Oggi vi racconto della nostra ultima escursione al Monte Ebro in provincia di Alessandria che abbiamo effettuato sabato 4 giugno. Dopo l’acquazzone del weekend precedente ed il conseguente lieve calo delle temperature (a me molto gradito), queste ultime avevano iniziato nuovamente a risalire. In particolar modo era aumentato il tasso di umidità che è quello che mal sopporto.
L’idea di base era quella di non fare troppa strada in auto ma di trovare comunque un luogo abbastanza fresco, meglio se posto ad una discreta quota per trascorrere una giornata nella natura con il nostro cane.
Così mi è venuto in mente di provare un’escursione che avrei voluto effettuare già da un po’ di tempo: l’itinerario che dalla ex colonia di Caldirola conduce alla cima del Monte Ebro. Quest’ultimo con i suoi 1700 metri è il punto più alto della provincia di Alessandria.
Siamo partiti intorno alle 8 dall’ovadese ed in poco più di un’ora siamo giunti nei pressi del cancello dell’ex Colonia della Provincia di Alessandria situata nella frazione La Gioia, un paio di chilometri fuori dall’abitato di Caldirola. In autostrada il traffico era già consistente ma in direzione opposta alla nostra perchè tutti si stavano muovendo verso il mare.
Il percorso in auto è stato piacevole, soprattutto il tratto lungo la provinciale SP100 che si snoda nella verdeggiante Val Curone e fiancheggia in alcuni tratti l’omonimo torrente che purtroppo era quasi in secca. Nella zona tra Volpedo e Fabbrica Curone abbiamo notato diversi chioschi lungo la strada in cui le aziende agricole della zona vendono i loro prodotti, soprattutto frutti. Per un attimo mi è sembrato di essere nei Paesi Bassi dove questa pratica è assai diffusa.
Queste vallate, chiuse a nord dalla Pianura Padana ed a sud dall’Appennino Ligure, fin dai tempi più remoti sono state zone di passaggio e di interscambio tra le popolazioni. Qui infatti passava una delle Vie del Sale, non ne esiste solo una ma se ne contano diverse lungo tutto l’appennino che separa Piemonte ed Emilia con la Liguria. Come alcuni sentieri del passato venivano percorsi da mercanti, allevatori e contadini, oggigiorno sono meta di persone amanti dell’escursionismo a piedi, a cavallo o in bicicletta e dai trail runner. La rete sentieristica della Val Curone è lunga complessivamente circa 350km.
Le possibilità di trascorrere una vacanza rilassante ed a stretto contatto con la natura, a tratti selvaggia, sono molteplici in Val Curone e nella zone limitrofe. Inoltre, cosa non da meno, queste terre in cui si allevano bovini, ovini e caprini e si coltivano la vite come pure diverse varietà di alberi da frutto sono perfette anche per deliziare il palato.
Poco dopo aver oltrepassato l’abitato di Fabbrica Curone notiamo le indicazioni per il Tempio della Fraternità dei Popoli di Cella di Varzi che dista circa 3km. C’eravamo stati alcuni anni fà e merita di essere visitato, è un luogo di pace e meditazione. La Val Curone confina con la provincia pavese e numerose sono le strade che portano verso questi territori, percorrendo i sentieri è facile saltare da una regione all’altra. Noi però proseguiamo verso Caldirola lungo la strada provinciale SP100.
Anche questa è una terra di confine, siamo in Piemonte ma a breve distanza da Lombardia, Emilia Romagna e Liguria.
Escursione Monte Ebro
Parcheggiamo l’auto nello spiazzo adiacente il cancello della ex Colonia Montana della Provincia di Alessandria. Lo spazio non è enorme e ci sono anche alcune grosse e profonde buche dove è meglio non passare con l’auto ma al momento c’è solo un’altra auto con due escursioniste e possiamo quindi scegliere la zona che più ci aggrada per posteggiare.
In un lato dello spiazzo c’è una palina che indica la direzione da prendere per raggiungere la nostra meta odierna. Il sentiero da seguire è il numero 106, i tempi di percorrenza indicati sono di 1 ora di cammino per il Rifugio Ezio Orsi ed 1 ora e 50 minuti per arrivare al Monte Ebro.
Daisy è felice di fare una camminata nella natura: è un percorso nuovo e sarà sicuramente ricco di odori sconosciuti ed interessanti. Nel primo pezzo la teniamo legata, poi la slegheremo.
