccata, sia per la posizione comoda per raggiungere le altre destinazioni del nostro viaggio ma anche per poter meglio godere della pace della natura e dei caldi colori di Roussillon. Ovviamente a fine vacanza abbiamo conservato il numero di telefono di Gilles per poter prenotare direttamente da lui in altre occasioni.

Idee per vacanze con il cane: Francia
Il giro di ricognizione di Daisy nella casa affittata comincia dalla cucina, , abbiamo un cane molto goloso 😀

Prima giornata: in viaggio verso Roussillon

Nei giorni precedenti ci eravamo concessi qualche giorno a Montgenévre perchè dovevamo fare alcuni piccoli lavoretti in casa ed intanto ne abbiamo approfittato per godere il finale di stagione estiva in montagna.

La domenica mattina chiudiamo casa a Montgenèvre, carichiamo l’auto e partiamo per la vacanza on the road (essendo in Francia forse sarebbe meglio scrivere “sur le chemin” ma non mi sembra che renda molto l’idea) verso il Vaucluse. Dopo la pioggia del giorno precedente oggi splende un bel sole ma a oltre 1.800 metri le temperature sono basse ed i larici stanno iniziando a tingersi di giallo. Tramite la Route Nationale N94 scendiamo a Briançon e poi proseguiamo verso sud. 

Il programma prevede di continuare sulla N94 fino al Lac de Serre-Ponçon fiancheggiando il corso del fiume Durance poi a Savines-le-Lac attraverseremo il lago fino a Gap e da li scenderemo verso il Luberon sulla A51 fino a raggiungere Roussillon nel tardo pomeriggio. Ovviamente il meteo ci farà cambiare un po’ il programma.

Viaggio on the road nel Vaucluse
Panorami lungo la strada nazionale N94 in direzione Vaucluse

Poco dopo aver lasciato Briançon cominciamo a vedere il cielo sempre più grigio nella nostra direzione di marcia ed una ventina di chilometri a sud prendiamo il primo lieve acquazzone della giornata ma dura poco.

La N94 attraversa alcune zone paesaggisticamente molto belle, inoltre non è trafficata e ci godiamo il viaggio. Facciamo una prima brevissima sosta al Belvédère du Pelvoux nel tratto tra Briançon e Gap. Da qui si gode una bella veduta del Monte Pelvoux; una tavola di orientamento aiuta ad identificare le montagne della zona. Un’enorme statua dell’alpinista britannico Edward Whymper mentre scala la Barre des Ecrins sembra quasi spronare i viaggiatori “Et qu’est ce qu’un homme? C’est un être debout qui se hausse sur la pointe des pieds pour apercevoir l’univers”.

Riusciamo ancora a fare una sosta sulle rive del Lac de Serre-Ponçon per far fare una passeggiata a Daisy sotto un cielo parzialmente velato e poi ci fermiamo a mangiare un boccone in una brasserie a Savines-le-Lac ma qui comincia a piovere forte.

Ricontrollo le previsioni e sono peggiori rispetto a quelle che avevo visto il giorno precedente. Nel primo pomeriggio avevo in programma un paio di soste per visitare due località ma mi spiace vederle sotto la pioggia battente. Decidiamo così di proseguire verso Roussillon anche perché il meteo più a sud è in miglioramento già dal primo pomeriggio.

Vacanza on the road in Francia con il cane
Lago di Serre-Ponçon: il livello ad inizio autunno 2022 è basso

Risaliamo in auto e, tra un temporale e l’altro, arriviamo a Roussillon dopo due ore e quaranta minuti di viaggio dove però ci attende un bel sole ed una temperatura gradevole.

Conosciamo il nostro Superhost Gilles, prendiamo possesso della villetta, scarichiamo i bagagli e poi ci concediamo un primo giro di ricognizione a Roussillon alla ricerca di un locale in cui cenare. Ne troviamo uno in centro che ha una bella terrazza panoramica ed ovviamente prenotiamo vista la discreta presenza di turisti che stanno girando per il paese. Nell’attesa dell’orario della cena ne approfittiamo per andare in esplorazione di questo bel borgo per scattare qualche foto.

Roussillon al tramonto è magico, saliamo fino al belvedere più alto del paese e da lì lo spettacolo delle calde tinte delle sue case e delle terre d’ocra accarezzate dal sole che tramonta rendono ancora più incantevole questo borgo che rientra giustamente tra i più belli di Francia.

Vacanza on the road nel Vaucluse
In viaggio verso il Vaucluse: mi piacciono queste strade alberate

Seconda giornata: le terre d’Ocra di Roussillon, Pont Julien, Lacoste, Lourmarin, Saint Rémy de Provence

Colazione in casa e poi ci prepariamo per la prima giornata alla scoperta del Luberon. Il mio programma è intenso, chissà se riusciremo a vedere tutto. Prima di partire porto Daisy a fare un giro sulla strada privata in cui si trova la nostra villetta. Il luogo è incantevole, di prima mattina il profumo della macchia mediterranea, complice anche l’umidità notturna, è molto intenso e corroborante.

Mentre camminiamo noto uno strapiombo sulla sinistra: falesie rossastre e colore dell’ocra sono proprio sotto di noi. Che spettacolo già di prima mattina!

Villa Le Mazet a Roussillon
Le nostre passeggiate mattutine nel bosco vicino a casa

Roussillon: le sentier des ocres

Alle 9:30 ci facciamo trovare all’ingresso del Sentier des Ocres di Roussillon. A breve distanza dalla cassa c’è un comodo parcheggio a pagamento con sbarra che costa 4 euro/giorno (anno 2023) dove ci sono diversi posti per le auto, immagino che in alta stagione si esauriscano in fretta. Il percorso delle Ocre è aperto tutto l’anno ma gli orari cambiano a seconda della stagione, ad esempio dal 1/7 al 31/8 è il periodo con un’apertura più ampia dalle 9:00 alle 20:00. Si possono tuttavia verificare chiusure improvvise a causa del rischio di incendi, forti piogge e temporali. Dalla bella balconata in prossimità della cassa si scattano belle foto al paese di Roussillon ma anche al panorama verso il monte Ventoux ed i monti di Vaucluse.

Il Monte Ventoux (Ventoso) è chiaramente riconoscibile con i suoi 1.910m di altitudine che ne fanno la vetta più alta del Vaucluse e la cima biancastra per la presenza di ghiaione calcareo e lastre di ardesia.

I sentieri delle Ocre di Roussillon sono due; c’è un percorso più breve di circa 35 minuti ed uno più lungo di 50 minuti che è quello che abbiamo seguito noi.

Cartolina da Roussillon, Vaucluse
Roussillon visto dal belvedere vicino al sentiero delle ocre

I due tinerari hanno una parte in comune poi il sentiero lungo effettua una piccola deviazione che consente di vedere . I percorsi sono ben segnalati con paline ed una piccola parte è accessibile anche alle persone con mobilità ridotta. I cani possono entrare solo se condotti al guinzaglio. 

L’anno precedente c’era stata una nostra amica con il suo cane e mi aveva avvisata che il terreno macchia molto sia le scarpe che i pantaloni lunghi. Avete presente quando si gioca a tennis sui campi di terra battuta rossa? Stesso effetto!
Noi avevamo così deciso di indossare un paio di pantaloni da trekking leggeri sintetici ma facilmente lavabili e delle vecchie scarpe da escursionismo prossime alla rottamazione. In realtà, avendo piovuto il giorno precedente, il terreno era leggermente umido ma non scivoloso e la terra non si è affatto sollevata mentre camminavamo. Anche Daisy che è bianca non si è sporcata più di tanto. Siamo stati fortunati.

