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Via i motorini dalle piste ciclabili olandesi

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STrada di campagna olandese con ciclisti

I ciclisti olandesi da diverso tempo stanno chiedendo alle loro autorità che le ciclabili tornino ad uso esclusivo delle biciclette e delle e-bike. I motorini devono restare fuori dai percorsi ciclabili nei Paesi Bassi.

Può sembrare un po’ forte come pensiero in un paese dove, mediamente, la tolleranza ed il rispetto fra le varie categorie di utenti a due, tre e quattro ruote sono maggiori che in Italia.

Tuttavia da diversi anni la capacità di sopportare dei ciclisti è via via venuta meno, nonostante all’estero si continui a guardare ai Paesi Bassi come un modello di perfetta convivenza fra veicoli a motore, motocicli e biciclette. In altri casi questa nazione è vista come un vero e proprio “paradiso dei ciclisti”. Per certi versi lo è, per altri un po’ meno.

Nei Paesi Bassi esistono due tipologie di motorini:

  • i “bromfiet” che hanno targa gialla, sono paragonabili ai nostri cinquantini e non possono circolare sulle ciclabili. I guidatori devono indossare il casco.

  • gli “snorfiet” con targa blu, viaggiano sulle ciclabili ed hanno velocità limitata a 25km orari (anche se a volte si vedono correre più veloci). I guidatori sono esentati dall’indossare il casco.

I motocicli “snorfiet” sulle ciclabili costituiscono sempre più un problema però non è ben visto neppure il loro spostamento sulle strade da parte degli automobilisti. Sono troppo veloci per le ciclabili e troppo lenti per le strade. Ovunque vengano spostati si crea del malumore.

Bromfiets (motorini) e fietsen (bici) a Leiden
La convivenza tra i motorini e le bici a volte è di difficile gestione nei Paesi Bassi

Questa intolleranza dei ciclisti verso i motocicli è dovuta ad alcuni fattori:

  • sono aumentati i motorini con targa blu (snorfiets)

  • si sono intensificati gli incidenti sulle ciclabili e a farne le spese sono spesso i ciclisti

  • si è diffuso l’uso di questi motocicli fra i giovanissimi che sono piuttosto spericolati

  • raramente i motocicli con targa blu rispettano la velocità di 25km/ora e sulle ciclabili non ci sono occhi elettronici che possano sanzionare i furbetti

  • in alcune ciclabili ed ore della giornata il numero di biciclette, cargo-bike, e-bike e motocicli è molto alto e si creano situazioni di pericolo

  • gli snorfiet sono decisamente ingombranti, quando si incrociano due motocicli sulle ciclabili più strette non c’è spazio per altri mezzi

Delft: una strada in centro
Pedalare in una via di Delft nei Paesi Bassi

In tempi non sospetti, nel 2008, quando avevo iniziato a scrivere il post “Ciclisti e ciclabili olandesi” che ho poi aggiornato di anno in anno, avevo già puntato il dito contro la presenza di snorfiets (ossia i motorini con targa blu e velocità limitata) sulle ciclabili.

Allora ne avevo parlato con alcuni amici olandesi ma mi erano sembrati molto accomodanti. Mi ero così fatta l’idea che la tollerabilità olandese fosse decisamente maggiore della mia. In realtà forse qualcosa stava covando sotto la cenere o, comunque, la situazione è sfuggita di mano con gli anni. In effetti sembra che il numero di motorini con targa blu sia aumentato di parecchio nell’ultimo decennio. Si è passati da circa 8.000 unità a oltre 30.000.

Ho sempre trovato un paradosso molto olandese il fatto di avere due tipologie di motocicli.

Negli anni sono nati comitati a favore della difesa delle piste ciclabili dai mezzi motorizzati. Per esempio il sito Scooteroverlast (traducibile in “sovrabbondanza di motocicli”) ha avviato la massiccia campagna Stop de scooteroverlast, fermiamo la sovrabbondanza di motocicli, a favore della presenza di sole biciclette sulle ciclabili.

Già nel 2015 era stato fatto da Milieudefensie un sondaggio tra i ciclisti di alcune grosse cittadà olandesi come Utrecht e Den Haag ed il risultato era a favore di quelli che chiedevano che i motocicli fossero spostati sulla sede stradale. Era stato evidenziato il senso di fastidio dato dalla presenza di questi mezzi sulle ciclabili perchè rumorosi ed inquinanti. E’ particolarmente irritante il sistema che usano i guidatori di motocicli sulle ciclabili, si piazzano a poca distanza dalla ruota posteriore della bicicletta e poi si attaccano al clacson per segnalare che occorre dargli strada.

