I Paesi Bassi si stanno preparando ad una piccola, grande rivoluzione: cambiare il nome ed il logo che li ha contraddistinti fino ad ora nel mondo …….. e non finisce qui.
Nuovo logo dei Paesi Bassi:
Sua eccellenza Sigrid Kaag, Ministra degli Affari Esteri olandesi, a novembre 2019 aveva presentato il nuovo logo dei Paesi Bassi.
Il nuovo marchio sostituirá quello con il simbolo del tulipano e la scritta morbida Holland che sembravano quasi le pennellate di un pittore:
Quello nuovo, rigoroso e quasi geometrico, ha iniziato a sostituire gradualmente quello precedente a partire da gennaio 2020.
La nuova griffe riprende in parte il simbolo del tulipano, fiore tipico di questo paese, che adesso é decisamente stilizzato e ricavato nelle due aste verticali delle lettere N e L. Il nome Holland viene sostituito da Netherlands. Peró l’arancione, il colore nazionale, resterá immutato.
Per la modica cifra di 200.000€ é stato studiato questo nuovo emblema che identificherá i Paesi Bassi e spazzerá via per sempre (forse) l’antipatica scritta Holland. Poco simpatica a molti olandesi, non al resto del mondo.
La Ministra Kaag in conferenza stampa ha affermato di essere sicura che la maggior parte delle persone comprenderá che i costi vengono prima delle prestazioni. Inoltre i benefici che porterá il nuovo simbolo al paese saranno tali da giustificare una spesa cosí elevata. “Chi piú spende, piú guadagna” é probabilmente il suo motto.
Si potrebbe aprire un bel discorso sul fatto che l’economia venga prima di tutto e tutti per il governo olandese. Soprattutto alla luce di quanto è successo nelle scorse settimane e sta tuttóra succedendo nei Paesi Bassi in tempo di pandemia da Coronavirus ma meglio traslasciare.
I Paesi Bassi sperano cosí di venire chiamati con il loro vero nome Netherlands e non con il termine Olanda (Holland) che, in realtà, identifica solo una porzione del paese.
Il disegno qui sotto rappresenta i Paesi Bassi. L’Olanda (Holland) sarebbe solo la zona colorata in giallo che, a sua volta, è suddivisa in due province: Noord Holland (a nord) e Zuid Holland (a sud).
A dire il vero il nome corretto da usare nel nuovo logo sarebbe stato The Netherlands. Una portavoce del Ministero ha però riferito che si é deciso di togliere l’articolo perché il nome sarebbe stato troppo lungo.
Inoltre anche Google ed i suoi meccanismi di indicizzazione apprezzano maggiormente la versione più corta.
Tutto qui? Nee!
Turismo e turisti ad Amsterdam: odi et amo
La massa impressionante di turisti che ogni anno visitano l’Olanda già da un pezzo non viene più ben tollerata da molti residenti di Amsterdam ed anche dai politici.
Qualcuno/a di voi potrebbe giustamente obiettare che qui sopra ho usato il termine Olanda e non Paesi Bassi. Ma come, ci hai fatto un pippone fino a poche righe più sopra sul perchè usare un nome anzichè l’altro ed adesso che combini? Confesso di averlo fatto apposta perchè la stragrande maggioranza di turisti va a visitare l’Olanda, è convinta di visitare l’Olanda, non i Paesi Bassi.
Ritornando in tema: ci sono troppi turisti. Amsterdam è presa d’assalto da migliaia di visitatori ogni anno.
I numeri parlano chiaro: oltre 9.000.000 (secondo dati del CBS*) di turisti per lo più stranieri nella capitale nel 2019. C’è stato un aumento del 9% rispetto al 2018 ed i numeri continueranno ad aumentare, la previsione per il 2030 è catastrofica. Come farà la piccola Amsterdam a reggere un peso simile? In fin dei conti stiamo parlando di una città di 854.047 abitanti (dati Wikipedia del 2018).
Negli ultimi anni si è cercato di correre ai ripari attuando una serie di misure di contenimento del turismo di massa:
- riduzione del numero di vetrine nel Red Light District: rispetto alle prime volte che ero stata ad Amsterdam nel 2002, il numero si è notevolmente ridotto, prima erano presenti anche in altre zone della città. L’attuale sindaca Femke Halsema ha prospettato nel 2019 di voler riformare ulteriormente il quartiere a luci rosse per ridurre il crimine, fare in modo che i residenti possano condurre una vita più tranquilla e dare l’opportunità alle donne in vetrina di avere condizioni di lavoro più dignitose. Dal 1 gennaio 2020 sono vietati i giri turistici organizzati in quest’area. L’ipotesa estrema è la chiusura di tutte le 330 vetrine attualmente presenti nel distretto più famoso della città. Potete ben immaginare la levata di scudi contro questa decisione da parte delle prostitute ma la prima cittadina di Amsterdam non vuole che la città sia famosa solo per il sesso e la droga. Amsterdam, nelle intenzioni di Halsema, deve essere famosa nel mondo per il suo patrimonio culturale. Il processo di lavaggio dell’immagine di Amsterdam è appena iniziato.
- chiusura di alcuni coffee shop o limitazioni all’ingresso: questo è accaduto soprattutto nei paesi di confine con la Germania per evitare il movimento di giovani tedeschi nei weekend e conseguenti problemi di ordine pubblico. Anche ad Amsterdam però sono state poste alcune limitazioni negli ultimi anni a carico dei non residenti che frequentano queste tipologie di locali anche se non si è arrivati alle restrizioni volute nelle zone di confine. Al solito “gli affari sono affari”. Però non è detto che l’azione di pulizia della sindaca non si abbatta anche in questo settore dopo quella delle vetrine a luci rosse.