A seconda dell’ora del giorno o delle condizioni meteo, le rocce e la terra sono caratterizzate da differenti tonalità e variazioni cromatiche, viene voglia di fotografare in continuazione. Il percorso in questa ex cava di ocra non è eccessivamente lungo, non pensate ad un trekking massacrante. Tuttavia, nonostante la presenza di alberi, penso che in piena estate faccia molto caldo su questi sentieri e che per la visita convenga prediligere le prime ore dopo l’apertura.

Alcuni cartelli spiegano la storia e la geomorfologia di questo sito rendendo ancora più interessante la visita; sono state anche predisposte alcune panche in cui sedersi per ammirare questo spettacolo di notevole effetto scenico e delle pedane con affaccio sulle terre d’ocra.

La visita all’Écomusée de l’ocre Ôkhra di Roussillon, posto sulla strada D104 verso Apt e ricavato nell’antica fabbrica d’ocra Mathieu, completa questa esperienza ed è interessante per i bambini perché vengono organizzate alcune attività come la produzione di coloranti naturali a base di ocre ed inchiostri vegetali.

Avendo preso alloggio a Roussillon e cenando spesso la sera in paese, abbiamo avuto modo di girarlo in più occasioni ma ve ne parlerò in un post dedicato.


Maggiori informazioni

Sentier des Ocres: sito web https://roussillon-en-provence.fr/decouvrir-2/sentier-des-ocres/ | costo biglietti anno 2023: 3,50 euro (individuale dai 10 anni), 2,50 euro (gruppi di almeno 15 persone), i minori di 10 anni non pagano | apertura: tutto l’anno con orari differenziati per stagione (ved. link qui sopra) | chiusura: 25/12 e 01/01 oltre ad alcuni giorni a gennaio e febbraio | Percorso non adatto a ciabattine estive aperte e scarpe da città, ai passeggini (meglio lo zaino portabimbi) |  E’ vietato riprendere con i droni, arrampicarsi sulle rocce ed uscire dai sentieri segnati.

Écomusée de l’ocre “Ôkhra”: sito web https://okhra.com | costo biglietti anno 2023: 9,50 (individuale dai 6 anni), i minori di 6 anni non pagano | apertura: 7 giorni su 7 da febbraio a novembre con orari differenziati in base ai mesi, a dicembre è aperto in alcune giornate, a gennaio è aperto solo su appuntamento. Nei mesi di luglio ed agosto l’orario di apertura è continuato dalle 10 alle 19.

Sentiero delle Ocre
Conformazioni lungo il Sentier des Ocres di Roussillon

Pont Julien

Dopo aver visto le Ocre di Roussillon, ci dirigiamo a Lacoste che dista poco meno di 12 km da Roussillon. Lungo la strada dipartimentale D108 ci fermiamo un attimo a vedere l’imponente Pont Julien, un ponte romano in possenti blocchi di pietra calcarea. Venne fatto costruire da Giulio Cesare nell’anno 3 a.C. sulla Via Domitia che collegava Torino a Narbonne per oltrepassare il fiume Calavon.

In quel periodo è completamente in secca ma la dimensioni delle arcate ed i possenti sostegni del ponte fanno pensare che in passato questo fiume fosse impetuoso. Adesso è solo un attraversamento per pedoni e ciclisti ma venne usato fino agli inizi degli anni 2000 dai veicoli, successivamente ne venne affiancato un altro per evitare di danneggiarlo irreparabilmente con il continuo passaggio di autovetture e mezzi pesanti.

Vicino al ponte ci sono alcuni cartelli con indicazioni di percorsi escursionistici e della ciclabile di Calavon.

In vacanza nel Vaucluse
Il Pont Julien

Lacoste

Dopo 6km su strada niente affatto trafficata arriviamo a Lacoste. Nell’ultimo tratto di strada in alcuni punti si possono scattare foto a questo paese arroccato sulle pendici di una collina. Questo borgo è visitabile solo a piedi e lasciamo l’auto nel comodo parcheggio Paysager posto sulla strada D106 a circa 300 metri dall’ingresso al borgo antico di Lacoste. Oltre al fatto di essere gratuito quel parcheggio ha il vantaggio di avere diverse piante e rimane ombreggiato.

Passiamo accanto ad un ristorante-pizzeria e ci addentriamo alla scoperta del caratteristico borgo di impronta medievale. Antichi portali decorati, tracce di archi e bifore sulle facciate dei palazzi, murature con contrafforti, selciati di ciottoli, resti di antiche mura ed il bel portale trecentesco rendono molto piacevole la visita di questo borgo.

Passiamo sotto al bel portale medievale de la Garde e saliamo nella parte più alta del paese dove si trovano i resti del Castello del Marchese de Sade che ad esso si ispirò per la descrizione del castello di Silling nella sua opera “Les 120 journées de Sodome, ou l’École du libertinage” del 1785. Dalla spianata del castello si gode un bel panorama.

Il complesso però è più antico e venne edificato nel XI secolo ed appartenne alla famiglia Simiane de la maison d’Agoult fino al XVII secolo poi venne acquisito dal Marchese de Sade che, quando non era imprigionato o internato in manicomio oppure in fuga da entrambi, era solito vivere in questa fortezza. 

Tra gli anni 20 e 70 del secolo scorso diversi pittori, poeti ed artisti di vario genere trovarono ispirazione a Lacoste. Nel borgo ha sede la SCAD, questo nome lo si ritrova su vari edifici e portoni, ossia una sorta di università privata americana fondata dal pittore Bernard Pfriem che attira numerosi giovani artisti desiderosi di apprendere varie forme d’arte. L’idea di fondo è che gli artisti in questo ambiente rustico possano essere meno distratti e concentrarsi maggiormente sull’arte. Di contro il paese è diventato una sorta di colonia americana perchè l’università ha inglobato nel tempo numerosi antichi edifici.

Nel 2001 il celeberrimo couturier francese Pierre Cardin ha acquisito l’intero complesso del castello e lo ha fatto restaurare con l’intenzione di farne la sua residenza ma anche di trasformare Lacoste in un centro culturale di lusso ed elitario acquisendo con il tempo anche altri edifici e dando vita annualmente ad un festival estivo di musica lirica e teatro nelle antiche cave del castello.

Oltre che perdersi nelle sue vie alla ricerca di angoli suggestivi da fotografare, altri edifici da ammirare a Lacoste sono la chiesa parrocchiale in stile romanico di Saint-Trophime del XII secolo, un antico mulino a vento, il Portal de la Garde.

In vacanza nel Vaucluse
I resti del Castello del Marchese de Sade

Lourmarin

Consumiamo un veloce spuntino a Lacoste e poi ci trasferiamo a Lourmarin che dista circa 18km. Troviamo fortunatamente un posto per l’auto in Avenue Raoul Dautry perchè mentre arriviamo sta uscendo un’auto francese ed iniziamo subito a girare per questa cittadina. 

Ci colpisce subito la posizione di questo paese nel dipartimento Vaucluse. Mentre quelli che abbiamo visto finora e molti di quelli che vedremo nei giorni successivi sono arroccati su colline o speroni rocciosi, Lourmarin è situato in un avvallamento.

