Bussana Vecchia, in provincia di Imperia, è nota come il villaggio degli artisti ma è anche un piccolo e grazioso borgo in cui il tempo si è improvvisamente fermato. L’abbiamo visitata al rientro in Italia durante le scorse festività natalizie.
Come al solito siamo partiti dal basso Piemonte con cielo grigio e temperatura prossima allo zero ma, non appena abbiamo passato il Turchino e ci siamo affacciati oltre l’Appennino, la Liguria ci ha accolto con il sole ed una temperatura decisamente più mite. Nel corso della giornata ha raggiunto addirittura i 16 gradi.
Il paese, la sua storia:
All’ingresso di Bussana Vecchia ci accolgono un cartello sbilenco ed un gatto che ha avuto una nottata insonne e si sta godendo il sole su un muretto.
Sono le dieci di mattina, siamo praticamente i primi turisti a arrivare sul posto e possiamo girovagare fra i suoi carrugi senza fretta. In sottofondo si sentono le note di una canzone di Jovanotti. La musica esce dall’Osteria degli Artisti e rieccheggia fra quelle vecchie mura. La sensazione è molto particolare: moderno (la canzone) ed antico (il borgo) si fondono in un’unica melodia.
Nell’VIII e IX secolo, a causa delle numerose incursioni Saracene in Liguria, la popolazione della costa dovette spostarsi più all’interno, in quello che è oggi il sito di Bussana Vecchia.
Nel corso dei secoli il territorio passò prima sotto il dominio dei Conti di Ventimiglia poi sotto il Podestà di Genova e infine sotto la Monarchia Sabauda.
In più occasioni l’area fù però colpita da scosse telluriche, la più forte delle quali si verificò il 23/02/1887 e causò 54 vittime su un numero complessivo di 820 abitanti. Il paese venne definitivamente abbandonato il 14 marzo 1887, i superstiti si trasferirono prima per un certo periodo di tempo in baracche fuori dall’abitato poi, qualche anno dopo, scesero più a valle e crearono la cittadina di Bussana. Nell’immediato secondo dopoguerra il paese divenne rifugio di briganti e malfattori.
L’accesso al vecchio paese venne completamente bloccato per impedire che le persone potessero occupare gli edifici. Vennero fatte esplodere le scale di accesso alle costruzioni e tutti gli altri passaggi per fare in modo che nessuno potesse più recarsi in quel paese.
Tuttavia negli anni sessanta degli artisti scoprirono questo borgo selvaggio, dimenticato da tutti. Poco per volta, restaurando in parte gli edifici meno rovinati con i materiali recuperati dalle macerie ed aprendo botteghe, lo riportarono alla luce a proprie spese.
L’artefice di questa rinascita era stato Mario Giani (1923-2000) in arte Clizia. Alla fine degli anni cinquanta visitò Bussana Vecchia e pensò di fondare una Colonia Artistica Internazionale. Nonostante le difficoltà oggettive, la sua idea visionaria prese pian piano forma e consentì di riportare in vita questo villaggio fantasma.
Clixia fu un pittore, scultore, ceramista, un artista poliedrico che partecipò a diverse rassegne internazionali e nazionali.
Il paese è pieno di atelier di artisti sia italiani che stranieri. Alcuni di questi abitano ancora nel paese, altri invece sono solo stati qui per cercare l’ispirazione per le loro opere.
Questo piccolo borgo della Liguria affascina per molteplici motivi. I suoi silenzi, il vento e la luce che filtrano fra le mura diroccate, le sue stradine anguste di ciottoli,
i suoi edifici violati dal terremoto che hanno adesso il cielo come soffitto e un tappeto d’erba come pavimento rapiscono gli occhi e la mente.
Ascoltare certi suoni creati dal vento che passa attraverso i muri diroccati e le finestre spalancate fa viaggiare con la mente. Basta chiudere un attimo gli occhi e si può immaginare come poteva essere la semplice vita in questo piccolo borgo prima del 23 febbraio 1887.
Tenete a mente questa località nel caso in cui decidiate di visitare l’Imperiese tra Arma di Taggia e Sanremo.
Tutto è bene quel che finisce bene?
Non sempre. Nel 1999 il Ministero dei Beni Culturali aveva catalogato Bussana Vecchia come “patrimonio storico indisponibile”. Nel 2017 l’Agenzia del Demanio aveva inviato cartelle esattoriali agli occupanti di quegli edifici poichè considerati “abusivi”. Purtroppo la storia più recente di Bussana Vecchia parla di ricorsi, carte bollate, sentenze di tribunali e controricorsi. Non sta a me dire chi possa aver torto o ragione, spero solo che si possa giungere ad un accordo tra le parti.
Come raggiungere Bussana Vecchia:
Dal casello autostradale di Arma di Taggia occorre seguire le indicazioni per Bussana e poi per Bussana Vecchia e dopo poco meno di 10 chilometri si raggiunge la destinazione. Occorre prestare attenzione perchè nell’ultimo tratto la strada è molto stretta ed anche un poco sconnessa. Il paese è visitabile solo a piedi e vi sono pochi posti per parcheggiare l’auto lungo la strada di accesso.
In alternativa è possibile raggiungere a piedi Bussana Vecchia partendo da Bussana. La lunghezza del percorso è di circa 2km ed il dislivello supera di poco i 150 metri.
Sul lato destro dell’edificio scolastico che affaccia su Piazza Nilo Calvini c’è un percorso pedonale che sale in mezzo alle abitazioni con gradoni. Un cartello segnala l’inizio del sentiero (Strada del Monto) per Bussana Vecchia. Questo percorso sbuca poi in prossimità della carrozzabile per Bussana Vecchia. In prossimità di una curva si imbocca un’altro sentiero che funge da scorciatoia e permette di evitare un bel pezzo della strada percorsa dalle auto, sbucando nelle vicinanze del cimitero comunale di Bussana. Da qui è poi facile raggiungere il borgo di Bussana Vecchia su strada asfaltata.
Altre foto:
tramite questo link potete vedere altre foto scattate a Bussana Vecchia
un borgo medioevale molto bello e suggestivo, una cosa simile a livello di rivalutazione del territorio è accaduta anche qui da me vicino Roma a Calcata
E’ vero Mara, avevo letto l’articolo sul tuo blog
Un borgo medievale pieno di artisti! Per me è già magia. Chissà se dopo ben 10 anni gli edifici hanno ancora qualcosa riconducibile al terremoto…
Oh yes, tutto è rimasto come dieci anni fa, come quando l’avevo vista la prima volta, ed il suo fascino è costituito proprio da questa situazione immutata nel tempo 🙂