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Tra castelli e vini dell’Alto Monferrato in bicicletta, pedalando lentamente

Alto Monferrato e bicicletta: amore da sempre. In passato la bicicletta era il mezzo usato da molti che si recavano nelle campagne al lavoro oppure dalle operaie che raggiungevano la famosa fabbrica Borsalino di Alessandria. Nel capoluogo di provincia nacque anche la fabbrica di biciclette Maino, storico marchio fondato nel 1902. Queste terre hanno visto nascere ed allenarsi Costante Girardengo (il primo Campionissimo), Fausto Coppi oltre ad una moltitudine di gregari. In tempi più recenti sono nati due piccoli musei dedicati alle biciclette ed alla storia del ciclismo di queste zone: uno è a Novi Ligure (Museo dei Campionissimi) e l’altro in Alessandria (ACDB, acronimo di Alessandria Citta Delle Biciclette).

Insomma la bicicletta e le terre dell’Alto Monferrato si sono sempre corteggiate. Ci sono ben poche piste ciclabili nel senso di percorsi dedicati ad uso esclusivo delle biciclette e su sede separata ma innumerevoli sono i percorsi ciclabili alla portata di tutti (cicloturisti e mountain-biker). Questi percorsi si svolgono lungo le strade provinciali e secondarie che uniscono i comuni che appartengono a quest’area oppure nei numerosi boschi dell’appennino. Il mio consiglio è di sfruttare più possibile, anche a costo di allungare il percorso, le strade secondarie, meno trafficate e spesso molto panoramiche e piacevoli da percorrere. Le nuove tecnologie aiutano: per esempio Google Street View consente di vedere le caratteristiche di una strada, se asfaltata, sterrata, senza sbocchi ecc. In rete esistono comunque numerosi siti che segnalano percorsi ciclabili nella zona e permettono di scaricare le tracce GPX come ad esempio Wikiloc, Bikemap, Piemonte Bike. Ovada è al centro dell’Alto Monferrato e, a mio avviso, è un ottimo punto di partenza per varie escursioni in bici.

Alcuni agriturismi, B&B, negozi sportivi ma anche uffici turistici hanno pian piano iniziato, con l’aumento del flusso di turisti appassionati delle due ruote, a noleggiare biciclette. Negli ultimi anni sono sempre di più i turisti francesi, tedeschi e soprattutto olandesi che hanno scoperto queste zone. L’avvento delle e-bike ha sicuramente dato un ulteriore impulso al turismo in bici nell’Alto Monferrato. Queste zone collinari, che presentano poche vere e proprie montagne (Monte Tobbio e Figne), hanno comunque diverse cime non alla portata di tutti. In ogni caso, facendo giri piuttosto lunghi, si riescono anche ad accumulare dislivelli piuttosto rilevanti durante l’escursione a fuori di salire e scendere dalle colline.

E’ una terra a tratti un po’ selvaggia, basti vedere certe zone dell’appennino che divide basso Piemonte dalla Liguria. Altre volte invece ha un aspetto decisamente più dolce, mi riferisco alle zone collinari ricche di vigneti. Lungo i percorsi si incontrano piccoli borghi alcuni dei quali hanno mantenuto l’impianto medievale, antiche ville, dimore e castelli arroccati su speroni rocciosi, vigneti a perdita d’occhio, fitte aree boschive. La bicicletta, sia tradizionale che e-bike, è a mio avviso il modo migliore per gustare queste zone e scoprirle lentamente, pedalata dopo pedalata, seguendo il proprio ritmo. Un po’ come si assapora un buon vino, senza fretta.

A proposito di vino, in queste zone non mancano cantine ove degustare i vini bianchi e rossi del territorio e numerose aziende agricole, molte delle quali stanno rivalutando antiche varietà e valorizzando prodotti tipici del territorio.

Eccovi dunque un percorso per scoprire l’Alto Monferrato in bicicletta, pedalando lentamente

Il giro offre un po’ una panoramica del territorio. Si svolge prima ad ovest del torrente Orba poi lo scavalca, in prossimità dell’abitato di Silvano d’Orba, proseguendo ad est del fiume. Castelli e vigneti a perdita d’occhio, soprattutto di vini rossi (Dolcetto e Barbera in primis), la fanno da padrone in questo tour di circa 58km di lunghezza e 950m di dislivello positivo. Eventualmente il percorso può essere spezzato in due parti distinte. Arrivando in località Schierano (30km dalla partenza) è possibile rientrare facilmente ad Ovada su strada provinciale SP185.