Dapprima facciamo una passeggiata verso il Castello di Lourmarin che si trova proprio di fronte a dove abbiamo parcheggiato, oltre una verde spianata. Eretto nel XII secolo come fortezza con scopi difensivi ma rimaneggiato a più riprese e trasformato in una residenza, è il primo castello rinascimentale della Provenza. Cadde poi in rovina e venne ristrutturato agli inizi del XX secolo. Purtroppo l’ingresso è vietato ai cani, non volendo lasciare fuori Andrea e Daisy rinuncio alla sua visita anche se dalle foto che vedo sulla guida mi sembra interessante. Le stanze sono arredate con mobili antichi e vi si trovano collezioni di strumenti musicali, incisioni e varie opere d’arte. Il castello è aperto tutto l’anno tranne alcuni giorni a gennaio ed ospita anche vari eventi culturali e musicali.

Facciamo un giro nel parco attorno al castello in modo che Daisy possa socializzare con altri cani e poi ci spostiamo verso il centro di Lourmarin. Sulla strada passiamo davanti alla Chiesa Protestante ed alla fontana dei tre mascheroni (1937) che raffigurano i fiumi Durance e Rodano ed il massiccio del Luberon, tre importanti elementi di quest’area.

Come molti altri paesi che abbiamo visitato e che visiteremo è di dimensioni contenute ma vale la pena sostare ed andare a visitarlo. Visto dall’alto il centro di Lourmarin ha quasi la forma di una conchiglia Nautilus avvolta su se stessa. Ci sono tante botteghe, alcune molto originali (come quella che vende cappelli Panama), brasserie con i tavolini sui marciapiedi e nelle piccole piazzette, negozi con prodotti tipici ed artigianato. E’ piacevole perdersi nelle sue viuzze alla ricerca di scorci e dettagli da immortalare.

Tra questi c’è il curioso campanile che gli abitanti di questo paese chiamano “La Boîte à sel” ossia il contenitore del sale per via della sua forma che ricorda gli antichi portasale che venivano appesi alle pareti delle cucine. 

Prima di andare via ricordatevi di acquistare Le Gibassier che produce un panificio in centro. E’ un grosso biscotto secco di pasta sablée a forma di foglia appuntita il cui ingrediente principale è l’olio d’oliva locale e che si conserva bene per alcuni giorni. Le Gibassier non va confuso con la Pompe a l’huile d’olive, specialità provenzale, che invece è una focaccia in pasta brioche e profumata con la buccia d’arancia. Le Gibassier prima della guerra venivano prodotte solo per fine anno ma, visto il successo, i proprietari di questo panificio decisero di produrle tutto l’anno. Da allora questi particolari biscotti sono diventati una specialità tipica di Lourmarin. Le Gibassier deve il suo nome ai cacciatori che mettevano questo prodotto nei loro “gibecière” (carnieri) e lo portavano con sé durante la caccia.

Il Luberon è una terra generosa e nei negozi abbiamo trovato altri prodotti locali come olio d’oliva, formaggi di capra, mieli, patate, legumi, meloni, saponi ed altri prodotti a base di lavanda, vini.


Maggiori info sul Château de Lourmarin: sito web  https://chateaudelourmarin.com/ | costo biglietti anno 2023: 7,50 (individuale dai 16 anni), euro 3 (individuale 6-16 anni), i minori di 6 anni non pagano | apertura: tutto l’anno con orari differenziati in base ai mesi, è chiuso a Natale, Capodanno ed una decina di giorni a gennaio.

In vacanza nel Vaucluse con il cane
Castello di Lourmarin

Saint-Rémy-de-Provence

Non avendo visitato il Castello di Lourmarin abbiamo ancora un po’ di tempo prima di rientrare a Roussillon. Decidiamo così di spostarci a Saint-Rémy-de-Provence che dista circa 50km. Arriviamo nel tardo pomeriggio ma c’è ancora parecchio movimento in città pur essendo un lunedi. Sia il giorno precedente che oggi alle 15:30 si è svolta la “Course Camarguaise” nell’arena Chomel-Coinon in città ed è per questo che c’è parecchia folla.

E’ uno spettacolo tradizionale provenzale e camarghese di destrezza in cui persone vestite di bianco e dette “raseteur” cercano di arraffare tre oggetti che vengono appesi alle corna del toro in una sequenza ben precisa: coccarda, nappa e nastro. Sono i più abili riusciranno nell’intento. Non è una corrida ed il toro non viene ucciso, i raseteur non sono armati ma devono solo essere scaltri a sfilare i tre oggetti e non farsi colpire dai tori. Ci sono ovviamente degli aiutanti, i “tourneur”, che hanno il compito di distrarre gli animali per aiutare i raseteur nella loro impresa.

I tori sono tra l’altro sono le star della manifestazione; nelle locandine compaiono i nomi di questi animali a fianco di quelli dei raseteur che vengono invitati dall’organizzazione. L’ingresso all’arena è a pagamento: 10 euro (biglietto intero) e 5 euro (biglietto ridotto); questa corsa viene organizzata più volte durante l’anno e sul sito uffciale di Saint-Réemy-de-Provence sono indicate le varie date.

Purtroppo dopo l’intensa giornata non abbiamo molto tempo a disposizione e dobbiamo pertanto rinunciare alla visita dei due musei di Saint-Rémy-de-Provence: il Musée des Alpilles ed il Musée Estrine. Nel primo, ospitato in antico edificio rinascimentale, si ha uno spaccato della vita del XIX secolo sia della città che della campagna attraverso raccolte di dipinti, mobili, vestiti ed oggetti di uso quotidiano. Nel secondo invece, ricavato in un edificio del 1749, vengono organizzate mostre temporanee e viene narrato il percorso artistico e umano di Vincent van Gogh attraverso un video e l’esposizione di copie di lettere che lui scrisse ma non ci sono opere originali di questo artista.

Esploriamo il centro storico che è raccolto e si visita bene nel tempo che abbiamo a disposizione: l’Hotel de Ville ricavato in un antico convento, l’esterno della casa natale di Michel de Nostredame meglio noto come Nostradamus, la fontana a lui dedicata, le piazzette alberate con i tavolini dei vari locali ed alcuni artisti che si dilettano a dipingere, i vicoli con le case in stile provenzale con i muri in pietra chiara e le immancabili persiane azzurre, antiche iscrizioni su facciate. Anche Saint-Rémy-de-Provence ha il suo fascino, non a caso questa città ed i suoi dintorni avevano affascinato il celebre pittore Vincent van Gogh che qui soggiornò e dipinse le sue opere più preziose.

Rientriamo a casa un po’ stanchi ma contenti della giornata che abbiamo sfruttato fino alla fine, giusto il tempo di fare una doccia e poi ci godiamo un po’ di silenzio e tranquillità nella veranda della casa in affitto. Domani altro giro!


Office de Tourisme de Roussillon: 19 Rue de la Poste, 84220 Roussillon | Tel.: +33 4 90056025 | Sito web: www.luberon.apt.fr | Orario: dal lunedi al sabato dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 18:00, è chiuso la domenica e nelle feste nazionali.

Office de Tourisme de Lacoste: Place de l’Église, 84480 Lacoste | Tel.: +33 4 90061136 | Sito web: www.luberon.apt.fr | Orario: dal lunedi al sabato dalle 9:00 alle 11:30 e dalle 14:00 alle 17:00, il sabato è aperto solo al mattino, è chiuso la domenica e nelle feste nazionali.