- aumento tassa soggiorno negli hotel: a gennaio 2019 era stata aumentata questa tassa per scoraggiare i turisti a soggiornare in città. Teoricamente, a causa dell’aumento, i turisti avrebbero preferito sistemazioni in altre città dalle quali è possibile raggiungere la capitale con mezzi pubblici. In realtà l’aumento non ha affatto funzionato. Gli hotel di Amsterdam nel 2019 hanno collezionato un aumento di prenotazioni e presenze di turisti. Nelle altre città sono addirittura calati o rimasti invariati.
- blocco dell’apertura di nuovi locali tipo fast-food nel centro cittadino: per combattere il turismo di massa che porta più caos che introiti negli ultimi due anni sono stati posti dei limiti a queste attività. In centro non è più possibile aprire locali che vendono cibo da strada.
- controlli serrati sulla piattaforma Airbnb: Amsterdam è una città affamata di alloggi, i prezzi sono alle stelle, lo spazio è poco e le richieste sono in continuo aumento. Si è scoperto che moltissimi alloggi venivano tenuti liberi perchè molto più redditizio affittarli ai turisti con la piattaforma Airbnb piuttosto che ai residenti. La giunta cittadina rosso-verde da alcuni mesi sta prendendo provvedimenti anche in questo senso.
- rimozione di uno dei simboli della città di AMS: a fine 2018 era stata rimossa l’enorme scritta “I Amsterdam” da Museumplein, di fronte al Rijksmuseum, dove si assembrava una moltitudine di turisti a caccia del selfie o della foto perfetta.
- chi ama i fiori non li calpesta: altro serio problema che si verifica ogni primavera nel Bollenstreek, non lontano da Amsterdam. Frotte di turisti che, armati di smartphone o fotocamera, si insinuano in mezzo ai campi fioriti per farsi immortalare tra tulipani, narcisi e giacinti e finiscono con il calpestarli e rovinarli. I cartelli con le scritte “vietato entrare nei campi” non venivano minimamente presi in considerazione così alcuni coltivatori hanno pensato di correre ai ripari. Sono stati messi vicino ai campi dei cassoni di legno dentro ai quali possono entrare le persone per farsi fotografare. Sono state addirittura pubblicate guide e vademecum da distribuire negli hotel per spiegare ai turisti come comportarsi. Anche a Keukenhof lo scorso anno c’erano dei cartelli che segnalavano l’importanza di non rovinare queste distese di fioriture multicolori. La coltivazione dei fiori (non solo dei tulipani) costituisce una delle principali fonti di reddito in questa piccola nazione.
Uno studio piuttosto recente del gruppo bancario ABN Amro, basato sui dati del centro di statistica CBS, ha però confermato che le misure di contenimento messe in atto fino ad ora non sono servite affatto.
Che altro fare?
Come spostare l’attenzione del turista medio da Amsterdam verso i Paesi Bassi?
Il Ministero del Turismo e gli uffici marketing hanno pensato di dare corso ad una vera e propria rivoluzione arancione. Hanno così iniziato a pubblicizzare i luoghi meno noti dei Paesi Bassi su tutti i siti ufficiali e tramite gli uffici del turismo.
Si vuole anche puntare sul fatto che i Paesi Bassi sono piccoli e tutte le città e le attrazioni turistiche sono facilmente accessibili. Tutto questo per far si che i turisti smettano di assaltare solo Amsterdam e quei soliti quattro posti (Keukenhof, campi tulipani, Zaanse Schans e Kinderdijk) e si sparpaglino per tutto il paese. Nelle campagne pubblicitarie si metteranno così in risalto diverse altre peculiarità del paese.
Il messaggio è chiaro “Amsterdam non è l’ombelico dei Paesi Bassi, il paese offre molto di più”.
La rivoluzione arancione riuscirà davvero a trasferire il turismo di massa da Amsterdam e redistribuirlo nell’intero paese? Hup Holland Hup!
Cavoli ………. non si potrá neppure piú gridare questo slogan tipico delle competizioni sportive che suonava cosí bene!
*CBS: è un istituto olandese di statistica
Dal punto di vista del politicamente corretto capisco la decisione di cambiare il logo, però quello precesente mi piaceva anche graficamente molto di più. Cambiare nome con lo stesso font e lasciare il bel tulipano no eh? O forse si potevano offendere i produttori di formaggio che non erano stati scelti come simbolo nazionale!
Che ideona cambiare il logo! E con un tempismo perfetto direi… vabbè polomica a parte quello nuovo mi piace molto, più moderno e stilizzato anche se – confesso – se non lo avessi fatto notare tu, il tulipano centrale proprio mi era sfuggito. Quanto ad Amsterdam e alla ressa di turisti che la affolla in ogni istante, noi in Italia ne sappiamo qualcosa…però credo che gli olandesi se ne debbano fare una ragione. Non è che per ridurre la folla a Venezia noi pensiamo di promuovere che so, Busto Arsizio. Con tutto il rispetto per Busto!
Adesso mi sento in colpa perchè Amsterdam sarebbe proprio tra i miei prossimi programmi di viaggio! Capisco comunque la volontà di cambiare nome, a noi piacerebbe che l’Italia fosse comunemente chiamata, che so, Lazio?! Non credo! L’investimento ci sta!