Partendo da Ovada raggiungiamo tramite strada Rebba il paese di Molare dominato dalla mole del Castello Gajoli Boidi del XIII secolo ma trasformato in sile neogotico nel XIX secolo. Da vedere il Palazzo Tornielli di Crestvolant, dimora storica privata in stile neoclassico nel centro del paese. Nella piazzetta fanno da cornice altri edifici dello stesso periodo. Infine segnalo la pieve di Santa Maria di Campale, romanico-gotica presso il cimitero. Da qui saliamo tramite provinciale verso il paese di Cremolino. Poco prima di arrivare in paese vale fare una deviazione sulla sinistra verso il Santuario della Bruceta (IX secolo). In paese segnalo la bella porta d’accesso ed il ricetto dominato dalla possente mole dell’inespugnato Castello Malaspina della fine del ‘200 (solo visite su prenotazione). Tramite strada Stanavasso arriviamo a Trisobbio. Originale l’impianto del centro storico ad anelli concentrici, bel panorama dal belvedere, nelle giornate limpide si vede arco alpino. Su tutto domina il Castello (privato) del XIII secolo. Tramite provinciale ci spostiamo a Carpeneto con il suo Castello (non visitabile). Poi raggiungiamo Rocca Grimalda passando prima in strada Bardeneto-Cannona e poi su provinciali. Interessanti il Castello del XII/XII secolo (visite su prenotazione), il nucleo storico fortificato del paese. Bel panorama dal belvedere Marconi posto sullo sperone roccioso.

Facendo un bel giro tra vigneti arriviamo in Loc. Schierano e ci spostiamo quindi a Silvano d’Orba, borgo famoso per due distillerie di grappa artigianali e due castelli. Di quello più antico rimangono solo poche rovine, quello nuovo invece è privato (Castello Adorno del 1492). Sulla provinciale 174 arriviamo a Castelletto d’Orba caratterizzato da: Castello del 1400, Torre Buzzi, Chiesa Sant’Innocenzo, Chiesa di San Lorenzo, Absidiola di Santa Limbania. Castelletto è ricco di acque sulfuree medicamentose e sono numerose le fonti e le sorgenti d’acqua. Proseguiamo verso Montaldeo, caratterizzato dalla presenza dell’imponente Castello Doria (XIII secolo) dove, secondo la leggenda, si aggirerebbe il fantasma di una monaca. Il castello è anche ricordato per la tragica fine di un rappresentante della famiglia Trotti che nel 1528 venne trucidato insieme alla sua famiglia ed i corpi furono gettati nel pozzo. Per la sua forma ricorda più i castelli della Valle d’Aosta rispetto a quelli della zona. Passando dentro allo stretto paese, tramite SP175, arriviamo poco dopo a Mornese. Lungo il percorso, sulla sinistra, si notano in lontananza Gavi ed il suo imponente Forte ed il bianco Santuario dei Turchini. Anche il paese di Mornese è caratterizzato dalla mole del bel Castello del XII secolo.

Inoltre il borgo è legato alla figura della Santa Maria Mazzarello che qui nacque.

Tramite la SP170 arriviamo poco dopo a Casaleggio Boiro, all’altezza di una curva svoltiamo a sinistra seguendo il cartello “Laghi della Lavagnina”. Dopo circa 700 metri dal bivio non possiamo non notare in alto sulla sinistra il Castello di Casaleggio Boiro (forse X secolo). Il castello con la chiesetta ed il piccolo gruppo di case è molto scenografico da vedere. Il maniero è privato e non visitabile ma si riesce ad arrivare vicino alle mura.

Ritorniamo indietro al bivio e seguiamo per indicazioni per Lerma. Qui sostiamo nel piccolo borgo antico costituito dal Castello Spinola del 1499 a dal ricetto di stampo medievale. Vicino al cimitero c’è una piccola pieve con belle pitture del XV secolo.

Tramite la SP170 scendiamo dalla rocca di Lerma, oltrepassiamo il torrente Piota e poco dopo svoltiamo a sinistra verso Tagliolo Monferrato. Passiamo di nuovo in mezzo ad alcuni vigneti ed arriviamo all’ultima tappa dove possiamo ammirare e visitare (su prenotazione) il bel Castello e l’adiacente antico borgo. Quello di Tagliolo è il maniero più ben conservato dell’intera zona. Seguendo la provinciale ritorniamo facilmente al punto di partenza seguendo le indicazioni per Ovada.

Sforza, Trotti, Grimaldi, Doria, Spinola sono le famiglie che nel corso dei secoli si sono contese queste terre di confine, lasciandoci imponenti manieri. Molti di questi castelli che possiamo ammirare nel tour nacquero intorno all’anno mille come semplici torri di avvistamento per difendersi dalle incursioni dei temibili Saraceni. Nei secoli successivi le torri vennero poi trasformate in castelli e fortificazioni.

Ovviamente questo è solo un assaggio di quello che l’Alto Monferrato può offrire a chi ama pedalare in bicicletta, ci sono numerosissimi percorsi, alcuni più pianeggianti in mezzo ai campi che raggiungono la pianura verso Alessandria (nord), altri invece più ripidi che consentono di arrivare a Gavi (est) oppure sconfinare in Liguria (sud/sud-ovest) e nella adiacente Langa Astigiana (ovest/nord-ovest).

È andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese. In questo modo te le ricordi come sono veramente, mentre in automobile ti restano impresse solo le colline più alte, e non hai un ricordo tanto accurato del paese che hai attraversato in macchina come ce l’hai passandoci in bicicletta.

Ernest Hemingway

Che state aspettando? È tempo di inforcare la bicicletta e partire alla scoperta dei molteplici aspetti dell’Alto Monferrato.

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