Office de Tourisme de Lourmarin: Place Henri Barthélémy, 84160 Lourmarin | Tel.: +33 4 90681077 | Sito web: https://www.destinationluberon.com/ | Orario: dal martedi al sabato dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:00, è chiuso il lunedi.

Office du Tourisme de Saint-Rémy-de-Provence: Place Jean Jaurès, 13210 Saint-Rémy-de-Provence | Tel.: +33 4 90920522 | Sito web: https://www.alpillesenprovence.com/ | Orario: dal lunedi al sabato dalle 9:15 alle 12:30 e dalle 14:00 alle 18:30, la domenica e nei giorni festivi è aperto dalle 10 alle 12:30.

Vacanza on the road nel Vaucluse
Saint-Rémy-de-Provence

Terza giornata: Nîmes e Pont du Gard

Da Roussillon raggiungiamo Nîmes che dista circa 92km per vedere principalmente i suoi tre monumenti di epoca romana e conoscere il capoluogo del dipartimento Gard.

Nîmes

Lasciamo l’auto nel parcheggio sotto al centro commerciale La Coupole situato in comoda posizione e raggiungiamo il centro con una breve camminata. Dopo poco arriviamo sotto alla Cathédrale Notre-Dame-et-Saint-Castor consacrata nel 1096 dal papa Urbano II ma non riusciamo a vedere la facciata perché è in restauro. Faccio un rapido giro nel suo interno mentre Andrea e Daisy mi aspettano fuori su una panchina.

La chiesa subì numerosi rifacimenti. L’interno in stile neogotico presenta dei grandi organi del XVII secolo, un sarcofago di epoca gallo-romana ed alcuni dipinti di pittori locali di varie epoche.

Vacanza on the road nel Vaucluse
La Maison Carrée

Raggiungiamo la Maison Carrée costruita nell’anno 19 a.C. e candidata ad entrare nei siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco nel 2023. Questo edificio, che faceva parte del foro romano, viene considerato dai francesi il tempio di epoca romana meglio conservato al mondo.Come non dargli torto?

L’edificio si è mantenuto nel corso dei secoli perché è stato continuamente utilizzato anche se con scopi differenti. Per la sua costruzione si sono ispirati al Tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto.

Ci spostiamo poi verso la grandiosa e ben conservata Arena di Nîmes del I secolo d.C. che viene utilizzata ancora adesso per spettacoli vari, anche musicali, corride e rievocazioni storiche. Vederla mi ha fatto lo stesso effetto di quando ho visto per la prima volta l’Arena di Verona ed il Colosseo di Roma, ne sono rimasta estasiata. L’edificio, in buono stato di conservazone, è composto da due livelli di arcate sovrapposte ed al suo interno poteva ospitare fino a 23.000 spettatori sulle gradinate poste a diversi livelli. 

All’ingresso insieme ai biglietti prendiamo sia una mappa che le audioguide, incluse nel prezzo del biglietto, e poi seguiamo il percorso ascoltando le descrizioni man mano che raggiungiamo i numeri indicati sulla piantina.

Vacanza on the road nel Vaucluse
L’arena di Nîmes

Anche Daisy ha potuto entrare nell’anfiteatro ed è stata bravissima nonostante abbiamo impiegato un po’ di tempo per visitarla; ovviamente non ci ha risparmiato qualche occhiataccia ed una serie di sonore sbuffate.

Nel corso dei secoli l’arena di Nîmes subì varie trasformazioni d’uso: diventò una fortezza sotto i barbari Visigoti e poi un borgo fortificato con tanto di case costruite nel suo interno. Tuttavia le varie aggiunte all’edificio originario romano vennero poi smantellate. Dalla sommità dell’arena si gode una bella vista sulla città ed i dintorni.

Percorrere le gallerie di questo imponente edificio riporta inevitabilmente indietro nel tempo e, per via del vento che passa tra le arcate, sembra quasi di sentire i rumori di combattimenti tra gladiatori e belve feroci. In ultimo scendiamo al centro dell’arena, mi metto al centro e riprendo con il telefonino a 360 gradi immaginando quanto doveva essere impressionante trovarsi in questa parte dell’anfiteatro con tutte le gradinate piene di persone che incitavano i combattenti.

Vacanza on the road nel Vaucluse con il cane
Fa una certa impressione trovarsi al centro dell’arena

Vicino all’arena, all’interno di un ampio edificio modernissimo, è situato il Musée de la Romanité che custodisce numerosi preziosi reperti della città di Nîmes ma lo saltiamo non potendo far entrare il cane. Appena possibile ritorneremo sicuramente in questa città per poter vedere quanto non è stato possibile visitare oggi.

Mentre passeggiavamo in centro, non lontano dalla Maison Carrée, mi aveva colpito una lavagna davanti ad un locale in cui era scritto a grossi caratteri “sans gluten”. Non essendo così scontato trovare questa dicitura nei ristoranti francesi, dopo la visita all’arena, decidiamo di andare lì per consumare uno spuntino per pranzo e riposarci un attimo. E’ un ristorante con cucina libanese che serve alcune portate senza glutine ma anche vegane, vegetariane e senza lattosio. Nonostante io non sia un’amante della cucina speziata ed aromatica, ammetto di aver gradito il piatto di falafels accompagnato da hummus e babaghannouj. Andrea non rinuncia al dessert e si gusta alcuni Loukoum di vari gusti.

Daisy in vacanza in Francia
Daisy un po’ perplessa all’arena di Nîmes

Nel pomeriggio ci dedichiamo dapprima alla vista del Castellum Aquae, un antico bacino circolare in pietra scavato nelle rocce che distribuiva alla città di Nîmes l’acqua in arrivo dall’Acquedotto di Gard. Successivamente visitiamo la Tour Magne ossia la torre più alta nelle mura di epoca romana anche se adesso, a causa di crolli nel corso dei secoli, è più bassa. Belle visuali dalla sua sommità.

Infine facciamo una brevissima passeggiata nei Jardins de La Fontaine, un vastissimo e bel parco del XVII secolo creato sotto il Re Luigi XV, nelle cui vicinanze si trovano anche i resti del Tempio di Diana. I cani sono ammessi in questo bel parco purché condotti al guinzaglio.

A noi Nîmes è piaciuta molto e torneremo a visitarla perché ci siamo resi conto che merita più di una sola giornata di visita.

Maggiori info sulla Maison Carrée, Anfiteatro, Tour Magne e museo della romanità:
sito web https://www.arenes-nimes.com/ | Biglietti: c’è la possibilità di risparmiare qualcosa acquistando il Pass “Nîmes la Romaine” che consente di visitare ben 4 attrazioni e che vale 3 giorni: l’arena, la Maison Carrée, la Tour Magne ed il Musée de la Romanité. In alternativa si possono acquistare i biglietti singoli | Orari: meglio verificarli sul sito perché variano a seconda del monumento e dei mesi.

In vacanza nel Vaucluse
Il Pont du Gard

Pont du Gard

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo il Pont du Gard situato a circa 23km a nord-est di Nîmes, giusto in tempo per riuscire ancora ad entrare ed ammirare questa ciclopica opera di ingegneria.

La cassa chiude una mezz’ora prima della chiusura e per poter effettuare un’ adeguata visita del sito viene consigliato di arrivare almeno 50 minuti prima dell’ora di chiusura. Ci sono posteggi sia sulla riva sinistra del fiume (dove abbiamo parcheggiato noi) sia sulla destra.