Nel 2017 la Tweede Kamer ha approvato un decreto governativo che consente ai comuni di poter spostare i motocicli sulla strada con le auto. La camera dei rappresentanti o Tweede Kamer è la camera principale degli Stati Generali.

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Amsterdam dovrebbe essere la prima città dei Paesi Bassi a far propria questa legge già dalla primavera 2019. Inoltre, è previsto l’obbligo anche per i guidatori di motocicli con targa blu (quelli che teoricamente non dovrebbero andare a più di 25km/ora) di indossare il casco. Fino ad ora l’obbligo del casco esisteva solo per i “bromfiet” che possono viaggiare fino a 45km/ora. Questi ultimi però sono stati banditi dalle ciclabili da quasi 20 anni.

Le piste ciclabili di Amsterdam, che è la città con il maggior numero di incidenti, verranno quindi usate solo dalle biciclette normali e da quelle elettriche e/o a pedalata assistita. Il traffico sulle ciclabili di questa città dovrebbe quindi decongestionarsi.

A tutto ciò si aggiunge anche il divieto di circolare nella zona a bassa emissione (detta LEZ) dei motocicli prodotti prima del 2011. Uno dei dati che spesso mettono in evidenza gruppi come Scooteroverlast è che le emissioni prodotte dai motocicli siano ben peggiori di quelle degli autoveicoli, soprattutto di quelli dotati di motori ormai obsoleti.

Amsterdam vorrebbe essere il più possibile priva di emissioni entro il 2025. Ovviamente per raggiungere questo obiettivo si prevedono giri di vite anche con le auto private e, successivamente, i mezzi pubblici e quelli di soccorso.

Secondo il rapporto dello SWOV (Istituto per la ricerca sulla sicurezza stradale) il togliere i motocicli dalle ciclabili e l’obbligatorietà del casco garantirebbero 260 incidenti in meno all’anno ad Amsterdam. Attualmente i sinistri sono circa 1000 ogni anno, esclusi quelli mortali.

Altre città olandesi stanno valutando di seguire l’esempio di Amsterdam nonostante vi sia anche una certa opposizione da parte delle associazioni che tutelano gli automobilisti e di alcune categorie. Le società che noleggiano snorfiet ed organizzano escursioni non sono sicuramente contente di questa rivoluzione perchè verrebbero danneggiate enormemente.

Non posso che essere d’accordo con questa decisione anche perchè il mio parere lo avevo già espresso nel 2008. Spero vivamente che in tutto il paese entri in vigore questa normativa che toglie i motorini dalle ciclabili in tempi stretti.

Fietspad: pista per biciclette
Il cartello che segnala una pista ciclabile nei Paesi Bassi

Aggiornamento del 8 aprile 2019

Da oggi ad Amsterdam è vietata la circolazione dei motorini “snorfiets” sulle piste ciclabili e diventa obbligatorio l’uso del casco. Il nuovo regolamento si applica su quasi tutte le strade all’interno della tangenziale A10 (Ring) che circonda Amsterdam. La lunga battaglia portata avanti dal Sig. Reinjan Mulder ha dato i suoi frutti. Nel 2014 rimase ferito dopo essere stato colpito da uno scooter su una ciclabile ad Amsterdam. Dopo la lunga riabilitazione ed un risarcimento, ha comunque deciso che avrebbe fatto di tutto per togliere i motorini dalle piste ciclabili. E così è stato. Ha scritto lettere ai giornali, ha fatto una campagna di sensibilizzazione sul problema, ha anche parlato alla Tweede Kamer. Oggi il suo desiderio si è finalmente realizzato.
A tal proposito il Comune di Amsterdam (Gemeente Amsterdam) ha creato una pagina apposita sul suo sito dove fornisce tutte le indicazioni su questa novità https://www.amsterdam.nl/snorfiets-rijbaan/

Il Comune di Amsterdam ha tuttavia fatto sapere che ci sarà almeno un mese di “tolleranza”. Non verranno subito multati i motociclisti che non si atterranno alla nuova normativa.

 

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