Lungo l’itinerario non troviamo molte deviazioni, il percorso risulta ben segnalato sia tramite cartelli affissi sugli alberi che indicano il numero del sentiero oppure il nome del Rifugio Orsi (peccato per i chiodi piantati) che con il classico segnavia bianco/rosso orizzontale su piante e sassi che aiuta ad individuare il percorso da seguire nella boscaglia. In ogni caso ho mappato la traccia GPX ed in fondo al post trovate il link per scaricarla dal mio spazio su Wikiloc.
La prima parte è una carrozzabile sterrata che passa vicino al percorso per le MTB e le bici da downhill in vari punti. Alcune corde e nastri di plastica delimitano e separano i due percorsi. Lungo il sentiero 106 abbiamo trovato tracce di pneumatici con una marcata tassellatura in diversi punti, probabilmente qualche moto lo ha percorso. Ciononostante, forse a causa dei molti mesi di siccità, non abbiamo trovato il percorso scavato dal passaggio di moto.
Più avanti la strada sterrata si trasforma in un sentiero che sale nel bosco di faggi alternando pezzi un po’ più ripidi ad altri in falsopiano. Il terreno nei punti in cui è privo di foglie è molto scivoloso, probabilmente nei giorni precedenti qui ha piovuto più intensamente che da noi. Al ritorno dovrò ricordarmi di fare attenzione per evitare scivoloni.
Nonostante sia una giornata calda il sentiero nel bosco che è praticamente in costante salita è ombreggiato e piacevole da percorrere, probabilmente il fatto di essere oltre i 1000 metri aiuta. Lungo il cammino vediamo faggi, maggiociondoli ed altre specie arboree come il sorbo. Attraversiamo un paio di zone più aperte, poi però il sentiero rientra nella boscaglia.
Sul tragitto incontriamo la Fontana del Butto dove abbeveriamo Daisy in modo da conservare l’acqua che abbiamo messo nello zaino per quando arriveremo in cima al monte. Dopo poco meno di un’ora giungiamo in una verde radura a 1397 metri in cui si trova il Rifugio Ezio Orsi che però quel giorno è chiuso. Solitamente nei fine settimana è aperto ed è possibile gustare qualche pietanza (si raccomanda di prenotare telefonicamente). Negli altri giorni una stanza del rifugio rimane sempre aperta per fornire un eventuale riparo di emergenza agli escursionisti. Il rifugio è gestito dal CAI di Tortona ed alcuni volontari. Nel prato ci sono alcuni tavoli con panche per poter pranzare all’aperto.
Fiancheggiamo la staccionata che circonda il rifugio e, seguendo le indicazioni di una palina, proseguiamo sul sentiero 106 verso il Monte Ebro. Nelle vicinanze c’è un’altra fontana (Fontana Pessina) con acqua corrente ed ovviamente Daisy si ferma ad assaggiare anche quella. A noi viene il dubbio che voglia stilare una classifica delle migliori acque che trova lungo i percorsi. Tutte le volte che incontra una sorgente, un ruscello od una fontana lei deve assaggiare l’acqua.
Dopo il rifugio il sentiero sale in maniera decisamente più ripida nel fitto bosco rispetto al tratto precedente. Poco più avanti usciamo dalla vegetazione, incrociamo una piccola zona acquitrinosa e poi continuiamo a salire tra distese erbose e varie fioriture che purtroppo non so identificare.
Arriviamo sul crinale ed incrociamo il sentiero 200, svoltiamo a sinistra e percorriamo l’ultimo tratto sulla cresta fino a raggiungere la cima del Monte Ebro. Il sentiero 200 è un bell’itinerario ad anello a lunga percorrenza che parte da Stazzano e si snoda nelle Valli Borbera e Spinti, è lungo un centinaio di chilometri ma è possibile percorrerlo a tappe.
Giunti sulla sommità, visto che la temperatura è piacevole, decidiamo di effettuare qui la sosta e ne approfittiamo per consumare il pranzo al sacco. Poco dopo arrivano anche le altre due escursioniste che avevamo incontrato al parcheggio ed una coppia che invece era salita dalle Capannette di Pey e dal Monte Chiappo. Anche gli altri seguono il nostro esempio e Daisy riesce ad elemosinare cibo da tutti gli escursionisti. Giungono in vetta anche tre giovani con le moto elettriche da cross ma procedono lungo il sentiero 200 verso il Monte Gropà.
Sulla cima del Monte Ebro c’è una croce metallica che riporta le parole “Beato l’uomo che ha in te la sua forza e nel cuore le ascensioni”, numerosi escursionisti hanno poi lasciato targhe in memoria di amici e piccoli ricordi. In una scatola di plastica ai piedi della croce è custodito un quaderno in cui è possibile scrivere qualche pensiero a ricordo dell’escursione.
