L’Ovadese e, più in generale, l’Alto Monferrato si prestano ad essere percorsi a piedi ed anche con mezzi a due ruote. La vicinanza al versante piemontese dell’Appennino Ligure ed una natura spesso ancora abbastanza incontaminata con numerosi boschi ne fanno una buona meta per chi ama praticare attività o camminare all’aria aperta.
Avendo suggerito tre itinerari da effettuare in e-bike oppure con la bicicletta muscolare per i più allenati, penso sia giunto il momento di fornire anche qualche indicazione su tre percorsi ad Ovada e dintorni per chi invece ama camminare a piedi e magari in compagnia del proprio cane.
I tre itinerari escursionistici partono da Ovada o dalle sue immediate vicinanze. Per ciascuno di essi vi segnalo comunque quante più informazioni possibili in modo che possiate farvi un’idea del percorso e delle sue criticità.
In every walk with nature one receives far more than he seeks [ossia: in ogni passeggiata nella natura si riceve molto più di quanto si cerchi]
John Muir
Li ho recentemente provati tutti e tre questi itinerari nell’ovadese e sono in buono stato. Nei percorsi 1 e 2 ho trovato qualche pianta abbattuta sul sentiero ma è facilmente oltrepassabile. Si tratta comunque di percorsi sprovvisti di segnavia che si svolgono di preferenza lungo sentieri e strade sterrate ma in alcuni punti è comunque necessario proseguire lungo strade provinciali asfaltate perché non ci sono percorsi alternativi. In questi tratti occorre prestare attenzione soprattutto con bambini o cani al seguito perché talune sono trafficate.
Eventualmente vi consiglio di scaricare le tracce GPS che ho indicato nei dettagli di ciascun itinerario in modo da potervi orientare al meglio.
Pur non essendo percorsi estremamente tecnici si svolgono comunque in buona parte in mezzo ai boschi e su sentieri preappenninici, talvolta sconnessi. Come di consueto consiglio l’uso di abbigliamento adeguato (meglio se a strati) e calzature con suole scolpite, meglio se Vibram, adatte alle escursioni in montagna.
1) Giro sulle alture e nei boschi dell’Ovadese
Ecco dunque il primo dei tre itinerari da effettuare a piedi nell’ovadese. E’ un percorso di poco superiore ai 13km di lunghezza e con un dislivello positivo complessivo di circa 450 metri. Non ci sono particolari asperità, basta un minimo di allenamento e senso dell’orientamento. Alcuni tratti si svolgono necessariamente su strade asfaltate ed occorre prestare attenzione ai veicoli.
Descrizione dell’itinerario
Dal parcheggio posto all’incrocio tra Strada Rebba e Via Molare ad Ovada, Daisy ed io percorriamo la strada provinciale SP456 in direzione di Molare. Questo è il tratto su asfalto più pericoloso e trafficato. Cerco quindi di tenere il guinzaglio del cane molto corto e di spostarmi sulla banchina non appena possibile.
Dopo circa 500 metri deviamo sulla stretta strada asfaltata a sinistra. Come riferimento, sul lato opposto della provinciale, c’è un negozio di lampadari. Questa strada, detta dell’Impiccato, fiancheggia nel tratto iniziale la zona industriale Co.In.Ova.
Poco più avanti teniamo la destra, la strada diventa sterrata ed inizia a salire. A questo punto libero il cane perchè non c’è più rischio di incrociare veicoli. Anche nei due bivi successivi teniamo sempre la destra. Pian piano il percorso si trasforma in un sentiero sterrato che sale nella boscaglia, a tratti in maniera più ripida, in altri meno.
In alcuni punti il fondo è molto sconnesso: sia per le forti piogge autunnali ma, soprattutto, per il passaggio serale o notturno di mezzi fuoristrada che hanno creato profondi solchi.
Arriviamo in cima alla zona denominata Faiello e svoltiamo a destra sulla carrozzabile sterrata. Dopo aver oltrepassato alcuni cascinali ristrutturati, al bivio successivo, imbocchiamo il sentiero di sinistra che sale nel bosco.
Quest’altro tratto si svolge interamente nel bosco ed è abbastanza simile a quello percorso in precedenza anche come pendenza. Ci sono diversi arbusti, castagni ed alberi tipici della zona appenninica come sambuco nero, olmo campestre, querce, roverelle ma anche alcuni pini silvestri.