Tra le casse ed i resti dell’acquedotto romano c’è una breve passeggiata su strada asfaltata in lieve salita che consente anche alle persone su carrozzine di potersi avvicinare alla struttura ed è comodo anche per i passeggini.

E’ annoverato, a ragione, tra le più belle costruzioni romane al mondo. Con le sue tre serie di arcate sovrapposte di differenti misure che sovrastano il fiume Gardon è anche tra i più alti acquedotti romani esistenti. Fin dal 1985 il Pont du Gard è inserito nell’elenco dei beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La sua costruzione iniziò nel 50 d.C., durò circa 5 anni e fu portata avanti da alcune centinaia di uomini. La città romana di Nemausus (poi diventata Nîmes) che si stava espandendo decise di dotarsi di un acquedotto per far arrivare in città l’acqua che fuoriusciva da una sorgente posta ad una cinquantina di chilometri di distanza. La pendenza dalla sorgente fino a Nîmes non è eccessiva e l’acqua veniva trasportata per gravità. Il poter avere un acquedotto era un simbolo di prestigio per Nîmes e permise inoltre la costruzione di stabilimenti termali, vasche di raccolta, fontane ma anche di migliorare la qualità della vita e la salute dei propri cittadini.

Vicino alle casse c’è un piccolo museo che spiega la storia degli acquedotti romani, come venivano costruiti ed il loro funzionamento. E’ coinvolgente anche per i bambini ed i ragazzi.

E’ possibile accedere alla spiaggia vicino alle rive del fiume per rilassarsi o nuotare, prendere il sole o fare un picnic. Su entrambe le rive del fiume vi sono inoltre alcuni sentieri che permettono di accedere a punti leggermente sopraelevati dai quali si hanno belle visuali sul ponte ma anche di vedere altre piccole porzioni dell’acquedotto. Tuttavia la parte più spettacolare è quella con le tre arcate che sovrasta il fiume.

Maggiori info sul Pont du Gard: sito https://www.pontdugard.fr/fr | Biglietti: 9 euro parcheggio per l’intera giornata ed accesso al Pont du Gard. L’accesso al museo costa 6,50 euro a persona (adulti), ingresso gratuito ai minori di 18 anni | Orario: i resti dell’acquedotto sono visitabili tutto l’anno ma con orari differenziati in base ai mesi, meglio consultarli sul sito | Vengono organizzate anche visite guidate

Rientriamo in serata a Roussillon ed andiamo subito a cena. Stasera proveremo un altro ristorante in centro.
Devo ammettere che abbiamo cambiato locale ogni sera per provarne diversi ed abbiamo sempre mangiato e bevuto molto bene. Ce ne sono così tanti a Roussillon che non siamo ovviamente riusciti a provarli tutti.

Per la cena, a base di pesce, scegliamo una bottiglia di vino bianco AOC Luberon della tenuta Château La Canorgue. Il nome dell’azienda produttrice e l’immagine sull’etichetta mi ricordano qualcosa, faccio una rapida ricerca con un motore di ricerca ed ecco che questa è la tenuta in cui erano state girate diverse scene della commedia romantica A Good Year di Ridley Scott del 2006 con Russell Crowe e l’attrice francese Marion Cotillard come protagonisti.

Ovviamente prendo nota del nome del vino e dell’indirizzo di questa azienda che annoto tra i posti da cercare durante l’ultimo giorno di vacanza perché è situata a Bonnieux, proprio sulla strada tra Roussillon e la Costa Azzurra che percorreremo per tornare in Italia.


Office de Tourisme de Nîmes:  6 Bd des Arènes, 30000 Nîmes | Tel.: +33 4 66583800 | Sito web: https://www.nimes-tourisme.com/fr/ | Orario: tutti i giorni dalle 09:00 alle 19:00.

Vacanza on the road nel Vaucluse con il cane
Pont du Gard

Quarta giornata: Gordes, Village de Bories e Abbaye Notre-Dame de Sénanque

Ieri abbiamo percorso un po’ di chilometri, oggi invece restiamo un po’ più vicini a Roussillon. La prima tappa odierna è Gordes.

Gordes

Gordes, un antico borgo abbarbicato su uno sperone di roccia a 340 metri sul livello del mare che già affascina per la sola posizione, dista circa 10km da Roussillon. Noi partiamo subito dopo colazione e riusciamo ad arrivare in un orario in cui c’è ancora poca gente in giro.

Man mano che saliamo con l’auto lungo la strada D15 notiamo almeno un paio di punti panoramici in cui poter fotografare l’abitato di Gordes nel suo complesso da una posizione privilegiata. La strada dipartimentale è abbastanza stretta, priva di linea di mezzeria ed in alcuni punti affiancata da una ciclabile. Inoltre in lunghi tratti è chiusa ai lati da muretti a secco che spesso non consentono di vedere oltre, per poter scattare foto è bene trovare un posto sicuro in cui fermarsi con l’auto per non intralciare la circolazione.

Parcheggiamo l’auto in Place René Cassin, un comodo ed abbastanza ampio parcheggio a pagamento, dove ci sono ancora molti posti liberi e poi a piedi raggiungiamo il centro in poco meno di 10 minuti.

Gordes fin da subito colpisce per la sua bellezza. Sarà anche molto turistico ma è un vero e proprio gioiellino con le sue case in pietra chiara, le persiane azzurre e gli scuri in tinte pastello, le fontane, le curiose botteghe, le viuzze ripide pavimentate con pietre o ciottoli, le piazzette che fanno venire voglia di fermarsi a gustare un calice di vino o anche solo ad ammirare qualche artista che sta disegnando con i pastelli o dipingendo.

Nonostante siano da poco passate le 9 del mattino ci sono già diversi artisti seduti a dipingere o disegnare, alcuni sono attrezzati di tutto punto.

Le origini di Gordes si perdono nella notte dei tempi e risalgono al XI secolo quando attorno al castello vennero edificati vari edifici fino a creare un vero e proprio borgo fortificato e protetto da una cinta muraria. In epoca rinascimentale è la famiglia Simiane d’Agoult che lega il suo nome allo sviluppo di questo borgo.

In epoche successive però Gordes alternò periodi di floridezza e sviluppo ad altri molto difficili. Pestilenze, catastrofi naturali impoverirono il territorio e gradualmente determinarono la fuga dei suoi abitanti. Sembra quasi impossbile che si stia parlando della Gordes che vediamo adesso!

Come spesso succede, grazie ad alcuni artisti che intorno agli anni 50 del secolo scorso hanno riscoperto questo paese del Vaucluse ed hanno ristrutturato le antiche case, il villaggio di Gordes ha cominciato a rivitalizzarsi ed adesso è tra i borghi più belli di Francia. Grazie anche al film di Ridley Scott che ho citato in precedenza Gordes è entrato di diritto tra quelli più visitati nel Vaucluse.

Noi trascorriamo quasi tutta la mattinata a Gordes e visitiamo il castello, le cantine scavate nella roccia del Palais Saint Firmin, la Chapelle des pénitents Blancs, l’esterno della Aumônerie Saint Jacques (l’interno non è visitabile) che in passato era considerata una cappella ma poi si scoprì essere un ostello che ospitava i pellegrini diretti a Santiago di Campostela, la Chiesa di Saint-Firmin del XVIII secolo, il Castello di Gordes dell’anno mille.

