Il giro ad anello intorno alla frazione di San Luca (Al), vicino a Molare nel basso Piemonte, è un intreccio di natura e geologia ed è anche un percorso molto vario, ci sono tratti nella boscaglia, altri in spazi più aperti e panoramici.

Descrizione dell’anello di San Luca
La frazione di San Luca è raggiungibile in auto deviando dalla provinciale SP207 che da Molare conduce ad Olbicella (o viceversa) in provincia di Alessandria.
Avevamo effettuato questa escursione il primo di gennaio 2019. Approfittando di mesi asciutti ed ottimali come novembre/dicembre 2018 e gennaio 2019, eravamo riusciti ad effettuare diverse gite nel nostro beneamato appennino. In inverno occorre verificare bene le condizioni meteo e sfruttare le ore centrali della giornata perchè in questi mesi il buio arriva presto e c’è anche il rischio di perdere l’orientamento nel caso in cui arrivi la nebbia.

Solitamente nella stagione piu fredda scegliamo la Liguria per le nostre camminate ma in quell’inverno era stato possibile effettuarne diverse anche nelle nostre zone, evitando così lunghi tragitti in auto.
Avevamo già provato a percorrere l’anello di San Luca a Pasquetta del 2016 ma, ad un certo punto, poco prima di arrivare al cimitero di San Luca, avevamo perso la traccia. Non trovando altri cartelli o segni su pietre o alberi, eravamo così rientrati al parcheggio con l’aiuto del GPS senza riuscire completare il giro.
Avete ragione, nei dati tecnici, l’inverno non è la stagione che consiglio per questo itinerario ma l’inverno 2019 era stato una sorta di prolungamento dell’autunno. Non aveva piovuto per mesi e quel giorno di gennaio il terreno era asciutto.
Tramite la strada provinciale SP207 raggiungiamo San Luca e parcheggiamo l’auto nello spiazzo vicino alla chiesa. Da qui, dopo esserci messi gli scarponcini, iniziamo l’escursione in compagnia della nostra cagnolona Daisy, un segugio Gascon Saintongeois di due anni pieno di vitalità.
L’escursione parte nelle vicinanze di una piccola area giochi per bambini e di una fontanella con acqua fresca (ottima per riempire le borracce nel caso in cui abbiate dimenticato di farlo). Noi abbiamo iniziato a tracciare il percorso all’altezza del cartello blu con le indicazioni “Casa Rotta / Città”.

Imbocchiamo lo sterrato che procede brevemente in falsopiano in direzione Casa Rotta / Città, al primo bivio svoltiamo a destra e da quel punto il percorso inizia a salire in maniera costante. Dapprima si passa in una zona prativa poi ci si addentra nel bosco tra pini e castagni. Questa prima parte dell’itinerario è piuttosto ben segnalata (compaiono entrambi i numeri 561 e 559). Il cielo è grigio ma le previsioni non danno pioggia, anzi dovrebbe migliorare un po’ nell’arco della giornata.
Il sentiero sbuca su un altro tracciato quasi perpendicolare al nostro, sia a sinistra che a destra troviamo sugli alberi i segnavia rosso/bianco ma non vediamo altre indicazioni. Con il GPS verifichiamo l’orientamento: a sinistra si va verso Olbicella mentre a destra si procede in direzione Bandita/Cassinelle.
Teniamo la destra e, poco dopo, giungiamo al punto più alto dell’escursione in prossimità del Monte Ratto (685m). Da qui il percorso si allarga leggermente ed inizia a scendere in maniera dolce ma costante. Dopo circa 900 metri dal punto più elevato, rasentiamo le recinzioni di un paio di case e sbuchiamo su una strada asfaltata (Strada Bandita).

Percorriamo questa carrozzabile in discesa e passiamo vicino ad alcuni sedimenti rocciosi che inglobano ancora resti di conchiglie fossili. Nell’Oligocene Inferiore, 35 milioni di anni fa o poco più, era presente il mare in queste zone ed è tuttora possibile trovare frammenti vari che testimoniano questo passato.
Nel piccolo Museo Paleontologico Maini di Ovada sono conservati alcuni fossili trovati in queste zone dal naturalista ovadese Sig. Giulio Maini.