Dopo circa 1,7km il sentiero intercetta la strada asfaltata del Termo e questo è il punto più alto dell’itinerario (515m s.l.m.).
Subito prima di incrociare l’asfalto metto di nuovo il guinzaglio a Daisy. Svoltiamo a destra in direzione di Rossiglione e percorriamo circa 600 metri in continuo saliscendi su asfalto. Arrivate in prossimità di una cascina in stato di abbandono (ruderi di Cascina Moglia), saliamo a sinistra sullo sterrato. Daisy può nuovamente tornare libera per un bel tratto con sua immensa gioia. Solitamente nelle zone non trafficate uso il guinzaglio avvolgibile con fettuccia da 8 metri che le offre un pochino di libertà ma il poter stare libera ad annusare tutto quello che vuole e per il tempo che le necessita è tutta un’altra cosa.
Al bivio poco più avanti teniamo la sinistra e, costeggiando le pendici del Bric della Cacalupa, scendiamo nel versante opposto a quella percorso in precedenza su asfalto. In alcuni punti si sente il rumore dell’autostrada A26 in lontananza. In breve giungiamo alla piccola chiesetta di Santa Lucia immersa nel bosco. Qui c’è una fonte dove solitamente faccio bere il cane o riempio la sua borraccia. L’area si presta anche a consumare l’eventuale pranzo al sacco. A fianco della chiesa c’è pure un portico che si è rivelato utile in una giornata in cui aveva iniziato a piovere proprio mentre avevamo deciso di fare la sosta pranzo con i panini. Vengo spesso da queste parti a camminare, anche da bambina era una classica meta domenicale questa piccola chiesa.
L’unica accortezza che si richiede ai viandanti è di riportare a casa i propri rifiuti e non trasformare il luogo in un immondezzaio.
Proseguendo verso nord sulla strada sterrata ci ricongiungiamo nuovamente con la strada asfaltata del Termo. Anche se il tratto su asfalto non è molto preferisco legare di nuovo Daisy perchè quando decide di segugiare si mette a fare zig zag incurante di tutto il resto del mondo. Svoltiamo a destra su asfalto e procediamo per circa 350 metri sulla carrozzabile in direzione Costa d’Ovada/Ovada fino al quando, a destra tra la vegetazione, si nota un sentiero che scende nel bosco e che fiancheggia il corso del Rio Volpina. Talvolta, soprattutto in inverno, c’è acqua nel rio ed il cane ne approfitta per bere.
Anche in questo pezzo nel bosco Daisy torna felicemente libera. Dopo circa 1,2km giungiamo presso il Cimitero di Costa d’Ovada. Giriamo a sinistra ed arriviamo ala frazione di Costa d’Ovada. Al bivio successivo svoltiamo di nuovo a sinistra sulla strada del Termo ed usciamo dall’abitato. Dopo circa 500 metri scendiamo sulla ripida strada asfaltata a destra (Strada Requaglia), passiamo sopra al ponte sul Rio Requagliolo e risaliamo brevemente.
Poco più avanti, a sinistra, deviamo sulla breve strada sterrata che sale tra la vegetazione e che si ricongiunge con la strada asfaltata del Faiello. Svoltiamo a destra e, dopo aver oltrepassato la Chiesa di San Venanzio, percorriamo gli ultimi 900 metri fino a ritornare al punto di partenza dell’escursione.
Daisy soddisfatta dell’escursione e di tutti gli odori che ha analizzato con il suo nasone, salta subito nel bagaglio dell’auto e si accoccola sull’enorme cuscino. E’ soddisfatta del giro!
Note sul percorso
- ci sono solo tre punti in cui abbeverare il cane: fontana di Santa Lucia, rio Volpina e rio Requagliolo. Tuttavia nella stagione più calda spesso i due rii sono quasi o completamente asciutti. Nel pieno della torrida estate 2021 anche la fontanella di Santa Lucia era in secca. Consiglio di portare una scorta d’acqua per il nostro amico a 4 zampe, soprattutto se si effettua il percorso nella stagione estiva od in orari più caldi.