Soprattutto giriamo per il borgo e percorriamo le sue “calades” ossia le stradine acciottolate con alcuni bassi gradini e fiancheggiate da muretti in pietra che erano usate in passato per il trasporto delle merci sul dorso dei muli e studiate apposta per agevolare il transito di questi animali.

Piccole botteghe artigianali e gallerie d’arte, antiche insegne che penzolano o dipinte sui muri, brasserie e negozi in cui acquistare prodotti tipici e leccornie varie completano questo gioiellino del Vaucluse.

Vacanza on the road nel Vaucluse
Gordes

Village des Bories

Andiamo poi a vedere l’antico e curioso Village des Bories che dista poco più di 2 km da Gordes. Una volta abbandonata la strada dipartimentale D2 all’altezza di un cartello che indica la direzione per il “Village des Bories”, il percorso di circa 1,7km diventa via via sempre più stretto e tortuoso. Ci sono alcune curve cieche, il fondo è dissestato e la strada è fiancheggiata su entrambi i lati da muretti a secco rendendo a volte impossibile il passaggio contemporaneo di due auto.

I camper e gli autobus devono necessariamente sostare nel parcheggio all’incrocio con la D2 e poi si raggiunge il villaggio a piedi o in bici. Invece per le auto esiste un piccolo parcheggio vicino all’ingresso del villaggio in pietra.

Vicino al corso del fiume Sénancole si trova questo antico sito, Village des Bories, che ospita un particolare ed interessante villaggio in pregevole pietra a secco.

La particolarità è che il villaggio risale al XVII secolo ed è stato occupato fino al 1800 ma le costruzioni sono state edificate secondo criteri costruttivi tipici di migliaia di anni addietro.

Subito dopo l’ingresso c’è un edificio dentro al quale è possibile assistere ad un breve video in lingua francese con sottotitoli che racconta la storia del ritrovamento di questo villaggio.

Intorno al XVII secolo, a causa dell’aumento della polazione e della mancaza di terreni fertili, alla popolazione più povera ed ai contadini ed allevatori vennero ceduti terreni aspri e lontani dai centri abitati. Questi li disboscarono e dissodarono a gran fatica per cercare di ottenere pascoli e terreni da coltivare.

Le pietre tolte dal terreno diventarono così un materiale da costruzione decisamente economico. Sfruttando il sistema costruttivo usato fin dalla preistoria, vennero edificati edifici con l’utilizzo di sole pietre a secco. In queste zone sono state ritrovate un numero impressionante di queste costruzioni.

Con l’abbandono del villaggio da parte dei suoi abitanti, queste case finirono con l’essere invase dalla vegetazione ma anche usate dagli abitanti dei paesi vicini come cave dalle quali recuperare pietre già squadrate e pronte all’uso.

La riscoperta di questo villaggio si deve a Pierre Viala uno scrittore e poeta che acquistò un cascinale in zona ed imbattendosi nei resti di queste costruzioni se ne innamorò perdutamente e decise di riportarle alla vita restaurandole. Molte sono andate perdute, altre sono ancora sepolte sotto alla vegetazione ma quelle che possiamo vedere adesso offrono un interessante spaccato di come si svolgeva la vita dei contadini ed allevatori nei dintorni di Gordes tra il XVII ed il XIX secolo.

Si possono vedere ovili, recinti per animali, forni, case di abitazione ma anche alcuni oggetti utilizzati dagli abitanti del villaggio. E’ un’attrazione molto adatta anche alle famiglie con bambini.

La visita di tutto il villaggio richiede poco più di un’ora. Daisy ha potuto entrare con noi, ovviamente i cani vanno tenuti al guinzaglio. Data la presenza di terreno sconnesso o con gradoni e l’accesso difficoltoso ad alcune costruzioni, non è un’attrazione adatta alle carrozzine, passeggini ed alle persone con difficoltà motorie. In piena estate, essendoci poche piante, temo sia molto caldo.

Il Village des Bories è aperto tutto l’anno, tranne 25/12 e 01/01, dalle 9 e chiude nei seguenti orari:

  • 1/10 – 31/03: ore 17:30
  • aprile – maggio – settembre: ore 19:00
  • giugno – luglio – agosto: ore 20:00 

Il biglietto di ingresso individuale costa: 8 euro (adulto), 4 euro (bambini e ragazzi da 12 a 17 anni e studenti), i minori di 12 anni entrano gratuitamente, ci sono tariffe leggermente scontate per i gruppi.

Vacanza on the road nel Vaucluse
Uno degli edifici nel Village des Bories

Abbaye Notre-Dame de Sénanque

In ultimo ci concediamo la visita all’Abbaye Notre-Dame de Sénanque.

Premesso che, vista in primavera come nel 2005 e circondata dai campi violacei di lavanda, l’Abbazia di Sénanque è incredibilmente affascinante, devo ammettere che l’ho rivista con piacere in questa occasione. E’ un fulgido e leggiadro esempio di architettura cistercense. Inoltre, visitandola fuori dal periodo di fioritura della lavanda, a mio avviso ci si può maggiormente concentrare su questo antico complesso monastico e la sua misticità.

L’Abbazia di Sénanque, costruita in un vallone in prossimità del fiume Sénancole, venne fondata il 23 giugno del 1148 da parte di alcuni monaci cistercensi. Le sue forme originarie sono quelle tipiche dello stile stile architettonico dei cistercensi. L’Abbazia si sviluppò ed ebbe una notevole importanza tra i secoli XIII e XIV ma già agli inizi del XV secolo cominciò il suo degrado ed il numero dei monaci si ridusse sensibilmente.

Seguirono lunghi periodi infausti. L’Abbazia venne data alle fiamme, parte degli edifici distrutti o crollati a causa dell’incuria, si aggiunse inoltre l’epidemia di peste. Nel 1792, in piena Rivoluzione Francese, venne venduta ad un privato che rimosse la croce, le campane e lo stemma dell’abbazia per preservare quello che restava dai rivoluzionari.

Negli anni successivi nell’abbazia si trasferirono nuovamente alcuni monaci ma vennero poi cacciati alla fine del 1800. Altri monaci ritornarono a più riprese fino ad arrivare al 1988 in cui un piccolo gruppo di monaci cistercensi di Lérins si stabilì nuovamente nell’antica abbazia di Sénanque.

Questi monaci la gestiscono attualmente e mandano avanti le varie attività ad essa collegate (apiario, oliveto, visite … ecc.) seguendo la Regola di San Benedetto ed alternando momenti di preghiera al lavoro comunitario.

Le visite guidate in lingua francese durano un’oretta e sono prenotabili online sul sito dell’Abbazia di Sénanque. Poiché i posti sono limitati è fondamentale prenotare. Durate la visita vengono mostrate  l’abbazia, la sala capitolare, il chiostro, il locale che ospitava il sistema di riscaldamento e l’antico dormitorio. Queste visite guidate si svolgono dal lunedi al sabato tra le 9:40 e le 18 con una pausa per l’ora di pranzo e la domenica dal primo pomeriggio fino alle ore 18.