Ad un incrocio teniamo la destra e sbuchiamo su Via Mazzacani. In questa zona in mezzo alla foschia scorgiamo l’abitato di Cassinelle in lontananza sulla sinistra. Dopo circa 300 metri dall’incrocio, all’altezza di una curva, notiamo un segnavia sulla destra ed imbocchiamo un sentierino che si tuffa nella fitta boscaglia.
Il percorso scende ripido tra le piante per circa 1km fino ad arrivare ad una zona umida (nonostante l’inverno estremamente avaro di precipitazioni) che ci costringe a fare qualche zig zag sui bordi per evitare di infangarci e far bagnare il cane.

Arriviamo nel punto in cui nel 2016 fa non avevamo trovato il segnavia ed avevamo proseguito dritti, questa volta però è impossibile non notare la grossa freccia a terra su un tombino che ci fa svoltare a sinistra.
Risaliamo per circa 700 metri nella boscaglia e poi scendiamo in maniera abbastanza ripida fino ad arrivare in prossimità del cimitero di San Luca e, successivamente, di Casa Zoppo. In alcuni punti si fatica un po’ a vedere i segnavia e qui incrociamo anche delle indicazioni per il percorso 556. Nel frattempo un pallido sole invernale inizia finalmente a farsi vedere.

Il bosco si dirada e camminiamo in una zona con vari cespugli. Sbuchiamo sulla strada asfaltata che avevamo percorso poco prima con l’auto. Giriamo a sinistra in discesa e dopo pochi metri imbocchiamo un sentiero che scende nel bosco sulla destra vicino alla palizzata in legno di una proprietà privata.
La discesa è abbastanza ripida e, seguendo i vari segnavia, arriviamo prima in zona Cascinetta e poi passiamo dietro all’ex Ristorante Miralago. Qui il sentiero sterrato termina sulla strada provinciale SP207. Svoltiamo a destra in direzione Olbicella e, tenendo la sinistra in modo da poter vedere i veicoli che sopraggiungono, proseguiamo lungo la provinciale in fila indiana. In questa stagione la carrozzabile è scarsamente trafficata ma in estate lo è assai visti i numerosi torrenti e laghetti balneabili della zona.

Passiamo vicino ad un cippo che ricorda il sacrificio di alcuni partigiani durante il secondo conflitto mondiale e, dopo circa 800 metri, all’altezza di una curva a gomito, vediamo sulla destra il segnavia che ci indica il sentierino da prendere. Il tratturo si inerpica ripidamente nel bosco di castagni.
Da qui si gode una splendida vista sul sottostante lago di Ortiglieto perchè gli alberi sono spogli.

Quando siamo quasi sulla sommità del rilievo collinare, il sentiero si trasforma prima in una strada in terra battuta e successivamente in una carrareccia. Passiamo in sequenza le località Pineta, Casa Rotta e Città su una strada in falsopiano e da qui raggiungiamo in breve il punto di partenza dell’escursione.
La giornata invernale è stata gradevole e ci ha permesso di effettuare questa bella escursione in tutta tranquillità, probabilmente sarebbe bello poterla ripetere nell’autunno per ammirare il fenomeno del foliage e le magie cromatiche tipiche di questa stagione.

Dati tecnici dell’anello di San Luca
Tutti i dati sotto riportati sono da ritenersi puramente indicativi.
- Partenza/arrivo: parcheggio presso la chiesa di San Luca (500m slm)
- Tappe intermedie:
- Tipologia escursione: giro ad anello
- Lunghezza totale percorso: circa 11 km
- Dislivello positivo: 460m
- Altitudine massima: 656m
- Altitudine minima: 340m
- Tempo percorrenza: circa 3 ore, escluse soste
- Difficoltà: E (escursionistico)
- Sentiero: n° 559
- Segnavia: riga orizzontale rossa/bianca, qualche freccia rossa e palina
- Carta/mappe:
- Periodi consigliati: i periodi migliori per effettuare questo anello sono indubbiamente la primavera e l’autunno. Eventualmente, in base alle condizioni meteo, non sono da escludere anche alcune giornate del periodo invernale evitando peró quelle con nebbia oppure con neve/ghiaccio che potrebbero rendere pericolosi alcuni tratti. Non raccomando invece l’estate per le temperature elevate degli ultimi anni, a meno che non si decida di partire al mattino presto.
- Idoneità per bambini: il percorso ad anello è abbastanza agevole ma comunque lungo. Non è adatto a bambini troppo piccoli o sul passeggino, meglio dotarsi di zaino portabimbi. Nel caso in cui lo effettuiate con dei bambini, occorre prestare attenzione sia nei punti più scoscesi che in quelli in cui si deve camminare lungo la strada provinciale SP207
- Copertura cellulare: con gli operatori Fastweb, Iliad e CoopVoce ho avuto qualche problema di copertura in alcune zone
- Note: consiglio di verificare le condizioni meteo prima di partire. Il percorso non è adatto a bambini piccoli o ai passeggini, è necessario dotarsi di zaino portabimbi. Suggerisco abbigliamento e calzature adeguati alle escursioni in montagna viste le condizioni dei sentieri, racchette telescopiche da Nordic Walking, cappellino, occhiali da sole, crema solare con protezione alta, giacca antivento e antipioggia leggera, scorta acqua o bevande. Su questi monti non c’è alcun rifugio.
- Disclaimer: https://giringiro.eu/utility/disclaimer-dichiarazione-di-non-responsabilita/ (leggere in particolare gli articoli 3-4-6-8-10)