- l’itinerario è adatto ad essere percorso anche in MTB o e-bike; una parte della salita sulla strada dell’Impiccato è abbastanza tecnica anche perchè il fondo è stato rovinato dalle piogge e dal passaggio dei fuoristrada
Dettagli tecnici
- Partenza/arrivo: parcheggio libero in Strada Rebba, coordinate 44°37’19.3″N 8°37’10.9″E
- Tappe intermedie: Chiesa di Santa Lucia, Costa d’Ovada
- Tipologia escursione: giro ad anello
- Lunghezza totale percorso: poco oltre 13 km
- Ascesa complessiva: 445m (altitudine cumulativa)
- Tempo percorrenza: circa 3 ore e 1/2
- Difficoltà: E (escursionistico)
- Segnavia: nessuno
- Copertura cellulare: con gli operatori Iliad, Fastweb e CoopVoce la copertura non era ottimale in alcuni punti
- Disclaimer: https://giringiro.eu/utility/disclaimer-dichiarazione-di-non-responsabilita/ , leggere in particolare gli articoli 3-4-6-8-10
Traccia GPX
Nel mio account sul sito Wikiloc è disponibile la traccia GPX che può essere visualizzata e/o scaricata liberamente per potersi orientare lungo l’itinerario vista la mancanza di segnaletica ->
2) Anello del Requagliolo/Faiello
Il secondo itinerario nei boschi dell’Ovadese ha in comune alcuni tratti con quello precedente ma vi porta a scoprire nuovi passaggi. E’ un giro a forma di otto, leggermente superiore ai 13 km e con un dislivello positivo cumulativo di 409 metri.
Niente di trascendentale, basta un minimo di allenamento e seguire la traccia che vi indico più sotto perchè non ci sono segnavia ed il sentiero nel bosco vicino al rio Requagliolo presenta numerosissime deviazioni. E’ comunque necessario guadare il rio e, nei giorni successivi a forti piogge, potrebbe essere difficoltoso.
Descrizione dell’itinerario
Partiamo dalla rotonda posta in Corso Italia ad Ovada vicino al civico 1. Scendendo lungo Via Voltri percorriamo poi la cosiddetta Via del Fiume che ormai è ridotta male e non rimane quasi più nulla delle palizzate in legno e delle panche di sosta che erano state costruite intorno all’anno 2000. Oltre che edificare bisogna anche pensare alla manutenzione di queste strutture ma spesso le amministrazioni comunali se ne scordano per i più svariati motivi.
La Via del Fiume, ormai un semplice sentierino che fiancheggia la sinistra orografica del torrente Stura, ci permette almeno di allontanarci un pochino dalla trafficata Via Voltri ed in alcuni tratti si cammina nella boscaglia. Quel percorso è uno degli esempi di incuria del nostro territorio, era stata creata intorno all’anno duemila con tanto di palizzata protettiva lato fiume ed alcune zone con panche e cestini. Purtroppo a causa della non-manutenzione, il legname ha cominciato a rovinarsi in fretta e già da diversi anni versa in uno stato di totale degrado.
All’altezza di un grosso masso in pietra c’è la possibilità di scavalcare il piccolo argine ed arrivare di fronte alla Strada della Volpina, cosa che noi facciamo. La traccia GPX che trovate più avanti vi fa passare in quel punto.
Tuttavia, nel caso in cui non riusciate a trovare il passaggio tra la vegetazione che non è molto evidente, potete benissimo arrivare fino in fondo alla Via del Fiume e poi ritornare indietro percorrendo il marciapiede di Via Voltri fino a incontrare la Strada Volpina.
L’attraversamento a piedi di Via Voltri richiede molta prudenza ed attenzione essendo una strada molto trafficata, meglio utilizzare gli attraversamenti pedonali a strisce.
Percorriamo la Strada Volpina e, giunti in fondo, imbocchiamo la strada sterrata. Poco più avanti teniamo la sinistra al bivio, passiamo sopra ad un piccolo guado di pietre che sovrasta il torrente Volpina e proseguiamo sulla strada a sinistra che sale ripidamente nel bosco con alcune curve.