In alternativa è possibile visitare l’Abbazia Notre-Dame de Sénanque in autonomia dal lunedi al sabato dalle 9:30 alle 11 (ultimo accesso) e poi dalle 13:00 alle 17:00 (ultimo accesso) oppure la domenica dalle 13:00 alle 17:00 (ultimo accesso). In questo caso è utile l’HistoPad che è disponibile in 10 lingue incluso l’italiano. L’HistoPad è un tablet digitale completo di cuffie che permette di  esplorare, anche grazie alla realtà aumentata, il complesso abbaziale e catapulta il visitatore al periodo di maggior splendore dell’Abbazia di Sénanque.

I prezzi dei biglietti (anno 2023) sono i seguenti:

  • visita guidata: 8,50 euro a persona (dai 18 anni)
  • visita libera con Histopad: 9 euro a persona
  • studenti dai 18 ai 25 anni: 6 euro a persona
  • bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni non compiuti: 4 euro a persona
  • i minori di 6 anni, i religiosi e le guide turistiche entrano gratuitamente

Il complesso abbaziale di Sénanque non è accessibile alle persone con difficoltà motorie, alle carrozzine, ai passeggini per la presenza di scale e percorsi difficoltosi. I cani non sono ammessi. E’ un luogo di culto ed, oltre ad un abbigliamento consono, è richiesto silenzio e rispetto dei luoghi.


Office de Tourisme de Gordes:  Place Genty Pantaly, 84220 Gordes | Tel.: +33 4 9072 0275 | Sito web: https://www.destinationluberon.com/ | Orario: tutti i giorni dalle 09:00 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18:00.

Quinta giornata: L’Isle-sur-la-Sorgue, Fontaine de Vaucluse

“Chiare fresche dolci acque” è il tema della giornata odierna. Sentiamo già un po’ l’avvicinarsi della partenza e tutto sommato ne siamo dispiaciuti, forse Daisy è quella più contenta perché probabilmente sogna di fare una bella corsa in qualche bosco dell’ovadese.

Isle-sur-la-Sorgue

In mattinata raggiungiamo questa cittadina situata a circa 25km ad ovest di Roussillon. E’ adagiata sulla Sorgue un fiume, subaffluente del Rodano, che nasce nei pressi del paese che visiteremo dopo.

E’ particolare con le sue case ed i locali che si affacciano sull’acqua, le numerose botteghe di antiquari ed artisti, in molti punti sono ben visibili le ruote idrauliche a pale che ruotano placidamente. Alcune zone centrali invece mi hanno un po’ delusa, forse è stata solo un’impressione della zona che abbiamo attraversato a piedi dal punto in cui abbiamo parcheggiato l’auto per arrivare nella piazza della Chiesa di Notre-Dame-des-Anges. 

A Isle-sur-la-Sorgue si tiene una rinomata Fiera Internazionale dell’Antiquariato ed delle Antichità (Foire Internationale Antiquités et Brocantes) che richiama numerosi appassionati e collezionisti due volte l’anno.

Un altro evento molto particolare è il mercato galleggiante (Marché Flottant) che si svolge una volta l’anno nel mese di agosto sul canale in Esplanade Robert Vasse. I venditori, in abiti tradizionali provenzali, mostrano e vendono al pubblico assiepato ai bordi del canale la loro mercanzia (frutta, verdura, formaggi, fiori … ecc) che viene trasportata su imbarcazioni piatte. Un certo René Légier negli anni sessanta aveva visto questo tipo di mercato in un suo viaggio in Thailandia ed aveva pensato di riproporlo anche nel suo paese.

Isle-sur-la-Sorgue
Una delle numerose ruote idrauliche a pale di Isle-sur-la-Sorgue

Fontaine-de-Vaucluse

Dopo uno spuntino a Isle-sur-la-Sorgue ci trasferiamo poco lontano a Fontaine de Vaucluse dove nasce il fiume Sorgue.

Sulla Route de Cavaillon (D24) c’è un ampio parcheggio a pagamento dalle 8 alle 20, comodo per raggiungere a piedi il centro del paese in meno di 5 minuti. Ci sono anche alcune piante e se si è fortunati si riesce a parcheggiare all’ombra. Anche i camper possono sostare qui. 

Appena arriviamo in centro, ho un senso di déjà vu. Sono convintissima di esserci già stata, in effetti una volta a casa riguardando le foto della vacanza della primavera 2005 riconosco la località.

Visitiamo la graziosa Chiesa romanica di Notre-Dame-Saint-Véran dell’XI secolo. La facciata è molto semplice, nel suo interno spiccano la tomba del Santo Vérain ed un altare marmoreo.

Da Place de la Colonne, dove al centro si trova una colonna dedicata al celebre poeta Petrarca, imbocchiamo la passeggiata abbastanza ombreggiata che fiancheggia il fiume Sorgue fino ad arrivare alle sue sorgenti.

E’ un luogo molto turistico, lungo quasi tutta la passeggiata, sul lato opposto al fiume ci sono diversi chioschi e negozi che vendono souvenir oppure cibo e bevande. Quel giorno sono praticamente tutti chiusi, probabilmente la stagione turistica si è conclusa.

Arriviamo fino al punto in cui nasce la Sorgue. Francesco Petrarca visse alcuni anni a Fontaine-de-Vaucluse e grazie alla serenità di questo ambiente trovò ispirazione per alcuni suoi componimenti e pare che con la frase “chiare, fresche e dolci acque” si riferisse proprio alla sorgente del fiume Sorgue.

Al ritorno ci fermiamo a visitare la cartiera Vallis Clausa che produce ancora la carta utilizzando le tecniche tradizionali del XV secolo. Al piano sotto di noi un addetto sta facendo una dimostrazione e dando alcune spiegazioni ad un gruppo di visitatori francesi.

La grossa ruota del mulino di 7 metri di diametro e composta da 48 pale ad acqua era alimentata dal rio Pagodon e permetteva di far funzionare i macchinari che pressavano la carta con degli appositi martelli fino ad estrarre completamente l’acqua. 

E’ interessante sentire il racconto e vedere tutte le singole fasi di lavorazione fino ad ottenere fogli di carta come nel periodo alto medievale. Mi ha stupita molto vedere tutto il lavoro e la passione che c’erano dietro ad un semplice foglio di carta.


Office de Tourisme de Isle-sur-la-Sorgue: 13 Place Ferdinand Buisson, 84800 L’Isle-sur-la-Sorgue | Sito web: https://islesurlasorguetourisme.com/ | Orario: è aperto dal lunedi al venerdi dalle 8:30 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17:30, il terzo sabato del mese dalle 9 alle 12 (nei mesi di luglio ed agosto è chiuso il sabato).

Office de Tourisme de Fontaine de Vaucluse: 4 Rte de Cavaillon, 84800 Fontaine-de-Vaucluse | Tel.: +33 4 9038 0478 | Sito web: https://islesurlasorguetourisme.com/ | Orario: dal lunedi al sabato dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 13:30 alle 17:30.

Sesta giornata: rientro in Italia

Vacanza finita purtroppo! Contattiamo Gilles e la moglie Beatrice per la restituzione delle chiavi della casa e poi ci mettiamo in marcia.

Anche stamattina abbiamo modo di apprezzare la cura nel mantenere i filari di viti del Vaucluse, in questi giorni  ne abbiamo notato molti durante i nostri spostamenti e siamo rimasti affascinati dalla bellezza dei paesaggi vitivinicoli di questa zona della Francia.

Effettuiamo una prima sosta allo Château la Canorgue non lontano da Bonnieux per acquistare una confezione da 6 bottiglie di vino bianco Luberon, quello che avevamo bevuto al ristorante qualche sera prima.