Note sul percorso
In alcuni punti il sentiero 559 è discretamente segnalato, in altri invece le indicazioni latitano o possono creare dubbi anche perchè il percorso si interseca ad altri due (561 e 556).
Vi consiglio di scaricare la traccia GPX sul navigatore/cellulare per potervi orientare in caso di dubbi.
Purtroppo molti dei sentieri segnalati sul sito della Provincia di Alessandria sono stati lasciati a se stessi e con il tempo le paline ed i segni sulle pietre e gli alberi sono scomparsi o comunque sbiaditi. È anche vero che ogni tanto qualche persona qualche incivile, deturpa e cancella i segnavia. Tempo fa mi era stato segnalato che in zona Miralago alcuni segni erano stati coperti con vernice verde ad esempio. Inoltre nei sentieri della provincia di Alessandria meno battuti talvolta la vegetazione ha finito con il riappropriarsi dei suoi spazi.
Per questo motivo è sempre meglio avere con se una cartina della zona o un dispositivo GPS con la traccia.
In ultimo ma non per ultimo: ricordo che la valutazione della difficoltà di un percorso è soggettiva, per cui un tragitto facile per alcuni può non esserlo per altri e viceversa.

San Luca di Molare
San Luca è la frazione più alta del territorio comunale di Molare, da sempre legata al corso del sottostante torrente Orba e del vicino lago di Ortiglieto ed alla Resistenza durante la 2° Guerra Mondiale. In questi appennini si combattè duramente durante quella guerra, lungo la provinciale tra Molare e Olbicella alcuni cippi ricordano i nomi dei partigiani trucidati.
In particolare, se qualcuno di voi volesse leggere alcune interessanti informazioni sul disastro della diga di Molare del 13 agosto 1935 che causò 111 morti e numerosi dispersi, consiglio di dare un’occhiata al sito Molare.net, curato dal sig. Vittorio Bonaria, che ricostruisce magistralmente l’intera vicenda. In fondo all’articolo è riportato il link.
Questo borgo di case raggruppate vicino ad una piccola chiesa è scarsamente abitato in inverno. Invece nella bella stagione, complici anche alcuni eventi organizzati dalla locale Pro Loco e al fatto che parte delle case e cascine della zona si ripopolano grazie ai villeggianti, diventa un po’ più animato.
Tra gli anni 70/80 questo borgo divenne famoso perchè l’Archistar Renzo Piano progettò alcune case particolari con il tetto piano in terra anzichè tegole, sia per mascherarsi meglio nell’ambiente che per motivi di ecocosostenibilità (parola sconosciuta in quegli anni). Le case sono ancora visibili ma nel corso degli anni le strutture sono state ampiamente modificate snaturando l’idea di partenza.
Traccia GPX
Tramite questo link accede al mio spazio su Wikiloc dove è possibile visualizzare e scaricare la traccia GPX oltre a vedere l’altimetria, i waypoint ed altre foto.
Link utili
- Storia del disastro della Diga di Molare: http://www.molare.net/il_disastro/il_disastro_diga_principale.html
- Museo Paleontologico Maini di Ovada: http://www.museopaleontologicomaini.it/
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