Passiamo in prossimità di una casetta e proseguiamo fino a spuntare su un campo. Tenendo la destra arriviamo in prossimità del cimitero di Costa d’Ovada. Da qui proseguiamo lungo la strada asfaltata fino ad arrivare alla frazione. Al bivio giriamo a sinistra verso la strada del Termo che conduce a Rossiglione.
Alla fine di un rettilineo, subito prima che la strada asfaltata inizi a salire in maniera più marcata, teniamo la destra seguendo le indicazioni Requagliolo e scendiamo lungo una strada sterrata che arriva fin quasi a lambire il rio omonimo.
Arrivati vicino al rio lo attraversiamo passando sopra alcune pietre. Daisy pur di non bagnarsi i piedi inizia a fare l’equilibrista sui sassi finendo inevitabilmente per fare quello che avrebbe voluto evitare. Quel giorno c’è poca acqua e l’attraversamento è agevole, dopo piogge consistenti potrebbe essere più complicato guardare il rio. Da quel punto il sentiero Requagliolo inizia a salire in maniera ripida facendoci fare vari zig-zag nel bosco. Nonostante le varie diramazioni riusciamo a congiungerci con il sentiero sterrato del Faiello.
Qui facciamo la sosta per consumare un veloce spuntino anche perchè siamo saliti al punto più alto dell’escursione (488 metri). Pur essendo marzo è una giornata grigia, dall’aspetto quasi autunnale, c’è anche una leggera foschia. La sosta è molto breve.
Scendendo lungo il sentiero del Faiello arriviamo sulla strada asfaltata omonima. Poco prima della Chiesa di San Venanzio imbocchiamo lo sterrato a destra che scende nella sottostrante strada asfaltata della Requaglia. Teniamo la destra, oltrepassiamo il ponte sul rio Requagliolo e poi saliamo su asfalto verso Costa d’Ovada.
Incrociamo nuovamente la strada del Termo e svoltiamo a sinistra verso Costa d’Ovada. All’altezza di una cappella votiva giriamo a sinistra su Strada Costiera e la percorriamo fino in fondo. Tenendo la destra percorriamo un sentiero sterrato che si addentra nella boscaglia, fiancheggia una vecchia cascina disabitata e poi piega verso destra scendendo in maniera abbastanza ripida.
Giunti in fondo attraversiamo il campo e svoltiamo a sinistra su Strada Redipetro. Questa strada si congiunge più avanti con Strada Nuova Costa e da qui rientriamo agevolmente verso Ovada fino a ritornare al punto di partenza dell’escursione.
Anche in questa occasione nei tratti boschivi ho liberato il cane in modo che potesse procedere con il suo passo. In tutte le parti asfaltate, anche quelle meno trafficate, l’ho però legata con il guinzaglio normale da 1,5m.
Note sul percorso
- ci sono solo pochi punti in cui abbeverare il cane: rio Volpina e rio Requagliolo. Tuttavia nella stagione più calda spesso i due rii sono quasi o completamente asciutti. Consiglio di portare una scorta d’acqua per il nostro amico a 4 zampe, soprattutto se si effettua il percorso nella stagione estiva od in orari più caldi.
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Dettagli tecnici
- Partenza/arrivo: rotonda vicino civico C.so Italia 1
- Tappe intermedie: Costa d’Ovada
- Tipologia escursione: giro ad anello (in realtà è a forma di 8)
- Lunghezza totale percorso: poco oltre 13 km
- Ascesa complessiva: 409m (altitudine cumulativa)
- Tempo percorrenza: circa 3 ore e 1/2
- Difficoltà: E (escursionistico)
- Segnavia: nessuno
- Copertura cellulare: con gli operatori Iliad, Fastweb e CoopVoce la copertura non era ottimale in alcuni punti
- Disclaimer: https://giringiro.eu/utility/disclaimer-dichiarazione-di-non-responsabilita/ , leggere in particolare gli articoli 3-4-6-8-10
Traccia GPX
Nel mio account sul sito Wikiloc è disponibile la traccia GPX che può essere visualizzata e/o scaricata liberamente per potersi orientare lungo l’itinerario vista la mancanza di segnaletica ->
3) Percorso sulle colline tra Cremolino, Trisobbio, Carpeneto e Montaldo Bormida
Nel territorio compreso tra questi quattro comuni dell’Alto Ovadese sono numerosi i sentieri ed i percorsi escursionistici. Questo che vi propongo è uno dei tanti che si può effettuare in queste zone. L’itinerario è abbastanza lungo e presuppone un po’ di allenamento anche se il dislivello complessivo non è esagerato.