Il luogo è splendido ma, come avevo letto sul sito, i proprietari non amano che si giri per l’azienda o che si facciano riprese video e fotografiche di quello che è stato il set del fim A Good Year. Essere la location di quel film è stata una bella esperienza ma, a distanza di tanti anni dall’uscita della pellicola, sono stanchi dell’atteggiamento di tanti turisti che non rispettano i loro spazi e talvolta cercano di intrufolarsi nella proprietà.

Riprendiamo il viaggio verso casa e, armandoci di tanta pazienza, affrontiamo i numerosi cantieri autostradali con diversi salti di carreggiata ed alcune code per restringimenti di corsie che troviamo sia sulla A10 che sulla A26 dal confine francese fino alle porte di casa.

In ultimo ma non per ultimo

Non è stata una vacanza riposante perché abbiamo macinato diversi chilometri e cercato di vedere quanto più possibile nei giorni che avevamo a disposizione, qualcosa purtroppo ci è sfuggito e recupereremo in una prossima vacanza. Seguendo su IG e TW i siti turistici ufficiali francesi, mi sono resa conto che il Vaucluse ha un numero impressionante di borghi ed attrazioni da scoprire.

Siamo rientrati a casa molto soddisfatti di aver scoperto il dipartimento del Vaucluse che conoscevamo solo in parte. Il Vaucluse è un territorio che regala emozioni, profumi, belle sensazioni. Oltre che per i suoi paesaggi, i borghi uno più bello dell’altro, le città ricche di storia e la sua rigogliosa natura, il Vaucluse merita di essere visitato anche per le iniziative culturali ed artistiche che lo animano.

Prodotti tipici

Lungo le numerose strade che abbiamo percorso, abbiamo incrociato vigneti, uliveti, campi coltivati con erbe aromatiche ed officinali, apiari, musei dell’olio d’oliva, della lavanda, del vetro e della ceramica e dei tessuti, aziende per la produzione di formaggi con latte caprino, birrifici artigianali, distillerie ed aziende vitivinicole. Non c’è che l’imbarazzo della scelta!

Queste terre offrono anche diverse varietà di mieli, legumi, verdure e frutti come ad esempio il gustoso melone di Cavaillon o le fragole di Carpentras.

La natura è generosa con le terre del Vaucluse e non resta che scoprirne, ma soprattutto assaporarne tutti i preziosi frutti (in senso generico), durante la vacanza.

Come ho già avuto modo di dire altre volte, penso che, per conoscere a fondo un territorio, non ci si debba solo limitare alla visita delle sue bellezze naturali ed architettoniche ma anche gustarne i prodotti.

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Meteo e periodi consigliati

Il Luberon ed il dipartimento di Vaucluse sono belli da visitare quasi in qualunque stagione, ho visto foto scattate in primavera con i numerosi campi di lavanda fiorita, i papaveri rossi e le ho trovate stupende.

Personalmente non sceglierei l’estate perché non amo il caldo eccessivo e neppure la troppa folla. Anche la mia amica che c’era stata in agosto con il cane mi aveva confermato che in certe giornate c’era parecchia afa ed aveva dovuto fare attenzione soprattutto al 4 zampe.

L’inverno non è la stagione più indicata, inoltre alcune attrazioni non sono neppure visitabili.

All’inizio dell’autunno quando ci siamo stati noi il meteo è stato più che buono. Dopo un’estate afosa come quella del 2022 di giorno c’erano ancora temperature piacevoli mentre sia la mattina che la sera, quando portavo a spasso il cane per la prima ed ultima passeggiata della giornata, le temperature scendevano un pochino.

In questa stagione inoltre i paesaggi cominciano a tingersi dei caldi colori autunnali, si assiste alla vendemmia, c’è meno gente nei borghi e la vacanza diventa molto rilassante. Il rischio di qualche acquazzone è comunque da mettere in conto.

Colonna sonora

Durante il viaggio in auto attraverso borghi e città dell’alta Provenza abbiamo ascoltato alcune emittenti radio francesi, molte delle quali trasmettevano musica rap ed hip hop. Ci hanno fatto compagnia due brani in particolare. Uno è “Makeba” della cantautrice francese Jeanne Louise Galice meglio nota come Jain. L’altro è “Calm down” del cantante e rapper nigeriano Divine Ikubor, più conosciuto come Rema che veniva riproposto molto spesso finendo con il diventare il motivo tormentone della nostra vacanza.

Note

  • Per portare il cane in Francia è obbligatorio che sia dotato di microchip o tatuaggio (se fatto prima del 03/07/2011), di libretto di vaccinazioni ed anche del passaporto per animali da compagnia che viene rilasciato dai servizi veterinari della propria ASL dopo avergli fatto fare la vaccinazione antirabbica dal proprio veterinario di fiducia. Meglio informarsi presso la propria ASL sulle tempistiche per il rilascio del passaporto che solitamente viene consegnato nel giro di pochi giorni ed anche sulla procedura richiesta. In ogni caso devono trascorrere 21 giorni tra la prima somministrazione del vaccino e la data di partenza.
  • In Francia alcune razze di cani non sono ammesse, sono quelli che rientrano nella categoria “cani d’attacco”. Inoltre vi sono alcune limitazioni anche per “cani da difesa e da guardia”. Meglio informarsi prima di partire
  • Oltre al tatuaggio/microchip fissate una targhetta al collare o pettorina del cane con il suo nome ed il vostro numero di telefono preceduto dai numeri 0039. In caso di smarrimento,  sarà più agevole contattarvi nel caso in cui il cane venga ritrovato da persone che non possono leggere il microchip.
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Vacanza nel Vaucluse: cosa fare e vedere
Una mongolfiera sorvola Roussillon di prima mattina: il Vaucluse ci saluta così

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6 commenti su “Vacanza on the road in Alta Provenza con il cane”

  1. Apparte il fatto che questo è davvero un bellissimo viaggio e le foto che avete postato sono strepitose, ma la cosa più bella è che l’avete fatto con la vostra Daisy.

  2. Che bel giro che avete fatto! Adoro la Provenza, così sono corsa a leggere questo articolo completissimo e ho scoperto in effetti delle località che non ho ancora visitato, come Isle sur la Sorgue. Mi ha fatto piacere invece vedere che anche voi avete visitato il Village des Bories, che non è così scontato!

    1. Grazie Marina 🙂 , ad essere sincera me ne sono così innamorata che ci sto facendo un pensierino per trascorrere il “post pensionamento” , il villaggetto seppure ricostruito è grazioso ed anche Daisy lo ha apprezzato molto. Mi hanno colpita il metodo di costruzione ed il fatto che fino al 1800 fosse abitato

  3. Daniele & Marilena | Fiveintravel

    Ciao Raffaella! Anche noi l’anno scorso tra fine giugno e primo luglio ci siamo concessi un breve ma intenso on the road alla scoperta di queste zone ed è per questo che abbiamo letto con ancora più piacere il tuo resoconto in compagnia della tua “assistente blogger” Daisy!
    Complimenti per questo interessante e dettagliato articolo che tornerà utile a chi deciderà di scoprire questo straordinario dipartimento francese!

    1. Ciao ragazzi, mi ricordo del vostro gradevolissimo articolo che ovviamente avevo letto con piacere e mi aveva motivata a sottoporre a Daisy questa zona tra le destinazioni per le nostre ferie di fine estate / inizio autunno.

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