Vista la sua altitudine, il Monte Ebro è un fantastico punto panoramico. Nelle giornate terse si gode una splendida vista a 360 gradi sulle sottostanti Val Curone, Val Borbera, verso il Mar Ligure e le principali cime dell’appennino Ligure e poi ancora la Pianura Padana ed anche l’arco alpino. Purtroppo quel giorno c’è molta afa e le varie cime si distinguono a fatica pur avendo portato con noi il binocolo. L’ideale è utilizzare una di quelle app per smartphone che identificano le varie cime.
Purtroppo è impossibile vedere le Alpi. Distinguiamo chiaramente il Monte Chiappo (1.699m), il Monte Carmo (1.642m), il Monte Antola (1.597m), il Monte Lesima (1.724m) con l’inconfondibile cupola bianca di un impianto radar. Cerco con lo sguardo il Monte Tobbio ma non riesco ad individuarlo con certezza perchè la foschia non mi permette di notare la chiesetta sulla sua sommità. Mi sembra di vedere il Monte Beigua con le sue antenne ed i ripetitori ma non ne sono certissima, magari è qualche altra cima.
Dopo la sosta rientriamo al parcheggio seguendo lo stesso itinerario dell’andata, lungo il percorso incrociamo altri quattro escursionisti che procedono in senso opposto al nostro ed una famiglia che si gode un po’ di relax nel prato presso il Rifugio Orsi. All’andata invece avevamo incrociato solo un escursionista solitario. Il sabato è una giornata tranquilla per percorrere questo itinerario.
Dati tecnici dell’itinerario
Tutti i dati sotto riportati sono da ritenersi puramente indicativi.
- Partenza/arrivo: parcheggio presso ex Colonia di Caldirola in loc. La Gioia (1.100m)
- Tappe intermedie: Rifugio Ezio Orsi (1.397m) e Monte Ebro (1.700m)
- Tipologia escursione: andata e ritorno si effettuano sullo stesso itinerario
- Lunghezza totale percorso: circa 9,6km
- Dislivello positivo: 570m
- Altitudine massima: 1.700m
- Altitudine minima: 1.100m
- Tempo percorrenza: circa 3 ore, escluse soste
- Difficoltà: E (escursionistico)
- Sentieri: 106 e 200
- Segnavia: ci sono alcuni segni bianchi/rossi orizzontali sulle pietre, qualche cartello con le indicazioni per il Rifugio Orsi sui tronchi degli alberi e le paline poste negli incroci principali
- Carta/mappe:
- Periodi consigliati: primavera ed autunno, talvolta anche inizio estate. In piena estate (luglio ed agosto) le temperature sono troppo alte ed in inverno c’è il rischio di trovare ghiaccio e talvolta molta neve.
- Copertura cellulare: con gli operatori Fastweb, Iliad e CoopVoce in qualche punto ho avuto problemi di copertura
- Note: consiglio di verificare le condizioni meteo prima di partire. Il percorso non è adatto a bambini piccoli o ai passeggini, è necessario dotarsi di zaino portabimbi. Suggerisco abbigliamento e calzature adeguati alle escursioni in montagna viste le condizioni dei sentieri, racchette telescopiche da Nordic Walking, cappellino, occhiali da sole, crema solare con protezione alta, giacca antivento e antipioggia leggera, scorta acqua o bevande. Sulla cima del Monte Ebro non c’è alcun rifugio.
- Disclaimer: https://giringiro.eu/utility/disclaimer-dichiarazione-di-non-responsabilita/ (leggere in particolare gli articoli 3-4-6-8-10)
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Variante ad anello Caldirola – Ebro
Con un’amica abbiamo provato ad inizio luglio 2023 una variante al percorso Caldirola/Ebro sopra indicato. All’andata abbiamo seguito lo stesso percorso della volta precedente seguendo dapprima il sentiero 106 e poi 200.
Dopo la sosta sulla cima dell’Ebro e la conseguente pausa pranzo, abbiamo però scelto un altro itinerario per ritornare al parcheggio. Abbiamo ripercorso il sentiero 200 fino alla prima palina e proseguito su quella mulattiera, che corre sul crinale ed offre delle magnifiche visuali, in direzione dei monti Cosfrone/Panà/Gropà. Dopo circa 1km di cammino abbiamo raggiunto il monte Cosfrone e poi proseguito in direzione del Monte Panà. Poco dopo aver superato un cancello da pascolo, abbiamo preso una deviazione sulla destra con indicazione Rifugio Orsi (sentiero 114).