Descrizione dell’itinerario
Lasciamo l’auto a Cremolino, alle porte dell’antico borgo. Vicino all’incrocio tra Via Roma, Via Guardia e Via Umberto I ci sono alcune possibilità di parcheggiare l’auto.
Attraversiamo la piazza con il monumento ai caduti ed imbocchiamo il sentiero che permette di tagliare fuori il nucleo antico di Cremolino e si congiunge con Via Rissa. Svoltiamo a sinistra e scendiamo sulla strada asfaltata fino ad un incrocio, da qui proseguiamo in linea retta su Via Rissa in direzione Morsasco.
La strada si snoda sulla costa con alcune vedute panoramiche sia a destra che a sinistra. Ci sono però alcune curve ed occorre fare attenzione a qualche automobilista che talvolta guida un po’ troppo allegramente.
All’altezza di un maneggio dove solitamente ci sono alcuni cavalli e talvolta degli asinelli, imbocchiamo la strada sterrata sulla destra fiancheggiando il riparo degli animali. Gli asinelli sono abbastanza curiosi e mi è già capitato di vedere che si sporgano dalla recinzione per guardare meglio Daisy che ovviamente li teme e tira per sgattaiolare via veloce.
Lo sterrato scende gradualmente passando in alcune zone boschive ed in altre più aperte fino a terminare su una stretta strada asfaltata che scende ripidamente fino ad arrivare alla fontana del Sambuco ove è possibile bere ed abbeverare i cani (sempre che non ci sia qualche cartello di divieto per la non potabilità dell’acqua).
Continuiamo sulla strada borgo Sambuco fino a quando interseca la provinciale SP200, svoltiamo a destra e saliamo verso Trisobbio. Percorriamo la centrale Via Roma (vicino alla pesa pubblica c’è una fontanella) poi svoltiamo a sinistra su Via Mazzini, passiamo vicino ai locali della S.O.M.S. e proseguiamo su Via San Rocco. Questa strada offre belle visuali sia sul paese di Trisobbio che verso Morsasco. In inverno nelle giornate limpide si distinguono chiaramente sia il Monviso che il gruppo del Rosa.
Subito dopo la piccola chiesa di San Rocco (altro bel punto panoramico e/o sosta) che si erge su un piccolo poggio, la strada si triforca. Scendiamo lungo lo sterrato all’estrema sinistra, strada Buglio, fino nel fondovalle tra tartufaie e zone prative/boscose. Al bivio successivo svoltiamo a destra e risaliamo verso Montaldo Bormida. In realtà non si arriva in paese ma si rimane subito sotto l’abitato. Proseguiamo in direzione della Cantina Sociale Tre Castelli, attraversiamo la SP197 ed imbocchiamo strada Villa Bianca che diventa poi uno sterrato. Dopo circa 600 metri svoltiamo a destra e seguiamo una lieve traccia tra i campi che ci porta ad intersecare nuovamente la SP197.
Saliamo per pochi metri sulla provinciale in direzione Carpeneto e poi all’altezza del segnale “Strada Mardelloro” giriamo a destra. Camminiamo per circa 1,5km su strada asfaltata che poi, all’altezza delle indicazioni per Cascina La Signorina, diventa sterrata e si addentra nel bosco.
Il percorso sale fino ad intersecare alcune strade secondarie in parte asfaltate ed in parte sterrate e termina poi con un ultimo tratto in falsopiano in prossimità della provinciale SP200 (waypoint 26 sulla traccia GPX). In questo punto una palina indica la direzione da seguire per raggiungere in pochi minuti e con una breve salita la cappella di Santo Stefano (deviazione facoltativa non indicata nella traccia). Da qui si gode una bella visuale verso il Monte Tobbio e le cime che separano Piemonte e Liguria. Inoltre in prossimità della cappella privata ci sono anche un paio di tavoli con panche per fare il picnic.
Deviazione o no, l’escursione prosegue per pochi metri in discesa sulla provinciale fino ad incrociare sul lato opposto (waypoint 27) una strada sterrata che scende nella vallata del Rio Stanavasso dove poi diventa asfaltata (wp 28). Proseguiamo verso la località denominata Cascina Dragone (wp 29) e poi giriamo sulla sinistra sul strada Stanavasso che sale in maniera dolce verso Cremolino.
Al primo bivio sulla destra (wp 30) svoltiamo sulla destra in Strada Ronco, ne percorriamo circa 400 metri (wp 31) e poi saliamo sulla sinistra fino a quando la strada asfaltata lascia il posto ad uno sterrato che passa in parte su prati e poi si addentra nella boscaglia fino ad incrociare Via Rissa (wp 33). Da qui su strada asfaltata rientriamo agevolmente al punto di partenza dell’escursione.
Note sul percorso
- oltre ad alcuni piccoli rii che però con la bella stagione si asciugano, ci sono fontane a Trisobbio e Cremolino oltre che la fonte Sambuco per poter abbeverare il cane
- prodotti tipici: a Trisobbio in Via Roma c’è una panetteria che produce saporitissimi grissini mentre a Montaldo Bormida all’inizio di Via Villa Bianca c’è un piccolo laboratorio artigianale di panetteria/pasticceria che produce golosi canestrelli e baci di dama oltre che miele artigianale delle colline ovadesi
- nel periodo di fioritura della lavanda, la zona adiacente la cascina La Signorina si tinge della delicata sfumatura di viola di questo fiore
Dettagli tecnici
- Partenza ed arrivo: Cremolino (405m s.l.m.)
- Tappe intermedie: Trisobbio
- Tappa facoltativa: punto panoramico presso la cappella di Santo Stefano
- Tipologia escursione: giro ad anello
- Lunghezza totale percorso: circa 19 km
- Ascesa complessiva: 435m (altitudine cumulativa)
- Tempo percorrenza: circa 6 ore
- Difficoltà: E (escursionistico)
- Segnavia: nessuno
- Carta/mappe: ///
- Note: consiglio abbigliamento e calzature adeguati alle escursioni in montagna e di verificare le condizioni meteo prima di partire. Il percorso non è adatto a bambini piccoli o ai passeggini, è necessario dotarsi di zaino portabimbi.
- Copertura cellulare: con gli operatori Fastweb e CoopVoce la copertura non era ottimale in alcuni punti
- Disclaimer: https://giringiro.eu/utility/disclaimer-dichiarazione-di-non-responsabilita/ , leggere in particolare gli articoli 3-4-6-8-10
Traccia GPX
Nel mio account sul sito Wikiloc è disponibile la traccia GPX che può essere visualizzata e/o scaricata liberamente per potersi orientare lungo l’itinerario vista la mancanza di segnaletica ->
Buono a sapersi
- i tratti sterrati non sono percorribili con i passeggini e non sono adatti a persone con difficoltà motorie
- a parte la stagione più calda, ho percorso questi itinerari in primavera, autunno ed inverno. Nella brutta stagione è facile trovare un po’ di ghiaccio nei punti più freddi oppure rivoli d’acqua che scorrono anche lungo il percorso e che potrebbero rendere il fondo scivoloso. Dopo periodi di pioggia o maltempo nelle zone di fondovalle o in quelle più pianeggianti si trova spesso fango.
- da quando abbiamo Daisy con noi le tempistiche sono aumentate. Con un segugio che si ferma ad annusare in continuazione i tempi per percorrere un itinerario si allungano, però ci divertiamo molto di più 🙂
- in base alle lunghezze e alle altimetrie valutate se il vostro amico a 4 zampe sia in grado di percorrere questi itinerari, la nostra segugia è allenata
Link utili
- Disclaimer:
- Dove dormire in Ovada e dintorni? Ecco tre location molto particolari:
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Non ho mai preso in considerazione Ovada per una visita fuori porta!
Però forse dovrei ripensarci, visto che non è troppo lontana da me!
Solo di recente ho scoperto Ovada che per me è sempre stata un “cartello” sull’autostrada per andare in Liguria. Non ci sono mai stata però di persona e mi piacerebbe scoprire i suoi dintorni e i suoi sentieri!
Eliana: organizziamo! Sarebbe un piacere 🙂