Purtroppo il punto in cui occorre deviare sul sentiero 114 e che dista circa 900 metri dalla cima del Monte Cosfrone, non è ben indicato. Nel pascolo, oltre i paletti della recinzione, si intravede a fatica una bassa palina in mezzo all’erba. A mio avviso sarebbe stato meglio posizionarla più vicina al sentiero 200 per renderla maggiormente visibile.
Il primo tratto del sentiero 114 che scende gradualmente nel pascolo non da l’idea di essere stato percorso di recente perchè è invaso dall’erba alta. Non è difficile, solo non ben identificabile. Dopo un primo tratto nel pascolo in lieve pendenza, ci addentriamo nel bosco di faggi e scendiamo in maniera più ripida. in questo tratto nel bosco fitto cattura la nostra attenzione un tronco. Sembra quasi di intravedere una figura magica, il volto di un druido del bosco. La mulattiera presenta alcune curve e termina sul retro del Rifugio Orsi. Il tratto del sentiero n° 114 nel bosco è discretamente segnalato e, a parte alcuni rami caduti, in buono stato.
Facciamo una breve sosta sul bel prato davanti al Rifugio Orsi e poi rientriamo al parcheggio seguendo il sentiero 106.
Nonostante la non facile identificazione della deviazione da seguire, questa variante a noi è piaciuta molto soprattutto per le gradevoli visuali tra Ebro e l’intersezione con il sentiero 114.
Dati tecnici della variante
Tutti i dati sotto riportati sono da ritenersi puramente indicativi.
- Partenza/arrivo: parcheggio presso ex Colonia di Caldirola in loc. La Gioia (1.100m)
- Tappe intermedie: Rifugio Ezio Orsi (1.397m), Monte Ebro (1.700m), Monte Cosfrone (1.659m)
- Tipologia escursione: giro ad anello
- Lunghezza totale percorso: circa 10,8km
- Dislivello positivo: 580m
- Altitudine massima: 1.700m
- Altitudine minima: 1.100m
- Tempo percorrenza: circa 3 ore e 20 minuti, escluse soste
- Difficoltà: E (escursionistico)
- Sentieri: 106, 200, 114
- Segnavia: ci sono alcuni segni bianchi/rossi orizzontali sulle pietre, qualche cartello con le indicazioni per il Rifugio Orsi sui tronchi degli alberi e le paline poste negli incroci principali
- Carta/mappe:
- Periodi consigliati: primavera ed autunno, talvolta anche inizio estate. In piena estate (luglio ed agosto) le temperature sono troppo alte ed in inverno c’è il rischio di trovare ghiaccio e talvolta molta neve.
- Copertura cellulare: con gli operatori Fastweb, Iliad e CoopVoce in qualche punto ho avuto problemi di copertura
- Note: consiglio di verificare le condizioni meteo prima di partire. Il percorso non è adatto a bambini piccoli o ai passeggini, è necessario dotarsi di zaino portabimbi. Suggerisco abbigliamento e calzature adeguati alle escursioni in montagna viste le condizioni dei sentieri, racchette telescopiche da Nordic Walking, cappellino, occhiali da sole, crema solare con protezione alta, giacca antivento e antipioggia leggera, scorta acqua o bevande. Sulla cima del Monte Ebro non c’è alcun rifugio.
- Disclaimer: https://giringiro.eu/utility/disclaimer-dichiarazione-di-non-responsabilita/ (leggere in particolare gli articoli 3-4-6-8-10)
Tracce GPX
Tramite i due link sottostanti potete visionare e/o scaricare le tracce GPX di questi due percorsi che partono da Caldirola ed arrivano al monte Ebro:
- percorso Caldirola/Ebro con andata e ritorno sullo stesso itinerario: https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/da-caldirola-al-monte-ebro-passando-per-rifugio-ezio-orsi-106101235
- percorso Caldirola/Ebro con ritorno dal monte Cosfrone (anello): mappa su Google Maps
Note valide per entrambi gli itinerari
- i periodi consigliati sono la primavera, l’estate (meglio partire presto ed evitare le ore più calde a luglio ed agosto) e l’autunno. In inverno il percorso è proibitivo a causa di neve e ghiaccio e forti raffiche di grecale. Non lontano da qui si scia: in località La Gioia ci sono una seggiovia e 4 piste da sci. Nella bella stagione la seggiovia permette ad escursionisti ed appassionati di downhill di salire agevolmente sul Monte Gropà.
- quando abbiamo effettuato il percorso non c’erano particolari criticità. In caso di forti piogge o vento il sentiero potrebbe però presentarsi in maniera diversa (es. alberi caduti, tratti sconnessi … ecc.) rispetto a come lo abbiamo trovato noi.
- il bel Rifugio Ezio Orsi è gestito dai volontari del CAI di Tortona che ne curano anche la manutenzione, per essere sicuri di trovarlo aperto il mio consiglio è di consultare sempre la pagina FB del rifugio che ho indicato più sotto. Al rifugio non c’è alcun wi-fi e la connessione internet è scarsa in queste zone. È un ottimo sistema per riconnettersi con la natura, noi stessi e le altre persone.
Cos’altro fare a La Gioia e Caldirola
- divertirsi al bike-park Caldirock: la seggiovia monoposto è attrezzata per trasportare in quota le MTB ed e-bike, 11 diversi percorsi con varie difficoltà consentono agli appassionati di downhill e MTB di divertirsi. La seggiovia un po’ datata è usata anche da escursionisti che preferiscono giungere in cima al Monte Gropà e Monte Giarolo e poi da lì intraprendere escursioni. Al bike-park ci sono docce e spogliatoi ed un’impianto per lavare le biciclette. Chi fosse sprovvisto della bici può noleggiarne una.
- escursioni a piedi o bici ai Monti Giarolo (1473m), Gropà (1446m), Chiappo (1699m), Antola (1597m).
Prodotti e piatti tipici della Val Curone e zone contigue
Ormai lo sapete che mi piace raccontarvi un territorio anche attraverso i suoi prodotti più tipici, ecco dunque quello che potete degustare in Val Curone e nelle sue vicinanze.
- fragole, albicocche e pesche di Volpedo
- ciliegia “La Bella di Garbagna”, presidio Slow Food
- vino Timorasso
- formaggio Montébore dalla particolare forma che ricorda una torta nuziale, a latte crudo (70% vaccino e 30% ovino), presidio Slow Food
- salame Nobile del Giarolo
- formaggette e tome con latte vaccino, ovino o caprino oppure miste
- funghi e tartufi
- la Turta in Pèssa
- il Brö ‘d Carvò (brodo di Carnevale con fagiolane, lardo, aglio e cipolle, piatto semplice della tradizione contadina che si cucinava in quel periodo nel piazzale davanti alla chiesa. La locale Pro Loco lo ripropone durante la sagra del paese)
In conclusione
L’escursione al Monte Ebro, a parte il dislivello positivo di 700 metri, non presenta particolari asperità o punti esposti. E’ comunque un itinerario escursionistico e va affrontato con abbigliamento e calzature idonee. E’ un ottimo percorso da effettuare nelle mezze stagioni (primavera ed autunno). In estate il clima può essere un po’ troppo caldo mentre in inverno c’è il rischio di trovare ghiaccio ma anche neve perchè comunque è posto ad una quota tra i 1.100 ed i 1.700 metri.
Come raggiungere l’ex colonia di Caldirola
L’ex colonia provinciale di Caldirola è facilmente accessibile dal Piemonte, dalla Liguria ed anche dal pavese:
- in auto: da Asti e Torino occorre percorrere le autostrade A21 e poi A7 ed uscire al casello di Tortona (Al). Da Milano e Pavia si viaggia lungo l’autostrada A7 in direzione di Genova e si esce al casello sopra indicato. Infine da Genova si transita sulla A7 in direzione Milano e si esce a Tortona (Al). Da Tortona è necessario seguire le indicazioni per Monleale, Fabbrica Curone e poi Caldirola e percorrere la strada provinciale SP100. L’ex colonia è situata in località La Gioia a breve distanza da Caldirola.
- in treno: la stazione ferroviaria più vicina è quella di Tortona. Da qui è possibile raggiungere Caldirola con i bus di linea della compagnia STP Alessandria (consultare gli orari sul sito di questa azienda).
Link utili
- Val Curone: http://www.valcurone.org/
- Rifugio Ezio Orsi: https://it-it.facebook.com/rifugioorsi/
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Se la Val Borbera ti affascina, dai un’occhiata anche all’itinerario che parte dalle Capanne di Cosola e sale prima al monte Chiappo e poi al monte Ebro.
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Mi piace l’inverno, ma i trekking in estate sono un’altra cosa..molto verde questa escursione, immersione totale in natura, bello!
Allora siamo in due a preferire le temperature più freschine, nel fare le escursioni in montagna! Stupendo il percorso nel faggeto poi …
Non conoscevo questa escursione e devo dire che il contesto naturalistico e paesaggistico che hai raccontato, mi stuzzica non poco!